Capitolo 6

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Il cellulare di Lorenzo squillò più volte, mentre era seduto alla scrivania. Preferì evitare quella chiamata, l'ennesima di quella giornata. Sospirò sonoramente e guardò fuori dal suo ufficio. Era da poco passato capodanno, le giornate erano sempre più fredde e a lui non dispiace affatto. Quel giorno, il vento freddo soffiava intensamente, tanto da far tremare l'enorme vetrata che aveva davanti a sé. I suoi occhi nocciola vagarono sul panorama di cemento che aveva davanti. Un palazzo si stagliava di fronte alla sua vista e non permetteva nessuna distrazione. Sospirò ancora una volta e tornò a guardare il monitor del computer davanti a lui. Entrambe le mani, iniziarono a picchiettare la tastiera e, indisturbato continuò a scrivere la relazione mensile. Aveva scelto lui quella vita. La vita fatta di lavoro e di sacrifici. Si era diplomato con il massimo dei voti e aveva ottenuto la borsa di studio, con la quale aveva pagato la retta di una costosa università in una grande città. Si era laureato in economia e marketing con il massimo dei voti ed aveva trovato fortunatamente lavoro quasi subito dopo la laurea. Aveva sacrificato la vita universitaria, gli amori e le amicizie, per poter migliorare sempre più la sua vita. Adesso, a trent'anni era quasi arrivato in cima in quell'azienda che sempre lo aveva lodato e al tempo stesso sfruttato. Aveva dovuto sopportare orari impossibili per una paga minima, ma alla fine sentiva di essere quasi arrivato al suo obiettivo.

Il telefono dell'ufficio squillò brevemente. Lorenzo afferrò il cordless e si decise a rispondere.

«Mi scusi dottor Ferretti, c'è sua moglie in linea. Mi ha detto che è urgente» disse la sua segretaria dall'altro capo del telefono.

«Si, va bene. Me la passi» disse Lorenzo con tono secco e severo. Si appoggiò completamente allo schienale della sedia in pelle e con la mano libera, si allentò la cravatta dal collo.

«Perché non rispondi al cellulare?! E' da un'ora che ti chiamo!» tuonò sua moglie.

«Cosa vuoi Luisa?» Lorenzo guardò ancora una volta fuori dalla finestra. Il vento sembrava non volesse rallentare la sua folle corsa.

«Voglio ricordarti che stasera ceniamo con gli Albani. Dobbiamo mantenere dei buoni rapporti con loro. Enrico Albani lavora nel ramo delle assicurazioni ed è piuttosto importante. Hanno scelto loro il posto, "Il mare d'inverno" o qualcosa di simile. Ti mando un messaggio con le indicazioni».

«Si, lo sapevo» disse Lorenzo, ritornando a guardare il monitor davanti a sé.

«Ci incontriamo direttamente lì, non fare tardi!» la donna troncò di netto la telefonata e Lorenzo gettò sulla scrivania il telefono. Dopo un lungo sospiro si rimise al lavoro, per terminare in fretta la relazione.

*   *   *

Seguì le indicazioni del navigatore, mentre guidava perso il ristorante scelto dalla coppia di amici con cui dovevano cenare. Lorenzo non li considerava veri e propri amici. Era sua moglie a intrattenere ogni sorta di relazione, lui si limitava a presenziare alle cene, conversare brevemente e nient'altro. Era tornato ad essere il cinico ed impassibile che era una volta. Sua moglie Luisa era la figlia del proprietario dell'azienda in cui lavorava. L'aveva conosciuta proprio in azienda. Un giorno era andata a trovare suo padre in ufficio e Lorenzo era entrato per caso, mentre discutevano di una festa che si sarebbe tenuta quella sera. Per lei fu come un colpo di fulmine e in breve tempo si erano fidanzati e poi sposati. Lorenzo l'amava e la rispettava come moglie e suo suocero aveva molta stima di lui.

In poco tempo, arrivò dinanzi al ristorante. Parcheggiò l'auto e si affrettò ad entrare nel ristorante, sospinto dal vento, che man mano stava scemando. L'aria calda del locale lo invase completamente ed il profumo della cucina riempì le sue narici, solleticando il suo stomaco affamato. Allentò la sciarpa rosso scuro, che avvolgeva il suo collo e sistemò gli occhiali sul naso.

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