Incontri

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Mario si svegliò nella casa a Ostia di Clarissa, che era quasi l'ora di pranzo, Samuele dormiva ancora accanto a lui. <ok, non avrei dovuto! > pensò Mario,  alzandosi e dirigendosi verso la doccia. Nella casa regnava il silenzio, il sole accecante penetrava dalle finestre, Mario uscì sul balcone il rumore del mare era da sempre un toccasana per lui, risanava le sue ferite e rigenerava il suo spirito, respiro' a pieni polmoni chiuse gli occhi e si lasciò scaldare dai raggi del sole. Decise che era ora di ripartire, mando' un messaggio a Clarissa, che sicuramente aveva concluso la serata in camera con Vittorio. Raccolse le sue cose e si avviò verso la sua macchina.

Rientrò a Roma che era tardo pomeriggio,  rispose ad una telefonata di Clarissa e a un messaggio di Samuele che era dispiaciuto per non averlo trovato accanto a lui al suo risveglio : "scusa il lavoro sai com'è ". <Sbrigativo e freddino, avrebbe capito?> Pensò tra sé  Mario.

Mario per nulla al mondo voleva rinunciare alla passeggiata con Kim ,  arrivò a casa, si cambio',cappellino, occhiali da sole e cuffiette nelle orecchie e via. Tornarono dopo un paio d'ore Kim  era distrutta! Mario preparò la cena,si appisolo' dopo aver cenato, quando si sveglio' decise di fare un salto al Monkey's nonostante fosse di riposo. Era notte quando entrò nel locale e appena varcata la soglia, una sensazione strana gli prese lo stomaco, si guardò intorno finché non lo vide.

Claudio era al tavolo con altri tre ragazzi, due li aveva già visti altre sere al locale  < due zoccole>, li avrebbe definiti,  l'altro ragazzo seduto con lui  non lo aveva mai visto. Mario non sapeva come comportarsi, pensò non fosse il caso di andarlo a salutare, in fondo il Dio greco magari nemmeno si ricordava di averlo incontrato il giorno prima, così tirò dritto, saluto' i ragazzi e si sedette sugli sgabelli dei clienti, voltando le spalle a Claudio , in attesa che gli portassero la solita birra. Fece due chiacchere  coi ragazzi dietro al bancone e con qualche cliente abituale. Era abbastanza nervoso, <che cazzo!  - pensava rivolto al bancone - manco uno specchio abbiamo messo >  ci fosse stato, avrebbe potuto vedere cosa accadeva alle sue spalle. 

E mentre sorseggiava la sua birra direttamente dalla bottiglia, Mario sentì di nuovo quella sensazione, disagio misto ansia, la bocca dello stomaco chiusa e un brivido lungo la schiena, come se qualcuno avesse appena spalancato la porta degli abissi...fu un attimo, si voltò e i suoi occhi puntarono dritti verso due occhi verdi alle sue spalle che lo stavano fissando.  Come calamite si agganciarono, passarono minuti, mesi, anni...chi lo sa, Mario si ridesto' quando si sentì toccare il ginocchio, era Lucas uno dei ballerini che ogni tanto facevano degli spettacoli nel locale, Mario fu molto cordiale ma sbrigativo,  Lucas capì che non era serata e lo lasciò in pace. "certo che riuscire ad avvicinarti è un impresa-   disse Claudio alle sue spalle -  posso ? ", sorrise indicando lo sgabello accanto al suo " ogni volta che ti incrocio non so resistere alla tentazione di chiederti il permesso di starti vicino!" Mario pregò che il buio del locale fosse abbastanza scuro da coprire il rossore che, sicuramente gli era comparso in volto, sorrise al giovane ma non riuscì a proferir parola, il cuore era arrivato al pomo d' Adamo e lì pompava talmente forte che Mario non riusciva nemmeno più a sentire la musica in sottofondo.

