prologo

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...un raggio di luce colpì Claudio dritto in viso,  gli sembrava di fluttuare nell'universo, non ricordava dove si trovava e intorno a sé  sentiva solo silenzio. Piano piano la sua mente cominciava a prendere coscienza di ciò che lo circondava, il brusio delle voci dei passanti giù in strada, il cinguettio di qualche uccellino sul suo davanzale, un leggero alito di vento...tentò più volte di aprire gli occhi, gli ci volle davvero molto tempo, realizzò di avere un dolore lancinante alla testa... <emicrania post sbornia - pensò - sei proprio un coglione! > Aprì gli occhi e si ritrovò sul suo divano , il "divano delle gioie" come lo chiamava Lui... sorrise amaramente a quel pensiero, se solo avessero saputo quanto dolore e quante lacrime quei morbidi e candidi cuscini arebbero sopportato. Era sdraiato come fosse svenuto di botto, faccia rivolta a terra , una mano che penzolava fuori dal divano e proprio sotto, rovesciata a terra una bottiglia di whisky , bastava il suo mal di testa a fargli capire che l'aveva svuotata la sera prima. Con uno sforzo immane si mise seduto , e dopo qualche minuto riuscì a mettere a fuoco quello che lo circondava...rimase perplesso a guardare la sua casa, quelle pareti così bianche, la sua cucina, la tevisione,i peluche...gli sembrava tutto così estraneo, così freddo, era tutto così sbagliato...gli mancò il respiro, gli capitava spesso da quando lui era  andato via, gli attacchi di panico arrivavano anche in piena notte, a volte urlava così forte da svegliare l'amico che abitava nell'appartamento accanto...a volte il dolore era così forte che culminava in attacchi di vomito e nottate infinite  abbracciato al gabinetto, già perché di giorno le cose sembravano più facili, la notte invece i suoi mostri venivano a cercarlo, e lo devastavano sempre...questo era diventato, un uomo solo, col cuore spezzato, il cui futuro gli aveva sbattuto la porta in faccia andandosene via da lui .

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