Velluto

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Claudio aveva preso un analgesico, non avrebbe dovuto bere così tanto. Raccolse la bottiglia di whisky da terra e l'appoggio' sul lavandino. Si fece un altro caffè,  contemplava casa sua. Si fece una doccia lunghissima, mentre s'infilava l'accappatoio sentì il citofono suonare, qualcuno si era attaccato al bottone...pensò fosse  Paolo che, come al solito, aveva dimenticato le chiavi, gli aprì senza rispondere, fece per andare a vestirsi, questa volta qualcuno bussò insistentemente alla porta, "arrivo!!!  Smettila Paolo cazzo!!! Ho mal di t...." andò ad aprire e gli si fermò il cuore, davanti a lui c'era Mario... Claudio non ci sperava più...in cuor suo sapeva che prima o poi avrebbero avuto un altra occasione, ma non era mai riuscito nemmeno  ad  immaginarla, talmente aveva paura di sperare.

"Posso?" Chiese Mario,  Claudio sorrise...quella era la loro parola... quella parola aveva dato l'inizio a tutto, tanto tempo fa,  si fece da parte " prego...", lo guardò entrare e posare un borsone a terra.  Mario si guardava in giro la casa non era cambiata, mancava da parecchio, ma tutto era uguale, non c'erano più le loro foto, erano sparite tutte, dopotutto anche lui aveva fatto lo stesso, il dolore era troppo grande per averle sotto gli occhi, " vuoi un caffè? ", "si" lo fissò Mario, Claudio preparò la caffettiera , "torno subito", andò in camera e si vestì , non ci poteva credere fosse a casa sua, Claudio era pietrificato dal terrore, quella sarebbe stata la resa dei conti . Tornò in sala . Mario aveva aperto la finestra del balcone e si guardava intorno, Claudio gli porse il caffè, il romano continuava a fissarlo , lo fissava dritto negli occhi e il suo sguardo era...era diverso, non era arrabbiato ma non era nemmeno felice, Claudio era terrorizzato, certo era arrivato con un borsone, ma Mario era imprevedibile, discutere con lui era sempre un rischio, poteva mollarlo su due piedi e andarsene, come altre volte aveva già fatto. Il solo fatto che fosse lì, a casa sua, voleva dire solo una cosa...Mario era lì per lui...o no...<cazzo non riesco più a pensare!!!! > ok Mario era in casa sua da nemmeno dici minuti e lui aveva già ricominciato a parlare da solo!

