Molto volentieri

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A Claudio arrivò la notifica del messaggio di Mario appena entrò in camera, e sorrise. La stanza era vuota, Paolo gli aveva mandato un messaggio, avrebbe dormito fuori.

Si buttò sul letto ancora vestito, avrebbe voluto chiamare Mario,  la tentazione era così tanta, ma non voleva sembrare invadente o troppo appiccicoso, guardò il display ancora una volta sorridendo come un ebete, salvò il numero e rispose " a più tardi" e crollò, erano quasi le 7 del mattino.

Era da poco passato mezzogiorno, Claudio la mattina era un molla caricata a mille, gli bastava aprire gli occhi e il suo dinamismo passava direttamente da zero a più infinito. I suoi amici lo detestavano, la mattina, Claudio era una macchinetta parlava, organizzava, cantava...praticamente un incubo  per chi, per uscire dal mondo dei sogni ha bisogno di ore di silenzio. Paolo gli aveva mandato un messaggio " Cla che programmi hai per oggi? Io e Pietro - uno dei ragazzi seduti al tavolo con loro la sera prima - volevamo girare la città, ci incontriamo da qualche parte?" .
" Ciao ! Tranquillo ci sentiamo per stasera". Erano le ultime 24 ore a Roma e non voleva sprecare nemmeno un minuto. Compose il numero di Mario più volte, ma non ci fu mai risposta, decise di farsi una doccia, si preparò e scese a cercare un bar per mangiare qualcosa. Aveva chiamato Mario quattro volte, se avesse riprovato anche la quinta sicuramente Mario avrebbe pensato fosse uno stalker, decise di mandargli un messaggio "se non hai impegni   possiamo fare qualcosa insieme oggi" Claudio sorrise , da  "posso" a "possiamo", quel plurale gli provocò un vuoto allo stomaco, pensò fosse dovuto alla fame, quindi scese per le vie di Roma  a cercare un posto per fare colazione.

Passarono un paio d'ore e di Mario nemmeno l'ombra, ogni cinque minuti Claudio guardava il cellulare, camminava per la città come un turista tra tanti, gli sembrava meno interessante Roma quella mattina, certo il cielo era azzurro e il sole caldo, ma c'era troppa gente intorno,troppo chiasso, troppe macchine,troppa luce, < forse - pensò - il problema non è quello che c'è,  ma quello che manca >  . Claudio era un positivo cronico, ma quella volta proprio non ce la faceva a pensar bene, dopotutto perché Mario avrebbe dovuto sprecare del tempo con una persona che non avrebbe rivisto più, che poi chi lo diceva che non sarebbe più tornato a Roma? Poteva valutarla come opzione, molte agenzie per cui aveva lavorato in passato avevano sede a Roma,  e poi Mario  magari,  avrebbe dovuto parlargliene prima di decidere di tagliare i ponti ...< che cazzo sto facendo? - pensò tra se Claudio - conosco un tizio da nemmeno 48 ore, tra altrettante ore non lo rivedrò più,  non ci sono nemmeno andato letto e già sto organizzando il futuro?!??! > .Il telefono di Claudio squillo'. Lo estrasse dalla tasca e sorrise come un ebete leggendo "Mario " sul display. "Hey buon giorno!", una voce impastata e irriconoscibile dall'altra parte " ...buongiorno ", < oddio cos'era quella voce??? - la voce di Mario era roca e sexy, Claudio immaginava quelle labbra morbide come velluto in quel momento, qualcosa nei suoi pantaloni stava spingendo per uscire..."ma stavi ancora dormendo??" Claudio sorrise, quest'ipotesi non l'aveva nemmeno presa in considerazione , "...sì.. dove sei? " disse Mario stordito dalla vitalità della voce del veronese. " beh io ora sono sul ponte che porta a Castel Sant'Angelo e..." , " ok mi preparo e arrivo". Mario si alzò si fece una doccia veloce e saltò in macchina.

Claudio lo aspettava seduto su un muretto, sigaretta in mano,  cappellino e occhiali da sole a specchio,  maglietta nera aderente e calzoncini mimetici,  "come ci si può abituare alla bellezza di questo Dio greco?" pensò Mario quando lo vide.

Fecero una passeggiata sul Pincio,  la giornata era splendida, seduti su una panchina parlarono per ore. Mario raccontò di lui, della sua adolescenza , delle difficoltà che aveva avuto, sembrava come se non volesse perdere nemmeno un minuto, come se volesse avere la certezza di passare a Claudio  tutto ciò che poteva dirgli; a Claudio faceva tenerezza perché lo sforzo era palpabile, era chiaro che Mario spinto da qualche motivo solo suo aveva deciso di aprirsi con lui.

Era ormai quasi ora di cena, Mario avrebbe dovuto passare per casa prima di raggiungere il Monkey's.
"Che programmi hai per la serata Cla?"
"Bhe , nessuno, non ho ancora sentito Paolo ma pensavo..."
"Io devo lavorare possiamo vederci più tardi se vuoi" disse girando intorno alla macchina.
Claudio non capiva se voleva liberarsi di lui, oppure se voleva solo essere gentile "Se per te va bene - disse - io verrei molto volentieri con te, se invece preferisci che ci vediamo più tardi..."
Mario sorrise come un bambino, mentre stava per salire in macchina, si appoggiò al tettuccio e fissò Claudio che immobile dall'altro lato aspettava una risposta , il sorriso di Mario si fece sempre più largo " Molto volentieri eh? E vada per il molto volentieri" disse mentre saliva in macchina."
< Che cazzo significa - pensò Claudio,  lo fa per me ??? vuol   esser gentile??? Mamma mia lo strozzerei! >.  In poco tempo arrivarono sotto l'albergo di Claudio,  Mario guidava come un pazzo, con la sua Smart s'infilava ovunque! La macchina si fermò e Claudio terrorizzato e distratto dalla guida di Mario , ancora non aveva avuto modo di elaborare una teoria sulla risposta di Mario.
"Che facciamo qui?" Disse Claudio, " beh pensavo volessi prendere dei vestiti  puliti, cioè che volessi cambiarti", "ah si certo -disse Claudio ma vorrei farmi una doccia prima" , "Bhe quella puoi farla da me, dai sali e muoviti che non posso stare parcheggiato qui!"
Claudio sceso dall'abitacolo , entrò nell'albergo, le sue gambe erano molli come un budino, la doccia da lui...

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