31. CONFIDENZE FRA DI NOI

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Ciao a tutte e buona befana 😊 anche oggi giornata di festa ed io vi regalo quel che posso, un piccolo capitolo. Mi piacerebbe che anche voi mi faceste un regalino, potreste pubblicizzare i miei libri? Ve ne sarei così grata. Potreste pubblicarli sui vostri profili e magari consigliarlo ai vostri amici di lettura. (Sempre se li ritenete adatti di essere consigliati)
Grazie in anticipo se lo farete ❤️ è molto importante per me, perché quando un domani andrò a pubblicare i libri, veri e propri, vorrei che la gente li conoscesse di già.

Megan respirò a fondo e una volta trovata l'audacia parlò: <<Grazie>> disse solo. Non era quello che all'inizio il coraggio le aveva suggerito di dire, ma la bocca all'improvviso le si era asciugata impedendole di continuare.
<<Per cosa, dolcezza?>> le domandò allora Cristian. Intento nella guida non la guardò negli occhi troppo a lungo, tornò presto a concentrarsi sulla strada. A quell'ora il traffico rendeva impraticabile e caotiche le vie del centro. <<Lo sapevo che avrei dovuto prendere la strada più lunga... maledetti normali>> bofonchiò sottovoce. Era irritato, ma quando si voltò, le labbra si allargarono e gli occhi risplensero di una luce bella, calda, avvolgente.
E fu abbastanza per lei. Quando riaprì bocca, non c'era più il timore di dire la cosa sbagliata. <<Grazie, per la passeggiata e per aver salvato quel cane>> titubò se fosse prudente continuare, ma alla fine cedette, <<e poi perché mostri solo a me i tuoi lati più nascosti. L'ho notato, sai?! Ho visto come tratti tutti gli altri.>>
<<E come, fiorellino?>>
<<Sei distaccato, freddo, scostante. Invece con me sei tenero a volte. Di rado, molto di rado, capita che abbandoni i freni e ti lasci andare.>>

Cristian corrugò la fronte ed un'espressione stranita attraversò per pochi secondo i suoi occhi.
<<Certo, ancora non completamente,>> continuò Megan, <<ti manca ancora un tanto così>> simulò un piccolo spazio fra il pollice e l'indice <<per diventare un ragazzo normale, ma prima o poi ce la faremo.>>
<<Ce la faremo...>> sogghignò lui <<quindi io e te? Insieme. Tu riuscirai a cambiarmi?>>
E Megan divenne rossa in volto. Inconsciamente aveva voluto intendere proprio quello, ma sentirselo dire chiaramente, fece tutto un altro effetto; bruciava.
Fece di sì col capo sperando che il Templare non continuasse a scherzare, e che, per una volta, prendesse le cose sul serio.
<<Dunque il nuovo proposito di quest'anno è: riuscire a cambiare Cristian e farlo diventare normale>> calcò il tono sull'ultima parola. <<Perché scusa, cosa c'è di sbagliato in me?>> chiese divertito, ma anche curioso di sapere. Nessuno mai gli aveva detto ciò e, sapere che all'esterno le persone potevano giudicarlo in quel modo, lo affascinava e incuriosiva.

<<Beh, innanzi tutto non hai amici; ma non solo, se qualcuno si avvicina con l'intento di diventarlo, tu lo scacci trattandolo male>> cominciò a parlare la giovane. Lo fece dapprima con cautela, con la paura di offendere; notando, poi, che il pericolo era ben lontano, continuò con più leggerezza. <<Sei strano, scappi sempre dalle situazioni allegre e divertenti...>>
<<A-a, questo non te lo concedo. Chiedi pure a Jessica. Lei sicuramente ti dirà che non è così. Sono diventato un po' schivo e poco voglioso di far festa da quando sei arrivata tu... d'altronde non puoi biasimarmi, ogni qual volta usciamo per spassarcela, non si sa come o perché, finisci sempre col farti male o peggio ancora, col rischio di morire.>>
<<Touché>> affermò lei, ridacchiando. <<Forse su questo punto hai ragione, ma come la mettiamo col tuo disastroso modo di trattare le donne? Non hai mai avuto una ragazza fissa e continui a saltare di fiore in fiore, senza preoccuparti se poi i fiori appassiscono.>>

