Capitolo 15

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Mattia sprofondò nel divano, incrociò le gambe e vi poggiò i gomiti. Lorenzo lo seguì, posò la collana sul tavolo e dopo sedette accanto al ragazzo. Lo guardò attentamente: sembrava sconvolto da quel racconto. Ricordare quell'aggressione che aveva subito e poi parlarne con lui, non doveva essere stato facile per Mattia.

«Dopo, sono riuscito ad alzarmi e a chiamare Paolo, che mi ha soccorso subito. Sono andato in ospedale e per fortuna non avevo nessuna malattia. Ero terrorizzato...» Lorenzo accarezzò dolcemente il capo di Mattia, il quale sorrise lievemente. «L'ho denunciato e sono riusciti ad arrestarlo ed io ho cercato di andare avanti con la mia vita» disse Mattia, posando poi il capo sulla spalla di Lorenzo. Socchiuse gli occhi, mentre Lorenzo gli accarezzava i capelli. «Stamattina sono andato al ristorante e dopo aver parlato con il titolare della ditta per le riparazioni, ho trovato la collana fra i calcinacci. L'avrà persa mentre distruggeva ancora la mia vita» Mattia si strinse in un abbraccio al corpo di Lorenzo, che contraccambiò stringendolo ancor più forte.

«Mi dispiace tanto...» disse Lorenzo, poggiando la guancia sul capo di Mattia. «Avrei voglia di ucciderlo con le mie mani» commentò e Mattia, sollevando il capo, cercò le labbra di Lorenzo e lo baciò dapprima stuzzicandolo dolcemente, poi con tutta la passione di cui era capace. Afferrò gli occhiali da vista di Lorenzo e, sollevandoli lentamente, glieli tolse. Affondò poi la sua mano sulla nuca, mentre Lorenzo, sollevando di poco la felpa di Mattia, sfiorò con la punta delle dita la schiena del ragazzo. Si guardarono negli occhi per un brevissimo istante, mentre ancora si stringevano l'uno all'altro. Entrambi i loro cuori battevano all'impazzata ed entrambi avrebbero voluto che il tempo si fermasse in quel preciso istante. Null'altro importava. C'erano solo loro. Prima amici. Poi amanti.

«Ti amo» disse Lorenzo, serio in volto. A Mattia sembrò che il cuore si fosse fermato, nel momento in cui aveva udito quelle parole dalle labbra di Lorenzo.

«Co-cosa?» balbettò, stringendo con forza l'asticella degli occhiali di Lorenzo, che ancora teneva fra le sue mani.

«Ci ho riflettuto parecchio. Non so dare altro nome a questo sentimento» disse Lorenzo, con gli occhi puntati sul volto arrossito di Mattia. «Mi dispiace dirtelo così... forse sarebbe dovuto essere più romantico» Lorenzo era sempre più serio. La sua impassibilità non la perdeva in nessun momento. Mattia, invece, era l'esatto opposto: era molto emotivo e gli si leggeva in faccia tutto ciò che gli passava per la testa. Restò in silenzio, non sapendo cosa dire. Aveva sempre pensato che quello che Lorenzo provava era soltanto curiosità e che presto si sarebbe stufato di lui. Lui avrebbe sofferto molto quando si fossero lasciati, ma sarebbe andato avanti senza rimpianti. La situazione che gli si presentava adesso, invece, era completamente inaspettata.

«Mattia? Che cos'hai? Perchè non dici nulla?» Lorenzo accarezzò la guancia di Mattia, quasi a volerlo destare.

«Io... io...» gli occhi verdi di Mattia si velarono e le lacrime silenziose scesero lungo le guance. «Io...» Lorenzo sorrise lievemente, abbandonando la sua solita espressione impassibile. Strinse Mattia in un abbraccio, posando il mento sul suo capo.

«Io...» ripetette Mattia, mentre cercava di articolare la frase.

«L'hai già detto Mattia» ridacchio Lorenzo. «Tu, cosa?»

«Io... sono felice» disse finalmente Mattia, mentre si aggrappava alla giacca di Lorenzo.

«Bene» disse Lorenzo, schioccando un bacio sui capelli di Mattia. «Dovrò parlare con mia moglie. Stasera penso che tornerò a casa. Preferisco non aspettare oltre».

«Ne sei sicuro? Mandi a monte il tuo matrimonio per uno come me?» disse Mattia, scostandosi da Lorenzo e cercando i suoi occhi nocciola.

«Ho già perso più di dieci anni senza di te e non ne intendo sprecarne altri. Avrei dovuto dirtelo quella sera, in riva al mare, ma non ero sicuro di quello che provavo. Ma perderti è stato più sconvolgente di quanto potessi pensare e non voglio sentirmi frustrato e vuoto non avendoti con me».

