Capitolo 14

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Mattia rigirò fra le mani lo scorpione d'oro che aveva trovato fra i calcinacci nella sala del locale. Era incredulo.

«No-non può essere vero! Non è possibile» si ripeteva spaventato. Si alzò in piedi, ma le ginocchia gli cedevano. Avvertì il corpo tremare, mentre stringeva nella mano destra quella maledetta collana. I ricordi confusi di quella sera, di tanti anni fa, gli tornarono in mente come un forte colpo al petto. Scosse la testa più volte e posò una mano sul muro, per non cadere a terra. Deglutì il nodo che gli si era formato in gola, ma quasi perse il respiro. Guardò e riguardò la scritta sul muro.

«E' stato lui» disse nel silenzio della sala. Nessuno lo ascoltò in quel momento. «Maledizione!» Scosse ancora la testa, poi una mano si posò sulla sua spalla. Mattia si girò spaventato, ma era solo Paolo.

«Mattia che cos'hai?» chiese Paolo, notando il viso pallido del ragazzo.

«Ah, nulla... non preoccuparti» disse Mattia, nascondendo la collana nella tasca dei jeans scuri che indossava. Non voleva far preoccupare Paolo e non voleva che i sensi di colpa fra i due riemergessero ancora una volta.

«Sicuro? Sembra che tu abbia visto un fantasma...» ridacchiò Paolo, dando una pacca sulla spalla all'amico, che lievemente sorrise.

«Si, non preoccuparti. Sono solo stanco» mantenne il sorriso sul suo volto, mentendo controvoglia a Paolo. «Non ho dormito bene».

Paolo annuì silenzioso ed iniziò a camminare per la sala, messa sottosopra. «Piuttosto, spiegami questa storia dei lavori. Hai trovato i soldi?» chiese Paolo, fermandosi al centro della sala, raccogliendo una parte di una sedia, per poi posarla ancora una volta per terra.

«Il mio... amico mi ha aiutato» spiegò Mattia. «Lui conosceva questa ditta e così l'ha chiamata» sorrise imbarazzato, abbassando lo sguardo.

«Ma come facciamo a pagarli? Hai ottenuto un prestito?»

«Ecco... lui ha pagato tutto».

Paolo bloccò ogni movimento e sgranò gli occhi azzurri. Li puntò su Mattia, il quale, imbarazzato, abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere quello dell'amico.

«Sei impazzito Mattia? Come hai potuto accettare?!» Paolo si avvicinò sempre di più a Mattia, fino a fermarsi a pochi centimetri da lui. «Cosa cavolo combini?»

Mattia non riuscì a guardare il suo amico negli occhi. Paolo afferrò entrambe le spalle del ragazzo e lo costrinse a guardarlo negli occhi.

«Mattia che hai combinato con quell'uomo?» disse Paolo, stringendo la presa sulle spalle dell'amico. Mattia arrossì violentemente. I suoi sentimenti per Lorenzo erano così evidenti, che Paolo non riuscì a fraintendere.

«Oh ma andiamo Mattia! E' sposato!» esclamò Paolo, mollando la presa. Sollevò entrambe le mani a mezz'aria, come a voler dare più enfasi alla sua frase.

«Lo so» disse soltanto Mattia. Il rossore andava via via scemando dal suo viso, mentre seguiva con gli occhi i movimenti di Paolo per la stanza.

«E nonostante tutto ci sei andato a letto?»

Mattia annuì silenziosamente, abbassando ancora una volta lo sguardo. «Sei stupido o cosa, Mattia?!» Paolo scosse la testa, Posò una mano sulla fronte e la fece poi ricadere, come senza vita lungo il fianco.

«Io... lo amo. Non posso farci niente. Ho provato a dimenticarlo in tutti questi anni, ma non ci riesco. Mi basta il suono della sua voce per perdere il controllo» ammise Mattia, guardando il suo amico con gli occhi lucidi. Paolo voltò lo sguardo. Camminò avanti e indietro per tutta la stanza, come volesse riflettere su qualcosa di importante.

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