" Perché ci hai messo tanto? " Chiese Claudio, " è complicato..." disse Mario,  " ho ricevuto la tua lettera Cla, - dio quanto adorava quando lo chiamava  Cla - e ho pensato che, non potevo più aspettare, sarei venuto comunque Cla, anche senza averla letta, lo avevo già deciso...volevo essere pronto, volevo solo capire...".
"E quindi sei qui per restare? " .
"Che ne è di lui?"
Claudio sospirò " è stato un incubo,  non puoi capire Mario è venuto qui, mi si è appostato sotto casa per giorni interi, non potevo andare neanche al bar, lui era lì... mi ha rigato la macchina, imbrattato la vetrina del bar, ho dovuto chiamare i carabinieri una sera urlava come un pazzo qua sotto - disse Claudio indicando il balcone... - io non sapevo come uscirne, ho chiamato sua madre che è venuta a prenderlo, ora è da lei a New York ",
" È venuto da me sai?"
" Da te? Come ha fatto a trovarti? Quando?"
"Beh il Monkey's è un locale abbastanza famoso nell'ambiente, non credo sia stato difficile trovarmi , mi ha detto che eravate felici, che era giusto fosse andata così, che io non ero all'altezza, e non lo sarei mai stato"
"...e tu gli hai creduto?".
"...io gli ho detto che ero contento per voi e me ne sono andato".
" Gli hai creduto davvero?" Disse Claudio allibito.
"Mi dispiace Mario davvero, mi dispiace tantissimo..." .
"Beh all'inizio mi ha colpito devo ammetterlo, ha toccato tutti i tasti giusti ma ....il giorno dopo ero veramente incazzato nero, l'avrei preso a pugni...- Mario si bloccò - scusa per la sberla..."
Claudio fece un sorriso dolcissimo "me la meritavo Mario...quali sono i tasti che ha toccato? "
Mario era abbastanza imbarazzato , quella parte non l'aveva mai confessata a Claudio, il vecchio Mario sarebbe morto piuttosto che parlargliene,  ma se volevano avere una possibilità non ci sarebbero più dovuti essere segreti tra loro.
 "Beh... ha detto che io non avrei mai potuto darti quello che ti dava lui, che ti saresti stancato, che ti sarebbe mancata l'aria con me, che non sarei mai stato alla tua altezza... - Mario si alzò e andò verso la finestra - " ha dato voce ai miei dubbi, perché Cla è quello che ho sempre pensato anche io".
" Perché? ",.
"Perché... bho non lo so, tu sei così sicuro di te, sempre pieno di energie e vitalità, sei solare, sei educato, sei calmo e... e sei bellissimo Cla  e io mi sento...beh io non mi sento alla tua altezza...".
Claudio sorrise, non poteva credere a ciò che Mario gli stava dicendo, "perché non me lo hai mai detto? Mario non è così... io voglio te! Voglio tutto il pacchetto...gioie e dolori...io non vivo più da quando mi hai lasciato..." 
Mario timidamente fece spallucce. " ...e il tuo ragazzo?" Chiese Claudio  , Mario si voltò per capire...poi gli venne in mente il succhiotto "Cla mi dispiace io ero così...arrabbiato...volevo punirti...dimenticarti...dimostrarti che non c'eri solo tu al mondo... ma non è stato niente...sono stato così male..." "Lo rivedrai? "
"Beh siamo rimasti amici...mi è stato vicino nonostante io l'abbia usato..." disse Mario come se fosse la cosa più normale del mondo. Claudio si alzò dal divano e andò verso la finestra, il suo respiro era pesante, assimilava le parole di Mario " certo come no amici?!" Disse Claudio ad alta voce, "Cla ...è successo solo una volta e io...io non ce l'ho fatta... beh LUI - disse indicando il suo inguine -, lui non ce l'ha fatta ...e ho vomitato...", l'atmosfera era cambiata, il sopracciglio e lo sguardo ammiccante che avevano accompagnato le frasi di Mario, avevano smosso qualcosa all'altezza dell' inguine di Claudio, non sapeva se arrabbiarsi, se essere orgoglioso o ridere...." No, voi ERAVATE amici, tu non lo rivedrai ancora",disse Claudio avvicinandosi a lui,  Mario sorrise, Claudio geloso era una novità, era geloso di lui, e la cosa lo eccitava , lo eccitava parecchio a giudicare dal gonfiore che sentiva all'altezza della lampo dei suoi pantaloni.
Claudio si avvicino' a Mario, quelle pozze verdi sembravano in tempesta, gli accarezzo' la guancia, erano due stupidi orgogliosi, due  testoni del cazzo ma innamorati pazzi uno dell'altra.

"Perché sei qui Mario ?" Claudio voleva sentirlo, voleva sentire quelle parole uscire dalla quella splendida bocca, prima di morire su di essa ancora una volta.
"...perché ti amo Claudio Sona " disse Mario con quegli occhi così morbidi e languidi che sembravano velluto, Claudio fece scivolare la mano intorno al collo di Mario e lo avvicinò, "...posso?" Mario annuì con la testa, non riusciva a parlare, quanto gli erano mancati gli occhi verdi del suo dio greco,  appoggiò le labbra sulle sue e lo baciò, un bacio morbido, lento ,casto, si allontanò per guardarlo negli occhi "ti amo Mario Serpa! Ti amo da morire!", e lo baciò come se il mondo finisse in quell'istante, come se al mondo ci fossero solo loro, come se il loro amore imprigionato in una cassaforte di piombo stesse scoppiando lacerando tutto quello che c'era intorno.

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