Capitolo 18

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Lorenzo guardò attentamente suo suocero negli occhi. Erano freddi ed impassibili, proprio come i suoi. Lo scrutava e capì che la sua decisione era molto combattuta e forzata. Lorenzo si sporse in avanti ed accavallò le gambe con un gesto lento, come di chi vuol ponderare su ciò che sta per dire.

«Non riesco a capire, Giorgio» la voce di Lorenzo non tradiva alcuna emozione mentre si rivolgeva al presidente dell'azienda. «Fin da quando ho iniziato a lavorare per questa azienda, mi hai sempre detto di non mischiare il lavoro con la vita privata. E adesso vuoi licenziarmi solo perché ho lasciato tua figlia?» disse Lorenzo, incrociando le dita delle mani ed poggiandole, poi, sul ginocchio destro, accavallato sulla sinistra. «Perché vuoi licenziarmi per un motivo così futile?»

Giorgio sospirò rumorosamente e distolse per un attimo lo sguardo dal volto di Lorenzo, per poi posarlo sulla superficie lignea della scrivania dinanzi a lui. Scosse la testa e guardò ancora una volta Lorenzo, il quale, impassibile, gli restituì lo sguardo.

«Non capisco, invece, perché vuoi lasciare mia figlia. Non ha senso. Solo per una cotta...»

«Non è una cotta!» esclamò Lorenzo, stringendo le mani unite sul ginocchio. Non diede il tempo a Giorgio di finire la frase, che subito intervenne. «Non si tratta solo di una cotta. Io sono innamorato di un'altra persona e se rimanessi con Luisa finirei con il tradirla».

«E allora?» disse Giorgio «Lo facciamo tutti, Lorenzo. Non è una novità avere qualche storiella qua e là» la voce di Giorgio era tranquilla, in contrasto con ciò che stava dicendo in quel momento. «Luisa ti perdonerà e intanto puoi stare con l'altra nei momenti liberi».

Lorenzo scosse la testa, disgustato da ciò che gli veniva proposto da Giorgio. «Non posso farlo» disse poco dopo, guardando dritto negli occhi suo suocero.

«Allora...» esordì Giorgio, sporgendosi verso la scrivania. «Non posso far altro che mettere la famiglia al primo posto. Sono costretto a licenziarti» disse infine, alzandosi dalla sedia. «Puoi andare adesso» Giorgio si affrettò ad andare verso il mobile, su cui erano riposte le varie pratiche, per poi tirarne fuori una e aprirla ad una pagina qualsiasi.

«Molto bene...» disse Lorenzo, alzandosi dalla sedia. «Andrò via dalla compagnia, ma sappi che porterò con me anche i nostri maggiori clienti. Non scordarti che loro hanno solo fiducia in me» Lorenzo si sistemò la giacca blu scuro, lisciandola perfettamente, poi si diresse verso la porta. «La compagnia, nostra avversaria mi ha offerto un posto tempo fa. Mi pagherebbero bene e penso che lavorerò per loro con i tuoi clienti. Buona giornata» sul volto di Lorenzo comparve un sorriso di sfida, che mai suo suocero gli aveva mai visto fare. Giorgio restò a guardarlo senza fiatare, poi, quando Lorenzo richiuse la porta e lasciò la stanza, lanciò la pratica che teneva in mano contro il muro, sparpagliando così tutto il contenuto per terra.

*   *   *

Luisa non riuscì andare a casa quel pomeriggio. Era sicura che suo padre avrebbe licenziato Lorenzo e che lui sarebbe andato via presto. Decise, quindi, di aspettarlo nella sua auto e seguirlo. Voleva sapere chi aveva rubato il cuore di suo marito. Voleva vedere la donna che aveva distrutto il suo matrimonio e che l'aveva umiliata. Doveva essere una donna bellissima, pensava Luisa. Non c'era altra spiegazione. Stringeva il volante e intanto guardava da una via secondaria, l'uscita dell'azienda. Quando vide Lorenzo uscire dalla porta principale, aveva con sé uno scatolone, da cui spuntavano dei fogli e qualche cartellina colorata. Luisa lesse sul volto di Lorenzo sollievo. Non era dispiaciuto, ma sembrava che non aspettasse altro che essere licenziato. Luisa non capì davvero cosa passasse per la testa di suo marito. Ormai non lo riconosceva più. Al tempo stesso però, continuava ad essere innamorata di lui e in qualche modo doveva riconquistarlo. Dopo che Lorenzo finì di caricare il porta bagagli con le sue cose, si chiuse in macchina e partì. Luisa accese il motore della sua auto e seguì suo marito. Cercando di non farsi scoprire, restò due macchine dietro di lui. Non era sicura che sarebbe andato dalla sua amante, ma valeva la pena di tentare, pensò Luisa. Voleva assolutamente vedere il volto della donna amata da Lorenzo. Quasi rise di se stessa. Fino a qualche mese fa, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Pensava che non era una di quelle donne che seguono il marito per scoprire se le tradiscono. Pensava di conoscere suo marito e che non l'avrebbe mai tradita. Pensava che Lorenzo non l'avrebbe mai lasciata. Eppure, si trovava in quell'auto, guidando disperatamente e rincorrendo Lorenzo, attraverso strade che non riconosceva. Guidò per svariati minuti, chiedendosi dove mai potesse andare suo marito e, soprattutto se aveva scoperto di essere seguito.

