Fusione

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La notte era passata veloce, ovviamente non avevano chiuso occhio. La consapevolezza che quella sarebbe potuta essere la loro ultima notte al mondo, li aveva fatti aggrappare ad ogni minuto. Avevano fatto l'amore così  tante volte da perderne il conto, da non capire più dove finiva il corpo dell'uno e iniziava quello dell'altro, avevano parlato tanto, uno tra le braccia dell'altro. I loro corpi nudi e caldi erano intrecciati, come se fosse fondamentale che ogni centimetro della loro pelle toccasse quella dell'altro , sembrava volessero fondersi in un corpo unico, tra quelle lenzuola nere.
Mario accarezzava i capelli di Claudio, e Claudio appoggiato al petto del romano, accarezzava il suo fianco.

In quel momento, nell'appartamento di Mario c'erano solo loro due, il resto del mondo era chiuso fuori. Erano solo due ragazzi che si erano trovati e scelti e che, inconsapevolmente, stavano tentando di assorbire tutto ciò che potevano uno dell'altro.
Avrebbero fermato il tempo se avessero potuto, consapevoli che quello che stavano vivendo era il momento perfetto, avrebbero vissuto altre cose nella vita, ma pochissime sarebbero state all'altezza di questo .

Era stato veramente difficile lasciare la casa si Mario, un agonia per entrambi. Mentre Claudio chiudeva la valigia, Mario gli si era avvicinato da dietro e lo aveva abbracciato , "Sona Sona..." Mario gli aveva baciato il collo, Claudio si era girato senza che Mario allentasse la presa, gli aveva accarezzato il viso e tirandogli il ciuffo gli aveva allontanato il volto, facendo in modo che i loro occhi fossero alla stessa altezza. Claudio fissò quelle pozze nere come petrolio, la vedeva la sua tristezza, e sicuramente Mario avrebbe letto la sua guardandolo negli occhi, avrebbe voluto dirgli che avrebbero trovato il modo, che sarebbe andato tutto bene, ma il nodo che aveva in gola gli bloccava le parole. La bocca di Claudio si appoggiò prima in fronte, poi sul naso, sul collo, agli angoli della bocca e finalmente sfiorò quelle labbra pazzesche, all'inizio fu un bacio delicato, morbido, le carezze sulla schiena di Claudio si fecero più insistenti, i loro sospiri sempre più forti, Mario chiuse gli occhi, sentì la lingua di Claudio risalire sul suo collo e arrivare all'orecchio, e quando la pallina del piercing, che Claudio aveva sulla lingua gli sfiorò il lobo, Mario  toccò il punto di non ritorno. Spinse Claudio fino al letto e lo buttò tra le lenzuola ancora sfatte, e lo fece suo, suo come se al mondo la sua vita dipendesse da quello, non sapeva se e quando lo avrebbe rivisto, ma una cosa la voleva, voleva che Claudio avesse il suo sapore addosso, che per Claudio più nessuno fosse abbastanza, voleva che quel momento rimanesse impresso nella mente e sul corpo di Claudio come un marchio, avrebbe voluto che Claudio fosse suo, suo e basta.

Il display di Claudio lampeggio' era un SMS di Paolo, " dove cazzo sei?" Claudio sorrise,  guardando Mario nell'abitacolo della sua Smart, "sarà già seduto sul treno, valigia a posto e giornale in mano". Con Paolo non si erano più visti, da quella sera al Monkey's, e Claudio lo sapeva, il viaggio di ritorno sarebbe stato un inferno, aveva fatto venire Paolo a Roma per visitare la città e poi lo aveva mollato, non che Paolo fosse rimasto chiuso in albergo solo e sconsolato, ma gli avrebbe dato il tormento per i giorni successivi.

Erano parcheggiati fuori dalla stazione ,era giunta l'ora di andare. Claudio gli accarezzo' il viso e lo baciò dolcemente, "ti chiamo appena arrivo" Mario annuì, senza riuscire ad emettere un solo suono. < Dio quanto è difficile > pensò Claudio , che immobile sul sedile accanto a Mario era incapace di muovere un solo muscolo. Era uno strazio per entrambi, si sarebbero incatenati uno all'altro se avessero potuto, fu Mario che interruppe quell' agonia : "Va ora..." disse, il corpo di Claudio reagì a quel comando, quegli occhi verdi meravigliosi lo guardarono un ultima volta, il tempo di un bacio veloce e Claudio aprì lo sportello e corse via.

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