"Veramente sei fuggito via l'unica volta che mi hai incontrato -  disse Mario - mai nella mia vita avevo fatto scappare qualcuno in quel modo"  sorrise, "veramente l'unica volta che ti ho incontrato, mi hai fatto arrivare in stazione con mezz'ora di ritardo! Il mio amico - disse indicando Paolo ancora seduto al tavolo-mi ha fatto una cazziata!" ,
"Che ci fai qui?" chiese Mario diretto,  "Oh beh ...ho conosciuto tre tizi simpatici in una pizzeria,  e uno di loro mi ha dato il biglietto da visita  di un locale molto bello che avrei dovuto assolutamente vedere, ed eccomi
qua! "
Mario rimase in silenzio poi chiese, "e come lo trovi, il locale?" ,  "Decisamente molto bello!" Disse pieno di convinzione Claudio, 
Mario disse "stasera è abbastanza tranquillo, avresti dovuto esserci ieri sera..." ,
"Si - lo interruppe Claudio - la serata revival anni 80 mi hanno detto che è la migliore, per quello non sono voluto mancare !"
Mario  assimilo' le parole di Claudio e alla fine sorpreso chiese "eri qui ieri sera? "
Claudio annui fissandolo negli occhi. Mario non aveva più saliva, Claudio era lì la sera prima e lui non lo aveva visto? Cosa aveva fatto? Claudio sorseggiava il suo cocktail senza distogliere gli occhi da lui.
"Ti è piaciuta la serata?" Chiese Mario "si mi è piaciuta molto, Daniele è stato spettacolare, ma sono rimasto colpito dalle acrobazie del barman" disse alzando il sopracciglio e sorridendo maliziosamente , Mario pensò di andare a fuoco.
" beh grazie - disse Mario preso alla sprovvista e un po' imbarazzato - mi diverte molto stare dietro al bancone, potevi farti vedere, ti avrei preparato qualcosa"
"oh ma tu me l'hai preparato un cocktail, ed era buonissimo" - possibile che sia venuto al bancone e io non l'abbia riconosciuto? - pensò Mario,  Claudio sorrideva soddisfatto nel riconoscere lo stesso Mario della pizzeria, imbarazzato, dolcissimo e bellissimo.

"Niente bigliettini stasera?" Mario arrossì di nuovo < smettila cazzo! Smettila subito!> Pensò tra se, doveva riacquistare un po' di contegno "Diciamo che il mio fascino aumenta quando sto dietro al bancone, saranno le luci? ",
"  No, non credo sia merito delle luci" disse Claudio , Mario arrossì di nuovo, bevve un sorso dell'altra birra che aveva ordinato, per riacquistare un briciolo di contegno "potevi venire a salutarmi ieri, mi spiace non averti visto " Claudio avrebbe voluto rispondere che lo aveva ammirato da lontano, che avrebbe voluto entrare dietro quel bancone e baciarlo, che avrebbe voluto prendere a pugni tutti quegli uomini e quelle donne senza distinzione, che gli passavo i bigliettini, avrebbe voluto chiedergli chi cazzo era il ragazzo del divanetto e dove cazzo era scappato a notte fonda, e più di tutto avrebbe voluto chiedergli di chi cazzo era il succhiotto che aveva sul collo, ma ovviamente nulla di tutto ciò uscì dalla sua bocca.
"Come è andato il tour di Roma oggi?" Chiese Mario , Claudio fece un sorriso entusiasta, la faccia di un bambino che per la prima volta si trova in un parco giochi "benissimo! Roma è pazzesca!" E cominciò a elencare tutti i posti in cui era stato, Mario sorrideva "e poi quella scalinata,  tutti quei fiori sopra, la gente, il cibo..." Claudio era un fiume in piena, il suo entusiasmo era contagioso, Mario era perfettamente consapevole di quanto fosse meravigliosa la città in cui abitava ma era la prima volta che qualcuno gliela descriveva così,  il Dio greco sembrava un bambino davanti ai cancelli di Gardaland .
"Claudio io vado" - disse Paolo che nel frattempo si era avvicinato a loro, Claudio presentò i due ragazzi. Paolo disse che era stanco e che rientrava in hotel, i ragazzi con cui stavano parlando si erano offerti di accompagnarlo, Claudio guardò Paolo, i ragazzi del tavolo che nel frattempo si erano avvicinati, e guardò Mario, che lo fissava senza dire una parola, "io resterei Paolo, ci sentiamo più tardi" , "ok amico e ti prego - supplico' Paolo domani dopo le 9 ti pregoooo! Non svegliarmi prima! "

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