Capitolo 10

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Erano ormai le due del mattino quando Lorenzo tornò a casa. Luisa era rimasta sveglia ad aspettarlo. Seduta sul divano, con la debole luce della lampada sul tavolino vicino al divano, aveva guardato i minuti e le ore scorrere senza sapere dove fosse suo marito. Non provava rabbia. Era delusa dal suo comportamento. In due anni di matrimonio, Lorenzo non si era mai comportato in quel modo. Non lo riconosceva più. Lei stessa non si riconosceva più. Rimanere alzati fino a tardi ad aspettare qualcuno che probabilmente era con la sua amante non era proprio da lei. Era sempre stata cinica ed impassibile, proprio come lo era lui. Aveva scelto Lorenzo fra tanti proprio per il suo carattere, così simile al suo. Ed ora si ritrovava a scoppiare di gelosia. Quando Lorenzo varcò la soglia di casa, Luisa non si alzò. Rimase seduta sul divano. Voltando il viso verso suo marito, lo guardò attentamente. Lorenzo rimase sorpreso nel trovare sua moglie ancora sveglia. Le si avvicinò lentamente e, guardandola in silenzio, non restò con lei, ma andò dritto in camera da letto. Luisa si decise a seguirlo in camera. Incrociò le braccia al petto e si decise finalmente a parlare a Lorenzo.

«Dove sei stato?» gli chiese e si detestò non appena pronunciò quelle parole. Non avrebbe mai voluto essere una di quelle donne estremamente gelose che odiava tanto, ma non riuscì a controllarsi.

«Te l'ho detto. A cena» rispose Lorenzo, allentandosi la cravatta dal collo, dopo aver tolto il cappotto e la giacca. Il suo tono era impassibile e non tradiva alcuna emozione.

«Con chi?» incalzò ancora Luisa, poggiando la schiena al muro della camera.

«Da solo» Lorenzo gettò la cravatta sulla poltrona accanto al letto e, lentamente, si sbottonò la camicia.

«Fino a quest'ora sei stato da solo? E vuoi che ti creda!?» esclamò Luisa, alterata. Si avvicinò a Lorenzo e lo afferrò per un braccio. «Dimmi la verità. Con chi sei stato? Non sono stupida!»

Lorenzo si divincolò facilmente dalla presa di sua moglie. «Te l'ho già detto! Da solo! Sono stato solo a cenare in un ristorante!» Lorenzo frugò nelle tasche dei pantaloni e dopo qualche secondo, estrasse un foglietto, ripiegato in quattro. «Ecco. Guarda!» disse a Luisa, porgendole il biglietto.

La donna, spiazzata, spiegò il foglietto e ne lesse il contenuto. Era la ricevuta del ristorante. Alla voce coperto era indicato il numero uno. La data era giusta. Luisa alternò lo sguardo tra il foglietto e suo marito, che in piedi davanti a lei, aspettava una sua qualche reazione. Luisa lesse il nome del ristorante: "Il mare d'inverno". «È lo stesso ristorante. Quello in cui siamo andati una settimana fa...».

Lorenzo annuì silenzioso ed abbassò lo sguardo. «Perché sei andato proprio lì? E' distante da casa nostra» continuò a dire Luisa.

Il marito sospirò rumorosamente e sollevando una mano a mezz'aria, la posò poi sul capo, per poter riavviare indietro un ciuffo di capelli. «Uno dei proprietari è un mio amico del liceo. L'altra volta l'ho riconosciuto e così stasera sono andato da lui. Abbiamo ricordato i vecchi tempi...» Lorenzo non finì di parlare, che Luisa gli si gettò fra le braccia. Non lo aveva mai abbracciato così stretto.

«Basta. Basta spiegazioni! Scusami se ho dubitato di te...» disse Luisa in un sussurro. Il cuore le batteva forte e non riusciva a calmarsi.

«Luisa, io...»

La donna, in punta di piedi, baciò le labbra di Lorenzo. Fu un bacio breve ma carico dei sentimenti che Luisa provava per Lorenzo. Accarezzò la guancia di suo marito e gli sorrise. «Andiamo a letto» gli disse, mantenendo il sorriso sul suo volto.