<<È forse una dichiarazione, Megan? Mi stai per caso chiedendo di metter la testa a posto e diventare il tuo nuovo fidanzato?>>
<<Ma cosa dici?!>> strillò la ninfa tingendosi di bordeaux. <<Vedi come fai?!>> aggiunse percependo le guance scottare di vergogna. <<Non hai peli sulla lingua e metti costantemente e sgradevolmente le persone in imbarazzo, inducendole a sentirsi a disagio. Ennesimo punto a tuo sfavore che ti colloca immediatamente nella lista di persone da tenere alla larga.>>
Cristian sghignazzò, ma continuò a tenere le mani salde al volante e la vista occupata. <<Addirittura ennesimo? Io te e ne ho sentiti elencare solo tre, fino ad ora. E per la cronaca, io sono fatto così; non fingo. Durante tutto questo tempo mi sono fatto conoscere per quello che sono, non c'è stato un giorno il quale io mi sia sforzato per piacerti. Sarò pure odiato dai molti, ma alla fine chi mi conosce per davvero sa che di me ci si può fidare. Comunque peccato,>> dichiarò con un tono di voce diverso, non più tendente allo scherzo.

<<Peccato per cosa?>> domandò la ninfa esausta. Chiacchierare con lui era sfiancante. Si finiva per cadere costantemente in tranelli costruiti da parole furbe e logiche pungenti.
<<Peccato che tu non voglia diventare la mia fidanzata. Pensavo che intendessi questo quando hai esternato i tuoi buoni propositi per migliorarmi. Io, di mio, ci ho messo la buona volontà; è da qualche mese che tento di corromperti, ma tu niente, tieni duro. Continui a pensare a quello sciocco di Jack. Inizio a credere di dover mollare la presa. Non mi fa bene tutto ciò.>>
Megan mai avrebbe sperato di sentire parole del genere, la scoperta di pensieri tanto espliciti la scioccò. Tanto da farle dubitare se tutto ciò fosse una verità, o uno stupido scherzo celato dalla bravura delle labbra di un abile bugiardo.
<<Io non penso a Jack!>> gridò arrabbiata, non sapendo se gioire o adirarsi ancor di più. <<E poi smettila di prendermi in giro.>> Incrociò le braccia al petto e fissò l'uomo nell'auto accanto; quest'ultimo, incrociò accidentalmente lo sguardo della giovane pentendosene all'istante.

<<Ma io non stavo scherzando...>> si accigliò. Sospirò e scrollando la testa propose: <<ne riparleremo stasera, cosa ne dici? Ora siamo arrivati. Amatis mi avrà chiamato al telefono almeno dieci volte; non voglio far aspettare oltre gli Anziani. Di già sono seguito a vista per quello che ha detto quello stupido mutante, non vorrei peggiorare ulteriormente le cose.>>
La macchina svoltò oltrepassando il grande cancello di legno e Megan, che non sapeva nulla delle parole dell'Oscuro, si fece persuadere dalla curiosità.
<<Perché cosa ha detto?>>
<<Quindi tu non sai niente?>>
L'auto si fermò nel parcheggio della Sede e il giovane spense il motore. La fissò dritto negli occhi e temporeggiò svariati secondi duranti i quali diverse emozioni si susseguirono sul volto. Alla fine, valutò più saggio rivelarle il fatto.
<<Allora, dato che voglio che tra di noi non ci siano segreti, inizierò io a svelare i miei. Mi raccomando però, non lo dovrà sapere nessuno, perché rischierei di essere bannato per sempre dalla cerchia dei Templari, o ancora peggio, arrestato a vita.>>
"Addirittura... ma cosa combini Cri" lei non parlò, la voglia di sapere la trattenne dal dire qualcosa. Lo studiò attentamente, la preoccupazione le si leggeva in faccia.

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora