Il sabato tanto atteso è arrivato.
Mi vesto in modo casual, tanto più tardi viene Gemma e ci prepariamo insieme.
Scendo per fare colazione e trovo mia madre intenta a impastare dei biscotti.
«Biscotti!» dico entusiasta.
«Listo facendo per le nuove arrivate, ma tranquilla ne faccio qualcuno in più.» mi fa l'occhiolino.
«Ti do una mano.» le dico avvicinandomi per prendere con l'indice un po' di impasto crudo.
«Questo si chiama rubare non aiutare.» dice lei ridendo.
«E va bene ti aiuto davvero.» faccio la faccia da cucciolo «Che ti serve?» chiedo poi.
«Il lievito e puoi riempire questa con dell'acqua.» mi passa una caraffa.
«Agli ordini grande capo» dico andando verso il lavello.
Quando apro lo sportello per prendere il lievito, noto la farina e mi viene un idea in mente.
Ne prendo un po' nella mano destra e mi avvicino a mia madre.
«Quindi io sarei una ladra?» chiedo.
Mi guarda interrogativa.
«No perchè quella maglietta mi viene a conoscere.» indico la maglietta che indossa.
«L'ho presa in prestito, tu mica puoi rigettare l'impasto.» si difende.
Gli lancio la farina che ho in mano sul viso.
«Ehi.» dice lei «Sei ingiusta,non ho un arma.» dice correndo verso lo sportello.
E io scappo dietro il bancone.
«Tu mi hai preso una maglietta con un pesce palla, mi vuoi dare della grassa?» dice tirandomi la farina.
«E'più carino di te appena sveglia.» dico prendendo la maionese dal bancone.
Mezz'ora più tardi siamo ricoperte di farina, maionese e ketchup, mia madre ha perfino un uovo sulla mia maglietta.
«Okay tregua.» dice lei.
«Sistemiamo e inforniamo i biscotti?» propongo.
«E poi di corsa a lavarsi. » urla lei correndo in cucina.
Scendo giù con i capelli umidi, ho deciso di lavarli ora così sono già pronti per questa sera.
Appena scendo noto mia madre che sorride allo schermo del cellulare, mh in realtà e da qualche settimana che sta attaccata al telefono.
Mi lascio cadere poco delicatamente sul divano accanto a dov'è sdraiata mia madre.
«mamma? » richiamo la sua attenzione.
«tesoro » dice poggiando il telefono con lo schermo verso il basso.
Okay nasconde qualcosa.
«c'è qualcosa che devi dirmi? » chiedo.
«oh beh... okay c'è un maître,che mi fa il filo. Sta sera usciamo...» si mette seduta, sembra una ragazzina quando lo dice.
«ecco perchè non hai fatto storie, per la festa » dico stupita.
«oh no no, in realtà ancora non lo sapevo mi ha chiesto di uscire a cena due giorni fa e gli ho detto che oggi ero libera » si giustifica.
«Ma lo so tranquilla » dico sedendomi sulle sue gambe e abbracciandola «raccontami di lui su » dico rimanendo in quella posizione.
Scopro che si chiama Lucas, è originario del Queens, ha trentacinque anni e si è trasferito a Londra per la moglie, ormai ex e sta a Lambeth, a mezz'ora da qui, nonché il quartiere dov'è situato il London Eye.
STAI LEGGENDO
The Rainbow
JugendliteraturUn' amore fra una ragazza trasferita in città per motivi "ambigui" e un ragazzo cupo, tenebroso e stronzo. Una madre che cresce una figlia da sola. Un'amicizia spontanea, semplice e vera. Keira Rodriguez alla soglia del liceo: capelli lunghi e...