Circa quattro anni fa cominciai la frequentazione con la persona che amo e che ho amato più in tutta la mia vita: Lorenzo. A giugno la storia finì, il motivo? Io volevo realizzarmi non solo professionalmente ma anche sentimentalmente e quindi cominciare a crearmi una famiglia, come ne avevamo sempre parlato, o forse ne parlavo solo io, ma lui pensò bene che dovevamo aspettare, che non si sentiva pronto, e che forse non si sarebbe mai voluto sposare, morale della storia? Lo lasciai, sperando capisse che a trentun'anni devi in un modo o in un altro mettere la testa a posto. Per i primi tre giorni, mi cercò insistentemente, però solo telefonicamente, poi riprese la sua vita prima di conoscere me: lavoro, cene, discoteche, insomma la bella vita, senza regole.
Durante questi mesi la mia famiglia mi restò sempre accanto, in qualsiasi scelta giusta o sbagliata che io presi, anche se quella della partenza, ero consapevole che speravano che non partissi, ma per me restare lì era diventata una sofferenza! Non decisi di scappare, sia chiaro questo, ma approfittai, solamente, di un opportunità per star bene io, sia con me stessa che professionalmente.
Lui fu all'oscuro della mia decisione, poiché chiesi espressamente agli amici in comune di poter evitare di dirglielo, anche a sua sorella Mara, mia migliore amica insieme a Giulia. Decisi che io e lui ormai dovevamo camminare su due binari separati. Tutti mi chiedevano se io sperassi in un suo ritorno, ma risposi sempre no. No, perché che senso aveva tornare dopo essere stato con tante donne, e pentirsi? Si ci pente all'istante, anzi non doveva esserci neanche la parte del pentimento. In questi tre mesi mi chiesi un milione di volte se lui mi avesse detto sì, se davvero ci saremmo potuti sposare e così costruire una famiglia, ma alla risposta non ci arrivai mai. Piangevo ogni notte, perché pensavo di aver buttato all'aria quattro anni della mia vita. Immaginarmi con un altro dopo di lui, fu un pensiero surreale, avevo solo il bisogno di stare sola, per provare a ritrovare la serenità che avevo prima della tempesta che mi travolse.
Appena arrivata a Roma, la mia migliore amica Giulia mi stava aspettando alla fermata, andai a vivere con lei e con il suo fidanzato Mattia. Lei era un uragano, sprizzava gioia da tutti i pori, non c'era stato mai un giorno in cui la vidi triste. Fin dall'asilo eravamo insieme, anche all'università scegliemmo la stessa facoltà, poi, lei 4 anni fa scelse di partire perché in un viaggio a Roma conobbe Mattia, e decise di prendere questa decisione folle e viversi questa storia lontano da tutto e tutti. Lei qui trovò subito lavoro e mille furono le volte che mi chiese di andare lì da lei, ma io temporeggiai sperando di entrare nella mia città in qualche istituto sia per la mia famiglia che per Lorenzo.
Dopo ciò che accadde, mi resi conto che la vita era imprevedibile quindi l'unica possibilità che avevo, era quella di sfruttare al meglio le occasioni. Infatti, i primi di luglio Giulia mi chiamò come suo solito e mi disse:"Manuu mia, ho una novità: cambio lavoro! Una mia collega è diventata preside di una scuola privata e vorrebbe che andassi a lavorare nella sua scuola, e so che cerca altri insegnanti e ti ho proposto!" Io li per lì rimasi basita, e infatti fu Giulia che cercò di farmi tornare sulla terraferma - "So che il periodo che stai passando non è dei migliori, ma so che sei una valida insegnante ed ho già detto a Mattia che una persona in più che ci aiuti in casa sarebbe perfetta! Quindi riflettici e se vorrai io sono qui!". In un primo momento ci pensai sola, non lo dissi a nessuno per quasi una settimana poi uscii di testa, e glielo dissi ai miei che furono contenti per me, o perlomeno cercarono di non farmi vedere quanto gli costasse che la loro figlia di 25 anni se ne andasse di casa esattamente a 500 km, perché mia sorella era partita esattamente l'anno precedente per andare a studiare a Napoli, quindi se anche io me ne andavo per loro era solo un dispiacere, ma non per il bene profondo ma perché a chi davano tutte le loro attenzioni, e soprattutto con chi potevano essere premurosi?! Mia sorella Pamela era vivace sin da piccola, ma da grande diede non pochi problemi, ci passavamo esattamente 2 anni ma eravamo completamente diverse: lei occhi verdi come la foglia, io occhi come il cielo, lei capelli biondi, io capelli castani, ma diverse anche caratterialmente, lei furba com'era faceva in modo che le colpe cadessero addosso a me,e io ingenua e buona stavo al suo gioco, purtroppo!
