Capitolo 20

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La sala del ristorante era gremita di persone. Il vociare sovrastava quella dei camerieri che, girando per i tavoli, prendevano le ordinazioni e servivano le pietanze ordinate dai clienti. Mattia era davvero contento e orgoglioso di fare quel lavoro. Paolo era indaffarato nella sua cucina. La preparazione dei piatti lo tennero occupato per tutta la sera. Erano entrambi entusiasti di riprendere a lavorare. Per far funzionare tutto nel migliore dei modi, ci avevano messo tutta la loro energia. Mattia, che per l'occasione indossava un papillon nero ed un gilet dello stesso colore, sopra ad una camicia bianca, imbracciò la chitarra ed intonò varie canzoni. La voce profonda e melodiosa risuonò per tutto il locale. Le dolci note della sua chitarra fecero zittire i clienti ed il vociare andò scemando ad ogni nota che Mattia produceva con il suo strumento. Quando Lorenzo fece il suo ingresso nel locale, Mattia gli sorrise allegro. Finì la sua canzone e subito dopo fu One ad essere intonata. Mattia cercò Lorenzo con gli occhi. Lui lo ascoltava estasiato e rapito. Si sedette ad un tavolo riservato solo per lui e, con il cuore pieno di ricordi ed emozioni, ascoltò le note di quella canzone, che gli era tanto cara. La voce di Mattia era bellissima, pensò Lorenzo, mentre lo ascoltava e ricordava il ragazzo diciottenne seduto accanto a lui, sulla spiaggia dorata, in autunno, mentre gli raccontava di come la vita fosse bella. I suoi occhi verdi brillavano mentre suonava. Gli piaceva cantare, si vedeva dal suo volto raggiante e dai sentimenti che riusciva a trasmettere cantando una canzone.

One love, cantò Mattia e i suoi occhi era fissi su Lorenzo, che sorrise ed arrossì lievemente. Quando finì la canzone, i clienti del ristorante applaudirono contenti e Mattia li ringraziò con un breve inchino. Corse, poi, verso Lorenzo, che lo accolse con un gran sorriso. Si sedette al tavolo, sulla sedia accanto a quella di Lorenzo, il quale gli afferrò la mano e la strinse nella sua.

«Grazie per la canzone. Sei sempre bravissimo» disse Lorenzo. Sporgendosi poi verso Mattia, lo baciò brevemente sulle labbra. Mattia arrossì violentemente e, guardandosi attorno, notò i clienti guardarli e mormorare.

«Grazie...» disse Mattia, tornando a guardare Lorenzo. «Non dovresti baciarmi davanti a tutti. Inizieranno a parlare e potresti rovinarti la reputazione».

«Non m'importa. Sto con te e non c'è nulla di male» disse Lorenzo, stringendo la mano di Mattia nella sua. Entrambi sorrisero dolcemente l'uno all'altro.

*   *   *

Non appena Mattia richiuse la porta di casa dietro di sé, Lorenzo lo abbracciò e, sospingendolo verso quest'ultima, lo baciò appassionatamente. Si tolse velocemente il cappotto e la sciarpa rossa, che finì per terra. Lorenzo slacciò il giubbotto blu di Mattia e, sfiorando con le labbra la pelle calda del collo, lo tempestò di baci.

«Aspetta Lore... devo dirti una cosa» disse Mattia, ansimando di piacere per i baci che Lorenzo gli donava.

«Dopo. Adesso voglio portarti a letto» disse Lorenzo, mentre staccava il papillon nero dal collo di Mattia e gli sbottonava la camicia.

«No, Lore. Ho bisogno di parlarti adesso» Mattia si allontanò da Lorenzo, il quale perplesso, rimase a guardarlo. Nella mano stringeva ancora il suo papillon. «Scusa, ma è una cosa importante».

«Va bene. Dimmi pure» disse Lorenzo, sedendosi sul divano. Giocherellò con il papillon, mentre guardava Mattia ed aspettava che iniziasse a parlare.

«Ieri... è venuta Luisa al ristorante» disse Mattia con esitazione.

«Cosa?» disse Lorenzo sorpreso. Le sue mani smisero di giocherellare con il papillon e si bloccarono all'istante. «Perchè è venuta? Cosa ti ha detto?».

«Mi ha detto che il tuo è solo un capriccio e che presto tornerai da lei».

Lorenzo scosse la testa e sospirò rumorosamente. «Incredibile...» commentò, rigirandosi per le mani il fiocco, che poco prima ornava il collo di Mattia.

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