CAPITOLO 25 - Parole non dette...

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MANUELA.

I giorni successivi furono divisi tra i vari preparativi per il matrimonio, e non solo, anche per i preparativi per l'addio al nubilato. Decisi di non fare le solite cose, un po' infantili, ma di organizzargli qualcosa di divertente, ma anche nostalgico, dopotutto nessuno dei due si era mai sbilanciato con l'altro, avevano due caratteri orgogliosi, e quindi chiamai l'unica persona che conosceva Mattia meglio di chiunque altro: Fabio.

"Pronto Manu, è successo qualcosa?" - "Ma perché pensi che io ti chiami solo se succede qualcosa?" - "No, ma infatti se succede qualcosa non sei tu a chiamarmi, mi sono sbagliato. Ma la tua telefonata non è molto prevedibile." - "E perché? Anche l'altro giorno ti ho chiamato." - "Sì per dirmi di non fare tardi, perché avevi fame, ed erano solo le 18:30." - "E chi aveva ragione?" - "Tu, ma sono arrivato per le 21 non così tardi." - "Un'ora e mezza di ritardo ti sembra poco?" - "Finiamola di discutere e dimmi il motivo per cui mi hai chiamato." - "Sei troppo impegnato e non puoi parlare con me?" - "Sì, sto solo mettendo a posto delle carte. Parla, dai." - "Hai già organizzato l'addio al celibato?" - "No, non ho avuto proprio tempo, ma pensavo di andare in qualche locale." - "Senti, non so se sarai d'accordo, ma io pensavo di organizzare qualcosa solo per loro due, di fare una doppia intervista, e poi riunirci a casa nostra e vederla tutti insieme, e regalargli un weekend ad un centro benessere. Tu che dici?" - "Io in realtà volevo uscire." - "Tu esci sempre, puoi uscire nel weekend dove non sarai costretto a stare a casa nostra dato che loro non ci saranno, e sicuramente la mia compagnia non è delle migliori, per te." - "Non è vero, sinceramente senza litigare stiamo fin troppo bene insieme, ma non ci riusciamo per più di un'ora, quindi mi trasferisco a casa tua per il weekend." - "Non scherzare, e dimmi che ne pensi." - "Sì, mi piace. Però una domanda: come faccio io a far raccontare a Mattia la sua storia con Giulia?" - "Noi, dobbiamo far finta che è il giorno del loro addio, quindi che queste domande fanno parte di scherzi e cose così, cominceremo dal primo pomeriggio e poi per le 20 ci troviamo a casa nostra, prendiamo pizze e bibite e Salvatore porta il montaggio dei video. Ovviamente faremo le stesse domande ad entrambi." - "Sì streghetta." - "Io non sono una strega, sono così buona, che ti ho chiamato pensa tu." - lui rise - "Infatti, leggere Manuela sullo schermo e soprattutto quando ho risposto non sentirti gridare mi ha fatto piacere, anzi, molto piacere." - "Bravo, parlare con me per te, deve essere un onore." - "Non cambi mai!" - "Menomale, non sai quante persone ho visto cambiare, almeno io voglio essere sempre me stessa, non ho bisogno di cambiare, sono contenta così." - "Con Lorenzo tutto ok?" - "Non lo so, la situazione è molto particolare. Comunque cambiamo discorso, quando ci troviamo per scrivere le domande?" - "Stasera va bene?" - "Vieni a casa mia? Così Cristel ci cucina qualcosa di buono sapendo che ci sei tu." - "Va bene, per le 19 sono da voi." - "Ciao Streghetta." - "Ciao Ghiacciolo." - "Ghiacciolo mi è nuova!" - "C'è sempre del tempo per scoprire i 300 nomignoli che ti ho associato." - "Non tanto." - "In che senso?" - "In nessun senso, era una frase detta lì." - "Va bene, a dopo."

Verso le 19 andai da Fabio, ma come al solito lui ci impiegò molto tempo per arrivare, ingannai il tempo cucinando insieme a Cristel, e pensando a un'idea originale anche per il matrimonio.

Poi mentre cucinavamo i gamberoni, inevitabilmente caddero, sia a me che a Cristel, e con loro scivolammo anche noi. Io e lei avevamo in comune questo, essere imbranate, quindi dopo mezz'ora ancora ridevamo, quando arrivò Fabio non lo sentimmo proprio, e quando mi voltai per poggiare l'insalata sul tavolo, lo trovai con un sorrisino soddisfatto, e devo dire che era bellissimo! "Buonasera si usa dire." - "Buonasera sorellina mia, come ti è andata la giornata?" Io sbuffai senza più ribattere. Lui provò più volte a rivolgermi la parola, ma io evitai fino a quando dopo aver aiutato Cristel a sparecchiare gli dissi: "Dai su siediti, adesso devo parlarti, ma vorrei farne a meno, parliamo solo delle domande." - "Ma lo vedi che non sai stare neanche agli scherzi?" - "Non mi interessa, cominciamo con la prima!" - "Con quale vorresti cominciare?" -  mi chiese Fabio ma Cristel intervenne subito - "Ovviamente dovete cominciare da quando erano piccoli, devono raccontare delle persone importanti, perché le altre domande verranno trasmesse durante il matrimonio!" - "Ah e questo quando è stato deciso?" - "Mentre ti aspettavamo! Ho pensato di cominciare dal principio da due bambini! Noi ovviamente all'addio gli faremo sentire solo alcune cose, il resto ci sarà al matrimonio!" - "Anche se per me è un'idea troppo sdolcinata, se hai deciso così per me va bene. Però fammi dire la mia su qualcosa." - " Tu devi aiutarmi a formulare le domande, sei più tagliente!" - "Ah grazie, eh!" - "Ma non fare il finto permaloso, cominciamo!" Finite tutte le domande mi alzai, "Che stai facendo?" - "Me ne vado, ci sentiamo in questi giorni, se hai altre idee chiamami." - "Sì, sicura che non vuoi che ti accompagni?" - "Ho la macchina di Giulia, grazie." Mi diede un bacio sulla guancia soffermandosi un po', e nel mio stomaco c'erano farfalle, di ogni colore. Il suo bacio, era molto di più di quello, significava uno scusa per tutto, quel gesto contava più di un ballo senza dirsi nulla, contava più di un litigio forte, urlandoci contro parole orribili. Quel bacio era un ritrovarsi di due persone che si erano legate senza volerlo, ma l'uno quasi dipendeva dall'altro.

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