Lorenzo annuì, sorridendo appena. «Vado al bagno» disse a sua moglie «ti raggiungo fra poco» Luisa sorrise e Lorenzo scomparve dietro la porta del bagno. Il suo cuore batteva ad un ritmo mai provato prima. Stava per confessare alla donna di aver baciato Mattia, ma lei non aveva voluto ascoltare. Non sapeva se Luisa avesse intuito qualcosa o semplicemente la sorte si era messa in mezzo fra loro. Non riusciva a capire nemmeno i sentimenti che provava. Aveva baciato Mattia nel parcheggio ed in quel freddo pungente, il ragazzo aveva risvegliato in lui un calore che non aveva provato mai con nessuno. Nemmeno con Luisa. Di questo non riusciva a darsi pace.

*   *   *

«Quanto hai intenzione di spendere nel mio ristorante?» disse Mattia a Lorenzo, servendogli il piatto da lui ordinato. Erano già tre sere di fila che Lorenzo cenava al ristorante di Mattia. Si presentava alla solita ora. Ordinava più o meno lo stesso piatto ed ogni sera poneva al ragazzo la stessa domanda.

«Posso aspettarti fuori fino alla chiusura?»

«Meglio di no» rispondeva Mattia ogni volta. Si erano scambiati i numeri di cellulare e Lorenzo tempestava l'amico di messaggi e chiamate. Mattia era felice di sentirlo, ma al tempo stesso era preoccupato. Sapeva benissimo che Lorenzo era sposato e sicuramente sua moglie non doveva essere felice in quel periodo.

«Ti prego. Soltanto oggi» Lorenzo accarezzò la mano di Mattia, appoggiata sul tavolo. Il ragazzo la ritrasse in fretta. «Ti prego, Mattia».

«Non insistere. È meglio che torni a casa da tua moglie» Lorenzo abbassò lo sguardo e si limitò a sospirare, quasi rassegnato. «Sarà sicuramente preoccupata non vedendoti tornare la sera».

Lorenzo sospirò ancora una volta. Sollevò lo sguardo ed incontrò gli occhi verdi di Mattia, pieni di tristezza. «Ti prego» disse ancora una volta a al ragazzo.

*   *   *

Mattia si era ripromesso di restare forte, di non permettere alle emozioni e ai sentimenti di prendere il sopravvento. Il cuore, però, lo aveva tradito ancora una volta. Aveva accettato che Lorenzo lo aspettasse fuori dal locale. Lo aveva invitato nella sua macchina. Avevano iniziato a parlare, ricordando la loro adolescenza e le lezioni in classe. Lorenzo aveva raccontato la parte della sua vita in cui Mattia non era presente. Gli aveva detto che gli era mancato tanto e il ragazzo era diventato come creta nelle mani di Lorenzo, che lo aveva baciato sulle labbra brevemente e lui lo aveva lasciato fare.

«Non dovresti baciarmi» disse Mattia con un fil di voce, mentre Lorenzo gli accarezzava la guancia.

«Sta' zitto! » esclamò Lorenzo, con un sorriso pieno di malizia stampato sul volto. Si sporse verso il sedile dove era seduto Mattia. Ne cercò le labbra. Le trovò accoglienti, calde e soffici. Deliziose e tentatrici. Mattia posò una mano sulla nuca ed attirò Lorenzo sempre più verso di sé.

«Aspetta, Lorenzo...» Mattia, posando il palmo della mano sul petto dell'uomo, lo spinse via da sé. Sembrava che una qualche forma di ragione lo avesse colto in quel momento. «Lorenzo hai una moglie. Non posso continuare...» sembrava che Mattia fosse sul punto di dire qualcosa, ma si interruppe bruscamente.

«Lo so» disse Lorenzo, che si sporse ancora verso Mattia, cercando di abbracciarlo. Ma il ragazzo lo spinse via ancora una volta.

«Non capisci, Lorenzo. Non posso continuare così... io...io...»

«Tu cosa?» il volto di Lorenzo divenne serio all'improvviso. Le parole di Mattia lo spaventavano molto più di quanto pensasse.

«Io sono innamorato di te!» esclamò il ragazzo, guardando negli occhi Lorenzo. «Non posso continuare a baciarti come se niente fosse. Io non sono così e non voglio essere così. Tu sei sposato e non voglio essere l'amante. Quello che provo per te mi fa male. Ho il cuore a pezzi...» Mattia si morse il labbro, quando le lacrime iniziarono a rigargli il viso. Cercò di trattenerle, ma non ci riuscì e mostrò a Lorenzo tutta la sua sofferenza. L'uomo sospirò e si sporse nuovamente verso Mattia. Lo abbracciò, nonostante la resistenza iniziale del ragazzo.

«Mi dispiace. Hai ragione» sussurrò all'orecchio di Mattia, che in lacrime si faceva stringere dall'uomo che amava da anni. «Lascerò mia moglie».

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