CAPITOLO 2 - Perché ti voglio bene veramente!

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Dal mio arrivo passarono due settimane, era un sabato e il lunedì successivo finalmente sarebbe iniziata la scuola,e quindi avrei cominciato a lavorare, anche se nell'ultima settimana ero già andata a scuola per le solite burocrazie. Ero entrata in quella che da lunedì sarebbe diventata la mia aula e mi sentii al settimo cielo, cominciai a cercare nei libri cosa avrei potuto far fare ai bambini, dopotutto facevano solamente la prima elementare, ma per me era un orgoglio essere diventata qualcuno, un minuscolo essere che avrebbe contribuito nella crescita di ciascun bambino. Mi trovavo sul divano con un pacco enorme di patatine e una bottiglia di Coca-Cola, pronta per il mio sabato sera a riguardarmi le stagioni di One Tree Hill, quando un uragano di nome "Giulia" si mise ad urlare dall'altra stanza, convinta che stesse litigando con Mattia non gli diedi peso, mi misi le cuffie e alzai il volume al massimo e non la sentii più. Il sabato precedente fui costretta a chiudermi in bagno per non essere uccisa da lei perché non volevo uscire, fin quando alle 22 Mattia la portò di peso fuori. Ma, purtroppo, la pace dei sensi durò ben poco perché venne da me togliendomi non una ma tutte e due le cuffie, e strappandomi di mano il cellulare, cominciò ad urlare che aveva intuito che io fino ad allora non avevo ascoltato nessuna delle sue lamentele e le sembrò una cosa assurda soprattutto perché a suo detto aveva espressamente dichiarato che se in 15 minuti non ero pronta mi avrebbe preso il cellulare, quindi in quel momento lei mi costringeva ad uscire con lei perché senza cellulare in casa con film orribili in televisione non avrei potuto esitare. Ma io la stupii, mi alzai e me ne andai in stanza chiudendomi la porta a chiave, lei urlò, cercò di dissuadermi, fin quando non mi resi conto che lei stava soffrendo per me! Cominciò a piangere, dicendomi che lei voleva il meglio per me, che in quel modo non potevo stare, avere 25 anni non significava stare chiusa in casa,e piangersi addosso pensando a ciò che sarebbe potuto essere. Cominciai a piangere anche io, poi presi dall'armadio un vestitino, un paio di stivaletti, e mi truccai, in 5 minuti fui fuori da quella porta, lei era con Mattia vicino la porta e quando mi vide rimase scioccata, mi saltò addosso e con uno scusami detto all'unisono, scoppiammo a ridere. Presi la borsa e uscimmo, in macchina era come se non ci fossi, erano mesi che non mi aggiustavo per uscire in discoteca o andare in un locale e passare un sabato sera in cui l'unico obbiettivo era divertirsi.

Giulia mi distolse dai miei pensieri cominciando a raccontarmi a raffica dei ragazzi che avrei conosciuto di lì a poco, mi nominò alcune ragazze di cui già mi aveva parlato precedentemente per telefono, e di alcuni ragazzi amici di Mattia. Andammo in questo locale per fare un aperitivo, e mi sembrarono tutti abbastanza affabili, legai subito con Lorena, una ragazza bellissima con dei lineamenti particolari fidanzata con Eugenio, lui simpaticissimo, e tutti gli altri erano persone normali che col tempo avrei imparato a conoscere. Uno di loro mi fece la corte spietata, si chiamava Marco, ma era così dolce che mi dispiaceva molto dirgli "tanto è inutile!", Mattia venne in mio soccorso sottolineando bene il fatto che io avevo solo bisogno di divertirmi, e di essere circondata da amici. 