Improvvisamente, Lorenzo si fermò nel parcheggio di un ristorante che stavano rimettendo a nuovo. Luisa parcheggiò la macchina in una via secondaria, da dove poteva vedere tutto. Aspettò che Lorenzo scendesse dall'auto, poi lo seguì con lo sguardo. Lo vide dirigersi verso l'entrata del ristorante e bussare più volte alla porta. Un ragazzo gli aprì sorridente e lo invitò ad entrare. Un suo amico, pensò Luisa. Forse la sua amante doveva essere la proprietaria del locale, oppure doveva lavorare come cameriera. Luisa uscì dall'auto e con gran fretta si diresse verso il locale. Man mano che l'osservava, le sembrò sempre più famigliare. Ricordò di esserci venuta una volta. Era in sua compagnia e con una coppia di amici. Si avvicinò, quindi, ad una vetrata, che dava direttamente sulla sala del ristorante e scorse suo marito che parlava e sorrideva con il ragazzo di prima. Sembravano essere soli. Infatti nel parcheggio c'erano solo la macchina di Lorenzo e quella che, forse, era del ragazzo. Li guardò attentamente, cercando di non farsi vedere. Sicuramente la sua amante non c'era, pensò Luisa.

Stava per rinunciare e andarsene, ma il gesto di Lorenzo nei confronti del ragazzo, fece bloccare ogni movimento di Luisa. Lorenzo sorrideva dolcemente, come non gli aveva mai visto fare in passato. Sollevò poi una mano e la posò sulla guancia del ragazzo davanti a lui, accarezzandola lentamente. Il ragazzo coprì la mano di Lorenzo con la sua. I due si guardarono così intensamente, che Luisa non riuscì a distogliere lo sguardo dai due. Sembravano innamorati, pensò lei, ma subito si dette della stupida. Non poteva essere, continuò a dirsi fra sé e sé. Il ragazzo si sporse verso Lorenzo e lo baciò sulle labbra. Lorenzo accolse il suo bacio e gli circondò la vita con entrambe le braccia. Era una bacio pieno di passione ed inequivocabile. Suo marito amava un uomo.

«Non è possibile...» sussurrò Luisa nel silenzio del tramonto alle sue spalle.

Il labbro inferiore iniziò a tremare e, subito, Luisa si coprì la bocca spalancata con entrambe le mani. Aveva gli occhi sgranati e, quasi, faceva fatica a respirare. Lo shock era stato troppo e si sentì svenire. Dovette appoggiarsi al muro e tenersi ben salda, per non cadere per terra. Guardò ancora una volta all'interno del locale, ma ciò che vide fu la solita scena. Il cuore iniziò a batterle talmente forte, che quasi aveva paura che potesse esploderle in petto. Cercò di andare verso la macchina, ma gli occhi offuscati dalle lacrime, non le permettevano di vedere dove stesse andando. Barcollava, poiché le ginocchia non reggevano il suo esile peso. Cercò con tutte le sue forse di raggiungere l'auto, che sembrava lontanissima. Un passo incerto dopo l'altro e si ritrovò seduta sul sedile della sua macchina. Sbatté più volte entrambe le mani sul volante, non credendo a ciò che aveva appena visto.

«Non è possibile!» gridò, ma quello che le uscì dalla gola, stretta dal dolore che provava, fu un rantolo e nient'altro.

Pianse e consumò tutte le sue lacrime, lì da sola, in quell'auto.

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