Andiamo a casa

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L'urlo li raggiunse ancora prima di vederla "Amoooooo!!!!!" Mario sorrise e si alzò e si voltò appena in tempo per prendere in braccio la ragazza dai lunghi capelli lisci, che si era appena lanciata verso di lui, Mario la teneva sollevata ridendo di gusto, l'impeto di gelosia che venne a Claudio non aveva nulla di razionale. Era una donna cazzo, per quello che poteva saperne lui, poteva anche essere sua sorella! 

Claudio si sentì sollevato quando la tizia scese da lui e si presentarono, era la famosa Clarissa dell'America, quella che aveva aiutato Mario a rimettersi in sesto e ripartire da zero, sentì quasi il bisogno di dirle grazie, per essersi presa di cura di Mario, quando ancora lui non lo conosceva < ma che cazzo stai pensando ???>  pensò Claudio tra sé.

"Posso parlarti un attimo" - Mario si voltò a quelle parole, aveva riconosciuto la voce di Stefano,  sembrava  un po' alticcio.
"Possiamo rimandare?" Chiese Mario. "No" disse Stefano, Mario sapeva che non se ne sarebbe liberato facilmente, si voltò verso Claudio  "torno subito" gli disse, il veronese li seguì con lo sguardo fino a che non scomparvero.
"Chi cazzo è? " disse Stefano appena fuori dalla vetrata del giardino
"Che cazzo vuoi?" Mario voleva tagliar corto.
"Voglio sapere chi è quello stronzo! " 
" L'unico stronzo qui sei tu , e se non ti dai una calmata ti sbatto fuori a calci nel culo"
"Io voglio sapere chi è! "
Mario si stava veramente incazzando, avevano affrontato quel discorso un milione di volte, "qualsiasi cosa riguardi la mia vita non è affar tuo da tanto tempo! È finita Stefano, è finita perché abbiamo esaurito tutto il bene che potevamo darci, è finita perché per la mia vita voglio qualcun altro accanto a me! Io non ti amo...mi dispiace,  vai avanti con la tua vita come io sto facendo con la mia! " ognuna di quelle parole era come un pugno nello stomaco, ma Stefano lo sapeva, lo sapeva da quando Mario era partito per l'America che l'avrebbe perso, ed era stata solo colpa sua "mi dispiace Mario,  mi spiace io...non volevo farti del male...mi spiace di non aver capito prima... la persona che sei...", Mario tagliò corto e disse "buona fortuna Stefano e smettila ti prego di venire qui ogni sera, non fa bene a nessuno dei due". Stefano rimase a fissarlo prima di voltarsi e andar via.
Mario sbuffo' si sedette su una panchina lì vicino e si prese la testa fra le mani, gli spiaceva  per Stefano, sapeva di essere stato duro,  era consapevole di averlo ferito e la cosa non lo faceva sentire pulito. Si accese una sigaretta e poi un'altra, perse il conto del tempo, ripenso' a come si era sentito quando stavano insieme, alle volte che Stefano lo aveva umiliato, tradito, in realtà cercava solo una scusa per sentirsi meglio, una specie di giustificazione tipo occhio per occhio, ma il suo umore non migliorava affatto.

Claudio ancora al tavolo con Clarissa e i suoi amici, aveva visto andar via il tizio con cui Mario era uscito in giardino. Non vedendo rientrare Mario, uscì a cercarlo, lo vide seduto su uno dei divanetti del giardino, i piedi appoggiati al tavolino di fronte.  "Tutto bene?" chiese Claudio  , "Mario gli sorrise, "sì" rispose, "posso?" Disse Claudio,  indicando la panchina, Mario annuì e sorrise "... è possibile che da quando ti conosco, non fai altro che chiedermi il permesso di starmi vicino?"
Claudio sorrise "che ci vuoi fare Mario, sono una persona educata! "
"...o non riesci a starmi lontano?" Disse Mario sfacciato.
Claudio lo guardò serio, "ti piacerebbe vero?" Mario rise , sembrava essersi rilassato, rispetto a qualche minuto prima.
"Tutto bene?" Chiese Claudio preoccupato, Mario sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma non aveva voglia di spiegare, era poco il tempo che avevano a disposizione, non lo avrebbe certo sprecato parlando del suo ex,  " sì tutto bene " Claudio moriva dalla curiosità di sapere di più,  ma sapeva perfettamente di non averne nessun diritto, ma era più forte di lui, "chi era quello?" Mario divenne serio, "il mio ex " e non aggiunse altro, a Claudio bastò sentire ex per sentirsi meglio. "Niente bigliettini stasera?" Chiese Claudio per cambiare argomento,  Mario sorrise, "stasera solo uno, un tipo sfacciato! Si vede che sto perdendo il mio fascino!" , infilò la mano in tasca ed estrasse il pezzo di carta piegato, lo aprì, c'era scritto solo: "SONA" e la solita firma VR , Mario lo guardò non capendo, "...è il mio cognome" disse Claudio,  Mario sorrise,  rigiro' il biglietto tra le mani e lo rimise in tasca, allungò la mano destra verso Claudio come se si stesse presentando ad uno sconosciuto: "piacere Mario Serpa ". Claudio sorrise e gli strinse la mano a sua volta.

"Hai mangiato?" Chiese Mario, " io sì, tu no" rispose Claudio , mangerò a casa ora che arriviamo, il cuore di Claudio fece una capriola,   "sempre che tu non voglia tornare in albergo e passare lì la tua ultima notte a Roma?! " concluse Mario facendogli l'occhiolino, mentre uno accanto all'altro si avviavano verso l'interno del locale . <Che cazzo di domanda era quella? > pensò Claudio. "No che non voglio!" Disse di botto, Mario scoppiò a ridere, aveva il cuore leggero traboccante di gioia, non si accorse nemmeno che il suo braccio si allungò verso Claudio prendendolo a braccetto " andiamo a casa Sona " . Claudio fu invaso dai brividi un'ondata di calore lo avvolse, il suo cuore era impazzito, si fermò fissò Mario negli occhi, si sciolse dal suo braccio, gli prese il volto tra le mani e lo baciò, come se avesse voluto mangiarlo, come se al mondo importasse solo quello !

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