Comunque presi la decisione di partire il giorno di Ferragosto, dopo una lunga giornata sia con i miei parenti che con i miei amici, decisi di dirgli la decisione presa. Non potevo sprecarla perché forse sarebbe stato l'ennesimo errore e non mi andava di vivere con i "se" e con i "ma". Quando lo comunicai, vidi i loro sguardi misti a tristezza e felicità, mia mamma mi sorrise e alzò il pollice, mio padre era commosso (cosa veramente rara), Pamela gridò che finalmente potevo ritenermi libera (dai miei, lei intendeva e soprattutto secondo lei di vivere una vita sregolata),e Giulia cosa disse? (Ah sì, lei passava l'estate qui con la sua famiglia, e ovviamente erano amiche anche le famiglie) Giulia cominciò ad urlare, e dico urlare davvero, piangeva, rideva, non si capiva molto le emozioni che provava, mi saltò addosso e mi fece cadere, slogandomi la caviglia, ovviamente. Da quel giorno tutto lo proiettai per la mia partenza, preparai scatoloni, li mandai una parte a Roma quando Giulia partì, preparai valigie, e soprattutto comprai il biglietto che appena arrivata a casa lo incorniciai.
Quando arrivai a Roma, purtroppo rimasi bloccata nel traffico, ma il pensiero che più mi elettrizzava era conoscere i bambini che avrei accompagnato in questa prima fase della loro crescita, ma lo ero anche perché era una cosa che per la prima volta facevo sola, nessuno era con me, sì Giulia, ma non i miei, non Lorenzo, io sola che affrontavo una realtà diversa dalla quale ero abituata a vivere.
Giulia mi vide dal finestrino del pullman e mi sorrise, anche a 200m di distanza. Il suo sorriso per me in quel momento fu la conferma che lei in questo percorso era il mio faro, il porto sicuro dove tornare.
Scesi dal pullman emozionata, cosa rara per me che ero l'indifferenza in persona, ma con lei non riuscivo, lei in un modo o in un altro buttava, sempre, giù tutto. Mi saltò completamente addosso, non facendomi neanche respirare, mi stritolò fino a quando Mattia dopo cinque minuti buoni intervenne per salvarmi prima di morire soffocata. Ovviamente lui era stato addestrato per prendere subito tutte le valigie e metterle in macchina, sì anche lui era sotto di lei, purtroppo nessuno riusciva a dominarla.
Prima di arrivare a casa loro, che da quel giorno diventò casa nostra, lei ci costrinse a fermarci al Mc Donald, aveva una voglia matta di "chicken burger" così ci disse, sì e non solo di quello, si mangiò praticamente di tutto, partì dal panino, per passare al gelato, al milkshake, e per finire la torta al cioccolato. La guardai tutto il tempo disgustata, ma soprattutto, come sempre la guardai perplessa, dove finiva tutto ciò che ingeriva?! Aveva un fisico strepitoso, e sembrava che mangiasse solo insalata. L'unica spiegazione plausibile era la sua iperattività. Finalmente dopo due ore entrammo in quella che doveva rappresentare la mia casa, anche se con disagio e con il magone, tentennai sul ciglio della porta, Giulia se ne accorse e mi prese per mano, mi spinse dentro e chiuse la porta, quando mi girai verso il salone da pranzo mi accorsi dei festoni di benvenuto, e c'era una foto su tela grande di tutti e 3 insieme. Poi mi mostrò la mia camera già riempita con mie foto, nostre, della mia famiglia, e l'abbracciai forte perché mi resi conto che per l'ennesima volta stavo per affogare e lei mi aveva salvato, poi si staccò mi diede un bacio sulla fronte e mi lasciò sola. Mi stesi sul letto, ancora sfatto e guardai il soffitto, mi chiesi solo una cosa in quel preciso momento: sarei tornata a essere felice?Ma stranamente rispetto alle altre volte, mi risposi subito! La felicità per tutti noi dura un attimo, l'importante era essere sereni,e io ci sarei riuscita, sì! Quella notte dopo aver disfatto gli scatoloni e le valigie, con i miei due coinquilini, andai a dormire ma per la prima volta dopo mesi con un lieve sorriso, segno che forse qualcosa dentro di me stava già cambiando.
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RICOMINCIO DA ME!
RomanceManuela lascia la sua città, per abbandonare tutto ciò che le fa più male. Ma il passato torna a bussare alla sua porta, insistentemente. Lei sarà così forte da lasciarlo fuori, e non farsi scalfire da nulla? Sarà così forte da ricominciare?