Dopo cena andammo in discoteca, volevo scappare perché odiavo la gente quasi incollata che si strofinava di qua e di là, ma cercai comunque di resistere mi sedetti al privé senza farmi notare. Giulia si accorse subito del mio disagio e venne da me dicendomi che se non me la sentivo ce ne potevamo tranquillamente andare, ma non potevo farle questo. Allora sorrisi dicendole che stavo solo pensando di lasciare la borsa e che dopo saremmo andate a prendere insieme un cocktail: e così facemmo! Presi soddisfatta il mio cocktail, ne bevvi un sorso, sperando che quando sarebbe finito la mia testa si distoglieva dai pensieri fissi che ormai regnavano nelle mie giornate, ma appena ci incamminammo Giulia era dietro di me, un ragazzo si girò e tutto il mio cocktail finì addosso a lui, volevo sotterrarmi. Giulia cominciò a ridere a crepapelle, io chiesi scusa, ma quando quel ragazzo mi rispose (forse aveva anche ragione) in modo arrogante non ci vidi più che gli diedi uno schiaffo. Mattia vide la scena da sopra e corse da noi, chiamò quel ragazzo Fabio, gli disse che io non ero così, Giulia mi tirava dall'altra parte, dicendomi che quello era uno dei tre migliori amici di Mattia, e che non li frequentavano come coppia perché tutti e tre preferivano uscire soli per andare "a caccia" così disse Giulia virgolettando il concetto! Ma a me non me ne importò più di tanto, perché appena Giulia fu distratta andai da quel sbruffone e gli dissi:"Sai, per strada ti avrei preso pure a calci ma siamo in un locale, non ti permettere mai più a rivolgerti in quel modo a me. Ti avevo chiesto scusa, sicuramente non era previsto, anche se sinceramente adesso te ne tirerei un altro addosso, per toglierti quel sorrisino da strafottente che ti ritrovi stampato sul viso! Quindi caro, Fabrizio, o Francesco, o insomma come ti chiami tu stai calmo, ma non solo con me ma con tutte! Ah e la mia migliore amica è meglio di tutti e tre messi insieme, ecco perché Mattia "a caccia" non ci viene più!". Non mi resi conto della gente che si era riunita attorno a noi e di Mattia che mi guardava con un sorriso di approvazione e Giulia dietro di me che aspettava solo di mangiarmi viva per non averle dato ascolto, prese tutto e uscimmo fuori. Gridò per 5 minuti mentre aspettavamo Mattia, passava da "Tu non sai Fabio come sia vendicativo", a "Non dovevi picchiarlo!", a "Sei a Roma da due settimane ma hai cacciato fuori più carattere che in 25 anni!", a "Tu mi farai esaurire" e per finire mi disse "Hai fatto bene, è arrogante con tutti, anche con me!" e mi abbracciò. Poi mi raccontò brevemente che gli altri due migliori amici di Mattia non erano come lui,e che erano parecchio influenzabili dai comportamenti di Fabio, ma tutti e 3 minimo cinque volte a settimana andavano a casa loro e si comportavano con lei come se lei fosse la loro migliore amica, ma Fabio a tratti diventava scorbutico, sembrava invidioso, ma a Mattia voleva un bene immenso e lei faceva il cosiddetto "buon viso a cattivo gioco". Arrivò Mattia, abbracciandomi e dicendomi che ero la prima persona che lo affrontava in quel modo, io risi e ce ne tornammo a casa nostra. Il giorno dopo fu il suono insistente del campanello a svegliarmi, guardai la sveglia erano le 11, sentii urla e non riuscivo a capire la voce a chi potesse appartenere quando ad un certo punto Giulia senza bussare entrò, e mi guardò dispiaciuta?! Sì, dispiaciuta era la parola esatta, disse solo un nome poi: Fabio!

Era lui che si stava sfogando con Mattia per ciò che era successo la sera precedente, e chiedeva a lui di farci incontrare che aveva delle cose in sospeso con me, ma Mattia non si fece sfuggire nulla su dove fossi io, e soprattutto non gli disse nulla contro di me, e quando finalmente Mattia venne alla porta lo ringraziai perché sapevo quando gli costò mentire al suo migliore amico. Il pomeriggio suonarono nuovamente alla porta, ma Mattia era uscito e Giulia in bagno quindi l'unica che poteva aprire ero io giusto?! Andai e dall'occhiolino vidi due ragazzi: entrambi alti all'incirca 1,90m, solamente che uno era moro con gli occhi azzurri e l'altro biondo e occhi verdi, la sera precedente li vidi parlare con Mattia e Giulia, quindi aprii, loro appena mi videro rimasero con la bocca aperta, tanto che intervenni dopo 2 buoni minuti dicendo:"Se non chiudete la bocca vi entreranno le mosche, e perché state li sulla porta?", loro cominciarono a balbettare, non sapendo bene cosa dire, farfugliarono un "è lei, Fabio ucciderà Mattia" e li lasciai parlare davanti la porta mentre me ne tornai sul mio amato divano, fin quando lo sentii bassarsi e al mio fianco si ci sedette il moro, mi scrutava e io gli chiesi il motivo, si presentò con un sono Tommaso, uno dei tre migliori amici di Mattia, e lì mi fu tutto più chiaro. In quel momento arrivò in mio soccorso Giulia, entrambi la abbracciarono chiedendogli di Mattia e che dato che di lì a poco sarebbe tornato loro lo avrebbero aspettato volentieri in nostra compagnia. Scoprii che il biondo si chiamava Gianluca e che aveva ragione Giulia entrambi erano simpatici. Entrò Mattia dopo un'oretta e ci vide ridere, e non rimase sorpreso anzi gli chiese se volevano rimanere a cena da noi, che avrei cucinato io,che sapevo cucinare molto meglio di Giulia, e questo era verissimo, Giulia e la cucina erano due cose completamente inconciliabili.

