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Seduto sui gradini del ballatoio di Mario , Claudio ripensava alle cose che avevano condiviso , alle volte che era salito Mario a Verona e alle volte che era sceso lui a Roma, vivevano lontani ma non c'era nulla che non sapevano uno dell'altro, nulla eccetto una cosa, una cosa sola, che  Claudio aveva omesso e questo era di certo l'errore più grande della sua vita, avrebbe vissuto col rimpianto di essere stato superficiale e sapeva di doverne pagare le conseguenze, ma aver fatto del male a Mario, questo proprio non poteva sopportarlo.
Si avvicinò alla porta e bussò piano, era notte non voleva svegliare i vicini. Aveva sentito dei rumori dall'altro lato, come uno strofinare, pensò fosse Kim, ma se non fosse stata lei, se fosse stato Mario? Avrebbe dovuto provare, appoggio' il palmo della mano sulla superficie della porta " mi dispiace Mario, mi dispiace... io non avrei mai voluto farti del male... questa cosa io non posso sopportarla,  ti prego apri la porta, lascia che ti spieghi, ho sbagliato lo so, avrei dovuto dirti tutto ma...ti prego dammi la possibilità di spiegarti...poi me ne andrò ma non posso non spiegarti..." dall'altra parte solo silenzio, si voltò di spalle e scivolò giù, con la schiena appoggiata alla porta , cominciò a piangere come un bambino...sentì un guaito, era sicuramente Kim, che lo stava sentendo dall'altra parte della porta.

Seduto su quel pianerottolo Claudio pensava a ciò che non era riuscito a dire, a ciò che Mario avrebbe dovuto sapere , sarebbe stato più forte, più consapevole dei sentimenti di Claudio, avrebbe retto il colpo, invece quel tornado lo aveva travolto, lo aveva sollevato e l'aveva scaraventato lontanissimo da lui.

Claudio si svegliò accecato dalla luce del sole che entrava dai finestroni delle scale, aveva dormito rannicchiato sui gradini,aveva la schiena distrutta. Era quasi ora di pranzo, per quello che ne sapeva,  Mario poteva essere uscito senza fare rumore. Avvicinò l'orecchio alla porta ma dall'altra parte sentì solo silenzio.

Mario era uscito un paio d'ore prima, aveva avuto un sussulto vendendo Claudio rannicchiato sul pianerottolo, aveva fatto piano per non svegliarlo. Lo aveva osservato, aveva la barba incolta, le guance scavate e delle occhiaie profondissime.  Anche così il suo Dio greco era bellissimo. Lo aveva sentito la notte precedente. Avrebbe voluto aprirgli, avrebbe voluto ascoltarlo, ma era troppo innamorato di Claudio per restare lucido, non avrebbe retto e si sarebbe sciolto davanti al veronese in lacrime che gli chiedeva  perdono, non avrebbe resistito ai suoi occhi e a quelle labbra meravigliose che tanto lo facevano impazzire. Non voleva arrendersi alla sua debolezza ed rimasto lì seduto per terra con la schiena appoggiata alla porta d'ingresso e alla fine si era addormentato.
Portò fuori Kim in braccio, la traditrice sarebbe andata a leccarlo in faccia, come faceva sempre "come darti torto Kim" pensò ironicamente Mario . Aveva in programma di rientrare la sera e se non ci fosse stato più Claudio, sarebbe tornato al Monkey's, avrebbe ripreso in mano la sua vita, avrebbe raccolto i cocci e avrebbe ricominciato. Si poteva sopravvivere al Sona - pensava - bastava saperlo lontano, la certezza di non rincontrarlo avrebbe reso tutto più semplice.

Era quasi sera quando Mario tornò a casa con Kim, Claudio era ancora li, e stavolta era sveglio.
"Cazzo!" Mario non se lo aspettava . "Non puoi ignorarmi per sempre" , "Certo che posso! "Disse Mario mettendo le chiavi nella toppa, Claudio , che si era alzato mise la sua mano su quella di Mario "ti prego..." quel gelo Claudio non lo poteva sopportare, se lo avesse  picchiato avrebbe sentito meno male, avrebbe preferito mille volte la sua rabbia, ma il gelo della sua indifferenza era come una coltellata dritta nel petto, gli faceva male il cuore, gli faceva male da giorni, ma ora, era come se Mario lo avesse tra le mani,  e glielo stesse stringendo con tutta la forza che poteva."Ti prego " disse Claudio mentre le lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi splendidi occhi verdi.

Mario aprì la porta e fece entrare Kim, rimase immobile sulla soglia, la mano di Claudio ancora sulla sua che nel frattempo, senza forza era scivolata a penzoloni..."ti prego...io non ce la faccio...devi sapere Mario,  dammi la possibilità di spiegarti, poi andrò via e non tornerò mai più, se è quello che vorrai" . Il corpo di Mario tremava, era davvero quello che voleva? Mandarlo via senza tentare di capire? Era davvero pronto a dirgli veramente addio? Mario voleva sapere perché, se era stato lui a sbagliare spingendolo  nelle braccia di un altro,  se era stata la lontananza, le loro differenze...se voleva chiudere quel capitolo avrebbe dovuto aprirlo e scorrerlo tutto. Sospiro', "Entra".

La voce di Mario risuonò così stridula, sembrava sull'orlo di piangere, non avrebbe pianto, non in quel momento almeno, voleva sapere, voleva sentire la verità dalla voce di Claudio.Il veronese entrò asciugandosi le lacrime,  si fermò appena varcata la soglia, quanto gli era mancata quella casa... Mario gli indicò il divano e Claudio si sedette , il romano si accese una sigaretta, prese una sedia e si mise di fronte a lui. "Non è come pensi.. io avrei dovuto dirtelo, ma più il tempo passava più avevo paura, paura di perderti" iniziò Claudio , " più il tempo passava più te lo scopavi..." disse tagliente Mario  ,"no! non è così...e in cuor tuo tu lo sai Mario...pensi davvero io abbia potuto farti una cosa del genere?" Mario non rispose, non lo sapeva, o meglio non sapeva più niente , in cuor suo lo sperava, l'idea che Claudio facesse l'amore con qualcun altro gli faceva salire la rogna, i suoi occhi verdi pieni di passione, e quei canotti che aveva al posto delle labbra, i suoi denti che li mordevano, no Mario non ce la faceva ad immaginarlo fare l'amore con qualcuno che non fosse lui.

Lui e  Claudio stavano davvero bene insieme, si completavano a vicenda come gli esatti opposti, ma Mario amava Claudio, Claudio non amava Mario, questo era il finale che Mario aveva già scritto, quello che Claudio non poteva immaginare però, era che Mario lo aveva già scritto la sera dopo essersi conosciuti in pizzeria. Mario era un insicuro cronico, la sceneggiata fuori dalla discoteca aveva solo confermato i suoi dubbi, volere e potere sono due binari paralleli che non s'incrociano mai, Mario voleva Claudio ma non poteva averlo e questo lo sapeva dall'inizio...

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