Capitolo 8

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Lorenzo guidò in silenzio per tutto il viaggio di ritorno verso casa. Rivedere Mattia era stato per lui un vero shock. Erano passati più di dieci anni da quando si erano lasciati di fronte a quel mare d'inverno, agitato, come lo era il suo animo quella sera. I sentimenti che provava per Mattia erano confusi, ma sapeva che gli era mancato. La sua allegria, i suoi modi di fare schietti e sinceri, il suo modo positivo di vedere le cose. Gli era mancata la sua amicizia. Toccò più volte le labbra con l'indice della mano destra. Ancora pulsavano.

Avrebbe voluto tornare indietro e impedire a Mattia di partire. Avrebbe voluto quella sera, rimanere più tempo con lui. Avrebbe voluto solo più tempo. Per capire, per sapere.

«La sua voce...» bisbiglio, rompendo il silenzio nella macchina. Quella sua voce, così profonda. Era cambiata. Era più adulta, più piacevole. Quando cantava Mattia sapeva trasmettere a chi l'ascoltava tutte le emozioni e i sentimenti che provava in quel momento.

Parcheggiò l'auto e salì in casa. Aprì la porta e sua moglie era seduta sul divano. Aveva indosso ancora il vestito della cena. Lorenzo la salutò con un cenno, mentre sistemava il cappotto e la sciarpa rossa sull'attaccapanni.

«Perchè sei ancora sveglia?» le chiese distrattamente Lorenzo, mentre si toglieva la giacca e le scarpe e si allentava la cravatta alla gola. Luisa si alzò dal divano e raggiunse il marito. Gli afferrò un braccio con entrambe le mani e lo costrinse a fermarsi.

«Ti ho aspettato» rispose lei sussurrandoglielo all'orecchio. Luisa sorrise maliziosamente e con un gesto rapido, sciolse i capelli neri, che leggeri gli caddero sulle spalle. «Ho fatto male ad aspettarti?» sussurrò ancora Luisa, avvicinandosi alle labbra di Lorenzo. Cercò di baciarlo, ma suo marito scostò il volto immediatamente.

«Meglio andare a dormire...» si limitò a dire, mentre la prese per le spalle e l'allontanava da lui. Luisa dischiuse le labbra per la sorpresa e sgranò gli occhi. S'innervosì e Lorenzo lo notò. Le lasciò le spalle e si diresse verso il bagno. Luisa lo fermò ancora una volta e, prendendogli il viso fra le mani, lo baciò all'improvviso. Lorenzo afferrò le spalle di sua moglie e, violentemente, la scostò via sé.

«Dannazione! Luisa!» gridò Lorenzo infuriato. I suoi occhi erano così pieni di rabbia, che Luisa quasi si spaventò del suo stesso marito. Per un momento non lo riconobbe.

«Perchè ti comporti così? Ho solo baciato mio marito! Non ne ho il diritto?» disse lei afferrando Lorenzo per un braccio. «Cosa ti prende stasera? Sei strano!»

«Che cosa stai dicendo?! Va a letto Luisa, è meglio!» Lorenzo si divincolò dalla presa di sua moglie e si diresse in fretta in bagno.

«Hai un'amante?! E' così?!» Luisa si frappose fra la porta del bagno e Lorenzo. Lo sguardo di Lorenzo si spense pian piano, diventando il solito cinico e impassibile che lei ben conosceva.

«Non dire assurdità. Sei ridicola» quelle parole ferirono Luisa. Non le aveva mai parlato a quel modo. Lo aveva visto impassibile solo nel lavoro, ma mai con lei. Era stato sempre rispettoso nei suoi confronti, nel le aveva mai gridato contro. Era la prima volta che si comportava a quel modo. Con gli occhi persi nel vuoto, restò senza parole. Abbassò lo sguardo e fissò il pavimento, mentre Lorenzo si chiuse nel bagno. Senza aggiungere nulla, Luisa andò in camera da letto. Si sedette sul letto e restò al buio a riflettere. Intrecciò le mani e le sfregò l'una contro l'altra.

Lorenzo si guardò allo specchio. Notò il rossetto di sua moglie sulle labbra ed immediatamente, aprì il rubinetto e, strofinando forte, riuscì a toglierlo del tutto.

«Maledizione!» disse, sbattendo entrambi i pugni ai lati del lavello. «Maledizione» ripetette ancora. Non riusciva più a sentire il sapore del bacio dato a Mattia. Le labbra non gli pulsavano più. Non sentiva il calore e la morbidezza delle labbra del ragazzo e, per questo, si sentiva svuotato. Era arrabbiato con se stesso, più che con Luisa. Aveva permesso a qualcun altro di cancellare Mattia dal proprio corpo e questo non poteva perdonarselo.

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