Passammo la cena tra racconti e risate, fin quando una chiamata non congelò tutto, il mio cellulare, echeggiava in tutta la stanza soprattutto perché io avevo una suoneria per tutte le persone importanti, diciamo mi piaceva associare a ogni persona una canzone che ci rappresentasse. E in quel momento la voce di Marco Mengoni che cantava "Ti ho voluto bene veramente" era un allarme che il mio cuore recepì subito. Corsi a prendere quel dannato cellulare, che avrei volentieri spaccato contro il muro, ma stetti ferma lì, non mi mossi, non premetti nulla, aspettai, mi feci male, ma non risposi, arrivò la seconda chiamata, in quel momento mi raggiunge Giulia mentre gli altri rimasero fermi al tavolo in attesa di un segno, di un qualcosa che gli poteva far capire che stavo tornando alla realtà, ma ormai la mia testa era andata. Arrivò la terza e Giulia mi disse"Rispondi, sei forte! Ieri lo hai dimostrato, affronta le tue paure!".

"Pronto" - "Manu, davvero mi hai risposto e io che non ci speravo più" - "Pur di non sentire più il cellulare squillare farei di tutto, anche risponderti, comunque dimmi" - "Dove sei? Sento rumore." - "Non sono fatti tuoi sicuramente, sono dove voglio essere!" - "Sono vicino casa tua, puoi scendere? Ho capito di aver sbagliato, e mi dispiace, io ho capito che tu sei la donna della mia vita!" - "Io ho una cosa da dirti, se tu in questi mesi hai capito che io sono la donna della tua vita, io ho capito l'esatto contrario, tu non sei l'uomo per me! Dopo anni insieme hai pensato bene che non vedevi un futuro insieme e sei quasi scappato, hai vissuto le tue 'avventurelle' e io a differenza tua ti amavo, perché mi sono informata fin troppo di ciò che tu facevi! So esattamente tutti i nomi di quelle quattro sguaiettate che ti sei portato al letto, almeno fino a un mese e mezzo fa, dopo di che non ho voluto sapere più nulla, tu hai la tua vita e io la mia. Ma da me non dovevi tornare assolutamente! Io sto bene senza di te, anzi sto bene con me stessa che è la cosa fondamentale, quindi caro Lorenzo, mi spiace tanto, ma quattro insieme mi son bastati per capire che una persona come te, non merita assolutamente di stare al mio fianco! Adesso, sto sprecando fin troppo tempo a darti spiegazioni che non meriti di avere. 4 mesi fa io dovevo avere delle spiegazioni, io, solo e unicamente io. Ci si vede in giro, e sei pregato di cancellarti il mio numero, ciao! Ah e per la cronaca, non ti amo più, e sai che c'è?mi sento come se mi fossi tolta un peso! E' la prima volta che lo dico ad alta voce, ma davvero io non ti amo più, amavo semplicemente l'idea che avevo di te nei 4 anni insieme." - "Quindi mi hai dimenticato?" - "No, non lo farò mai, sei stato una delle persone più importanti, ma semplicemente ho capito che non si può piangere sul latte versato, ormai siamo cambiati e bisogna accettarlo,quindi ti auguro di trovare una persona che ti faccia venire voglia di mettere la testa a posto, e soprattutto una persona che tu amerai davvero!" - "Allora è un addio?" - "Sì, addio!" - "Ciao piccola". Chiusi la chiamata piangendo,però mentre Giulia mi asciugava le lacrime sorrisi, ci ero riuscita!


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