Collisioni

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Si frequentavano da un paio di mesi, non era sempre facile, le relazioni a distanza sono sempre molto complicate. I giorni di chiusura delle loro attività non coincidevano, ogni tanto Mario riusciva a spostare i suoi riposi e ad incastrarli con i giorni successivi a quelli di Claudio, così in veronese scendeva a Roma per un paio di giorni e poi risalivano insieme a Verona, era un modo per avere tre o quattro giorni a settimana tutti per loro, non sempre era possibile, ma quando accadeva sembrava un sogno.

Mario adorava Verona era la città perfetta, era bellissima e molto tranquilla, appena poteva scappava da Claudio anche solo per 24 ore. Era arrivato per ora di pranzo a Verona, Claudio lo aspettava sul binario, <ci sarebbe mai stato un giorno in cui non gli avrebbe fatto più quell' effetto?>, pensava Mario mentre lo guardava dal finestrino del treno che pian piano stava rallentando. Come sempre rivedersi era un turbine di emozioni, sembrava non si fossero mai lasciati. La sintonia che li legava cresceva come cresceva il sentimento che entrambi provavano. Claudio era un po' teso quel giorno, "Sono solo un po' stanco - aveva detto - e poi il bar non sta andando così bene in questo periodo..." , " posso aiutarti?"chiese Mario preoccupato, "Si baciami Serpa, subito!" Disse Claudio prendendolo per il collo e avvicinandolo a sé.

Uscirono a cena con gli amici di Claudio, una serata tranquilla e piena di risate, Mario osservava Claudio, aveva ricevuto un paio di telefonate, era uscito dal locale per rispondere ed era rientrato più cupo che mai. " Va tutto bene?" Gli sussurrò Mario all'orecchio "Sì Mario va tutto bene" aveva risposto Claudio in maniera distaccata. Avevano deciso di andare a ballare, Mario avrebbe voluto andare a casa, ma pensò che forse distrarsi con gli amici in discoteca, avrebbe aiutato Claudio a distendersi un po'.

Erano dentro al locale da un oretta quando Mario perse di vista Claudio, passò mezz'ora prima che, preoccupato si alzò per cercarlo. Girò tutto il locale,i bagni, ma di Claudio nemmeno l'ombra, non chiese nulla ai suoi amici, la cosa cominciava a insospettirlo. Uscì per fumare una sigaretta e nel buio lo vide, dall'altro lato della strada, riconobbe la sagoma di Claudio di spalle, di fronte a lui c'era un ragazzo. I due stavano discutendo e gesticolavano, lo sconosciuto tentava di avvicinarsi a Claudio e di prenderlo tra le braccia, Claudio gesticolava a sua volta e si divincolava da quei tentativi di contatto. Mario rimase ad osservarli qualche minuto. Vide Claudio abbassare la testa e lo sconosciuto avvicinarsi a lui e abbracciarlo. Le gambe di Mario tremavano e il suo cuore batteva impazzito. Mosse qualche passo nella loro direzione, lo sconosciuto, che ancora avvolgeva Claudio tra le sue braccia, vide il moro avvicinarsi e capì, allontanò la faccia dalla spalla di Claudio e lo baciò. Mario rimase pietrificato non riusciva a muovere un solo passo...era come se qualcuno gli avesse tirato un pugno sul cuore, lasciandolo stordito e senza fiato. Claudio si scostò' dallo sconosciuto e disse qualcosa, ma Mario era troppo lontano per sentire. Lo sconosciuto gli accarezzava il viso. Claudio scosse il capo ma non si mosse...Mario indietreggio' incredulo, gli occhi puntati su quella scena , vide lo sconosciuto avvicinarsi all'orecchio di Claudio e sussurrargli qualcosa , Claudio si voltò di scatto...fino a quel momento aveva sperato non fosse lui, ma solo uno che gli somigliava parecchio...il suo incubo peggiore si era avverato, Claudio si divincolo' dallo sconosciuto "Mario aspetta non è come pensi..." Mario indietreggio' era la sua voce...quello era veramente Claudio e aveva appena baciato un altro... avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto fargli male ma non riusciva a muoversi e a parlare, "Mario lascia che ti spieghi..." le risate e la voce dello sconosciuto lo colpirono come un calcio in pieno stomaco...Mario sembrò risvegliarsi dallo stordimento e indietreggio' di nuovo, delle lacrime calde gli scivolarono sul viso, "aspetta ti prego...", " perché....?", " Mario aspetta fammi spiegare....", "non-ti-avvicinare" disse Mario " mi fai schifo..." si voltò e andò via, sentiva le urla di Claudio e la voce dello sconosciuto, appena voltato l'angolo cominciò a correre, piangeva, non vedeva nemmeno la strada che stava percorrendo...corse talmente forte come se volesse scappare lontano da quella scena e da quel dolore...corse lontano finché i polmoni non rischiarono di scoppiargli...non riusciva a respirare in preda ai singhiozzi e al fiatone... "percheeeeee' ???" urlò nella notte, ... <Dio che dolore...> , vomito'...vomito' tutto quello che poteva < come ho potuto non accorgermene...come cazzo ho potuto! Perché ? Perché Claudio ? Il mio amore non era abbastanza? > Pensò tra sé...aspettò di calmarsi e di riprendere un briciolo respiro regolare, si trascinò fino ad una panchina poco lontana....ironia della sorte la panchina era proprio di fronte al ponte che più di una volta aveva percorso con Claudio. Era diventato il loro ponte, si sedevano sulla balaustra di cemento uno accanto all'altro e parlavano per delle ore, tenendosi mano nella mano .

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