Mattia si chiese se quello fosse un sogno. Era così reale. Riusciva a sentire le labbra di Lorenzo che lo baciavano, dopo avergli dichiarato il suo amore. Sentiva la dolcezza dei suoi baci, il tocco delle sue mani sulla sua pelle. Sentiva la voce di Lorenzo che, mentre lo spogliava, gli ripeteva che lo amava tanto.

*   *   *

«Luisa, dobbiamo parlare» esordì Lorenzo, non appena entrato in casa. Posò il cappotto e la sciarpa rossa sull'attaccapanni. Luisa non si scompose. Rimase comodamente seduta sul divano, leggendo la rivista di moda comprata quella mattina. Lorenzo si accomodò sulla poltrona davanti a lei, che non gli dava la minima attenzione.

«Luisa mi dispiace, ma voglio lasciarti» disse schiettamente, senza tanti giri di parole. Il volto serio che aveva mostrato, spaventò Luisa, che finalmente si decise a guardarlo. Richiuse la rivista e la poggiò sul tavolino accanto al divano. Restò in silenzio a guardare suo marito. Mantenne la schiena eretta, non voleva dargli l'impressione di essere debole, di fronte a ciò che le aveva appena detto.

«Perchè?» disse solamente, mentre un fulmine squarciò il cielo d'inverno, coperto da pesanti nubi nere.

«Non riesco ad amarti» si limitò a dire Lorenzo e le gocce di pioggia iniziarono a sbattere contro i vetri delle finestre. Luisa sembrò abbassare lo sguardo per qualche attimo, ma poi tornò subito a guardare suo marito, dritto negli occhi.

«Hai un'altra?»

«Si, amo un'altra persona e non posso farne a meno» Lorenzo guardò per qualche secondo fuori dalla finestra. La pioggia gli era sempre piaciuta e lo affascinava ogni volta.

«Non ti lascerò Lorenzo» disse Luisa determinata. «Hai capito?» Luisa si alzò dal divano e andò verso la finestra. Preferì guardare fuori dalla finestra, piuttosto che guardare Lorenzo in volto.

«Che stai dicendo?» le chiese Lorenzo confuso.

«Non ti permetterò di umiliarmi così. Tu non mi lasci!» Luisa si voltò verso Lorenzo, guardandolo ancora in faccia. «Tu non mandi a monte il nostro matrimonio perchè ti sei infatuato di una cretina qualsiasi!»

«Sei sconvolta e lo capisco» cercò di giustificarla Lorenzo, alzandosi dalla poltrona e andando verso la finestra, dove Luisa era ferma.

«No! Tu non mi umilierai Lorenzo!» Luisa urlò contro suo marito e Lorenzo non l'aveva mai vista agire in quel modo.

«Sei fuori di testa, Luisa! Cerca di calmarti e ragiona! Io non ti amo! Che senso avrebbe rimanere insieme?!» anche Lorenzo aveva in quel momento alzato il tono della voce.

«Non mi interessa! Non voglio essere umiliata da te!» disse con disprezzo, voltandosi ancora verso la finestra. Lorenzo vide il riflesso di sua moglie sulla finestra. Ne vide il volto triste, sul punto di piangere. Ebbe una stretta al cuore, ma non cambiò idea. Lui amava davvero Mattia e nel suo cuore non c'era posto per nessun altro.

«Mi dispiace, ma non posso rimanere con te» disse Lorenzo avviandosi verso la camera da letto. Luisa si girò di scatto e lo seguì, quasi correndo, in camera. Lo vide tirar fuori dall'armadio una valigia e riporvi dentro della biancheria intima e alcuni vestiti. Luisa sgranò gli occhi e gli corse incontro. Gli afferrò un braccio e lo strinse forte a sé.

«Non farmi questo, ti prego...» disse in un sussurro. «Io ti amo ancora, ti prego» Luisa strinse ancora di più la sua presa, ma Lorenzo si liberò facilmente e continuò a fare la valigia.

«Mi dispiace» disse mentre riponeva nella valigia l'ultima camicia, tirata fuori dall'armadio.

«Smettila di dire che ti dispiace! Non ci credo! Sei egoista!» lo accusò Luisa, ma Lorenzo non le rispose. Andò nel bagno, per mettere in valigia gli ultimi effetti personali, dopo di che si diresse verso la porta.

«Se esci da quella porta ti rovinerò Lorenzo! Perderai il tuo lavoro!» disse Luisa, ansimando, come se avesse corso una maratona. «L'azienda è di mio padre, posso fare quello che voglio! Ricordatelo!» disse urlando lei.

Lorenzo si fermò sulla porta e si voltò verso sua moglie. La guardò attentamente: i capelli scompigliati, il volto paonazzo e pieno di rabbia, il respiro corto. Le aveva fatto del male, ma non poteva continuare quella recita per nessun motivo.

«Addio Luisa» disse Lorenzo, poco prima di uscire dalla casa che aveva condiviso con sua moglie per tutto quel tempo. 

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