14. MUTANTE

804 86 6
                                    

Amanda balzò strillando a pieni polmoni.
Come avevano fatto tutti a non accorgersene?
Eppure le avvisaglie c'erano state.
Il gelo si propagò all'istante, agghiacciante e spaventoso. La piccola salentina, che più volte aveva palesato il forte disagio, si immobilizzò sul posto tremando come una foglia.
Poco distanti da loro, una scena raccapricciante si stava consumando ai piedi di un antico palazzo dell'elegante facciata.
La massa informe, sgraziatamente piegata verso il basso, sovrastava un qualche qualcosa occupando un quadrato di marciapiede nell'ombra della notte. Il folto manto di pelo brunito, imbrattato da un liquido denso e nerastro, confondeva il corpo sottostante non rivelandone appieno l'identità.
Inquietanti e disgustosi i versi provenivano dalla stessa direzione, facendo ben comprendere cosa il mostro stesse facendo: banchettava sui resti di un umano disgraziatamente capitato per quella via.

Al contrario delle fanciulle, gli Elfi ed il Templare, ci misero poco a capire cosa stava succedendo poco distante da loro. Così non persero tempo e lesti scattarono in avanti pronti all'azione.
L'assurda scena turbò maggiormente Amanda che per nulla al mondo immaginava la possibilità di tale velocità in corpi umani; maggiore sconforto investì il suo cuore quando l'essere sconosciuto si rizzò sulle possenti zampe posteriori mostrando a tutti il suo vero aspetto. Il povero normale, ormai irriconoscibile e ridotto a brandelli, fu abbandonato in mezzo ad una pozza di sangue; un'immagine disgusta e raccapricciante.
Nonostante la conoscenza di quel mondo crudele, pure Megan si dovette reggere al braccio della spaurita amica.
Quella, fu una prima volta anche per lei. Mai le era capitato di scorgere un mutante, il più pericoloso tra tutti gli Oscuri.

La bestia assomigliava parecchio ad un orso, ma un qualcosa di micidiale e diabolico lo differenzia di gran lunga da quest'ultimo. I grandi occhi rotondi iniettati di sangue spiccavano sulla faccia dal folle aspetto imbestialito.
L'essere spalancò le fauci mostrando ai nemici i lunghi canini imbrattati di rosso vermiglio, e la spietata dentatura ed il verso che eruppe dalla gran gola possente la fece tremare internamente.
Per la prima volta Megan si rese conto di avere un compito: proteggere l'amica; seppur non fisicamente, ugualmente il ruolo si rivelò di grande importanza. Amanda, terrorizzata, non aveva cessato di strillare e chiedere aiuto a gran voce.
<<Sch... Amy, stai tranquilla, vedrai che ci proteggeranno e che non ci capiterà nulla>> la rassicurò. La voce tremante ed esagitata, però, servi solo a confondere maggiormente l'altra.
<<Ma, ma, quello è un orso!>> obiettò la fanciulla sottolineando l'ovvietà dei fatti. <<Cosa ci fa un orso al centro di Roma! E loro... non possono... loro, loro moriranno. Come quel poveretto. È morto, è morto! Dobbiamo chiamare aiuto... aiuto!>> continuò ad urlare senza sosta.
<<Fatela smettere!>> ordinò Cristian vestito ora con la divisa da Templare e le sue armi distintive. <<O altrimenti richiamerà un numero esagerato di normali e questo sì che sarebbe un problema.>>

La lotta fu fin dall'inizio impari. Il mutante sfoderò una forza fuori dal comune e persino i due Elfi arrancarono nel tenergli testa.
Facendo quelle valutazioni, Megan incominciò seriamente a temere per i ragazzi e soprattutto per la vita di Cristian. Quest'ultimo combatteva con tutte le forze; nonostante eguagliasse quasi la destrezza dei compagni, era evidente come da solo non sarebbe mai riuscito a sconfiggere un essere di tale portata. Nessuno dei tre ci sarebbe riuscito.
Malgrado la mole, l'Oscuro si muoveva ad una velocità strabiliante evitando con facilità gli attacchi degli avversari. Affondò più volte i lunghi artigli nei corpi dei giovani combattenti e il rosso del sangue imbrattò le vesti e il nero delle strade circostanti. Ad ogni affondo Amanda si lasciava andare ad un'esternazione di panico. Megan, invece, trafitta dalla paura si immobilizzò vibrando di terrore.
Una zampata ben assestata e Cristian volò per diversi metri prima di impattare contro il muro del palazzo alle sue spalle; e allora Megan strillò. Fece un passo in avanti ma la stretta dell'amica la bloccò. A tenerla definitivamente distante dal campo di battaglia fu lo sguardo incendiario del Templare che le fece ben intuire il proprio volere. Non doveva assolutamente muoversi di lì. Non servirono parole, il comando taciuto fu urlato e compreso ugualmente,  nonostante il silenzio.
Malgrado fosse stato intimato alle fanciulle di scappare, nessuna delle tre osò muovere anche solo un passo; il timore, che potesse succedere qualcosa di grave ad uno dei giovani, non concesse via di fuga.

Anche Adrian, Jack ed Istrid arrivarono dopo interminabili minuti. E con loro fu facile mettere a tacere i ringhi e la furia del grande animale. La forza dei due principi si palesò immediatamente in tutta la prodezza. Servirono un paio di fendenti di spade per abbattere la minaccia, e quando il silenzio ritornò padrone della strada, l'orrore di quel corpo scomposto rimasto sull'asfalto non cessò di gridare all'interno di ognuno di loro.
Quel che rimaneva del disgraziato sfortunato fu coperto alla bene e meglio da giacche e indumenti, così da non catalizzare nuove attenzioni.

<<Tieni Amanda, bevi un goccio d'acqua.>>
Cristian, dopo essersi assentato per qualche minuto, le offrì una bottiglietta d'acqua, acquistata presumibilmente ad un bar lì vicino. Anche Megan allungò la mano tremante con l'intento di dissetarsi, ma le venne immediatamente negato il rinfrescate sollievo. Il motivo fu subito svelato.
Amanda crollò svenuta tra le braccia di Jack che, compreso il piano dell'amico, ci mise poco ad agire.
<<Cosa cavolo le avete fatto!>> strillò Megan ancora scombussolata dall'orrore al quale aveva assistito.
<<Lo  Sweet Lie>> gli rispose velocemente il capitano. <<Ed ora portatela a casa. Ne ho messo solo una goccia, avrà dimenticato a malapena gli ultimi dieci minuti della serata. Quando si risveglierà crederà di aver perso i sensi per un qualche strano motivo. Ditele che aveva abusato leggermente con l'alcol.>>
<<Ma che motivo c'era di drogarla! Le avremmo spiegato e lei avrebbe compreso. Sicuramente avrebbe mantenuto il segreto.>>
<<Non sono cose che ti riguardano, ninfa.>> e il tono duro di Cristian la mortificò. <<È così che ci è stato comandato di agire a noi Templari, ed è così che io continuerò ad eseguire>> rispose integerrimo.
Cristian risultava più turbato del solito.

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora