13. Ancora Niente

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Eren, scoraggiato, decise di rinunciare a chiamare il suo amico per la quarta volta, non voleva di certo sembrare assillante.
Che poi amico, Levi lo era davvero?
Una volta glielo aveva domandato, ricevendo da parte del corvino una risposta affermativa, ma era davvero quello che voleva sentirsi dire?

Eren aveva bisogno di una persona che fosse sempre pronta a rispondere ai suoi messaggi, sempre lì a rispondere alle sue telefonate, sempre lì a parlare con lui, sempre lì con lui. Voleva qualcuno che fosse lì. Vicino a lui.

Ma esisteva davvero qualcuno così?

Una piccola lacrima attraversò la sua guancia, poi finalmente decise di spegnere il cellulare e posarlo definitivamente sul comodino. Quel giorno non lo averbbe più acceso.

Non era arrabbiato con il ragazzo, in fondo se lo aspettava. Sarebbe comunque rimasto solo, ci era abituato. Nonostante tutte le volte che una cosa del genere era capitata però, questa faceva davvero male, stranamente di più di quelle precedenti.

Per quale motivo?

Eren decise di non rimuginarci sopra a lungo. Che senso aveva cercare una risposta che alla fine non sarebbe servita?
Era nuovamente solo.
Non aveva bisogno di pensare agli altri, che lo avevano lasciato indietro.

Cercò di mettersi seduto, la schiena che scrocchiava e le gambe che si stiracchiavano. Con fatica riuscì a scendere dal letto e appoggiandosi alla parete, incominciò ad incamminarsi verso una stanza ben precisa, che visitava anche troppo spesso.

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