37. INASPETTATATAMENTE

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Aveva completamente dimenticato l'appuntamento di quella sera. Quando tornando a casa, ritrovò l'Elfo seduto comodamente sul divano della sala, Megan quasi si stupì.
Christofer le andò incontro salutandola con un semplice e amichevole bacio sulla guancia, e lei non poté che ricambiare sorridendogli.
"Forse mi farà bene un po' di compagnia allegra. È vero, dovevamo parlare io e Cristian, ma sono sicura che con lui non potrebbe andar peggio stasera; è di cattivo umore e sono certa vorrà rovinarlo anche a tutti gli altri. Se dovesse mostrarsi socievole, cosa assai improbabile, allora rimarremo qui con lui nella sala, non mi va di andare in camera e rimanere sola con Christofer..." pensava la ninfa, incerta sul da farsi, ma certissima nel non voler creare situazioni troppo intime col nuovo arrivato.

Cristian, già stizzito di suo, a causa di tutto il trambusto pomeridiano, inarcò un sopracciglio studiando l'Elfo con sufficienza. E con la speranza di scoraggiarlo e vederlo allontanarsi al più presto, lo avvertì: <<mezzo Elfo, penso che stasera non sia la serata adatta per un tète-â-tète.>>
"Ecco, come pensavo".
<<Perciò sparisci>> aggiunse minaccioso, lo sorpassò, dirigendosi al frigo della cucina. Aprì l'anta d'acciaio, recuperando una lattina di birra ghiacciata.
<<Sono davvero dispiaciuto per te, caro mio>>, rispose il giovane, <<ma pazienza. Poco importa; d'altronde non è con te che ho l'appuntamento.>>
La ninfa trattenne la risata, ma lo sguardo contrariato del Templare comunque la sorprese, inducendola al disagio. Cristian guardò con fissità anche l'altro, senza però riuscire ad intimorirlo come sperato. <<L'ultimo che mi ha chiamato "caro mio" dubito troverà nuovamente il coraggio di farlo>> blaterò da solo portandosi a sedere sul divano. Sprofondò tra i morbidi cuscini rendendo chiaro a tutti la sua posizione. Nessuno sarebbe riuscito a smuoverlo da lì. Non li avrebbe lasciati soli. Se non avrebbe potuto impedire l'appuntamento, rovinarlo sarebbe stato il suo nuovo obiettivo. Aveva progettato la chiacchierata con Megan con la speranza che quest'ultima mandasse all'aria l'appuntamento, anche ciò che aveva fatto per lei sul ponte mirava al boicottare la visita indesiderata; ma la sgradevole evidenza suggeriva quanto la ragazza non volesse rinunciarci. E ciò contribuì a mandarlo ancor di più fuori dai gangheri. Riuscì però a nascondere bene gli iracondi pensieri, malgrado all'interno un uragano di improperi vorticava furente.

Christofer, deciso a mantenere accesa la conversazione e, ripensando alle parole appena ascoltate, disse: <<era da tempo che qualcuno non mi chiamava mezzo Elfo>> si grattò la nuca. L'espressione sorridente non faceva intuire un rancore mascherato, anzi, sembrava fosse sinceramente divertito; seguì gli spostamenti del Templare per poi aggiungere: <<nessuno mi chiamava più così da... penso dalle scuole primarie.>>
<<E poi cos'è successo, folletto?>> domandò Cristian non propriamente interessato. Agguantò il telecomando e cominciò a fare zapping alla TV, sorseggiando la birra. <<Sono diventati di colpo tutti dei buoni samaritani?>> chiese ancora.
<<No. Semplicemente sono cambiato io, diventando il più bravo della classe; nessuno ha più osato prendermi in giro. D'allora mi porto dietro una buona reputazione e i miei compagni mi temono e rispettano.>>
<<Rispetto...>> bofonchiò il Templare sopprimendo una risata. <<E dimmi, ti fidi dei tuoi compagni>>, sottolineò l'ultima parola, lasciando intendere tutt'altro rispetto a cosa l'appellativo significasse, <<quando scendi in battaglia ed hai uno di loro a guardarti le spalle?>>
<<Ovvio, come non potrei altrimenti. La fiducia è tutto>> rispose l'altro, fiero di far parte del suo popolo.
<<E sbagli, non bisognerebbe fidarsi di nessuno. Prima o poi ti pugnalano alle spalle.>>

La ninfa sospirò. Era davvero scocciata di quel andamento pessimistico col quale il Templare sembrava aver deciso di convivere negli ultimi tempi.
<<Dai vieni, se proprio questo spasso ha deciso di metter radici sul divano, vuol dire che noi raggiungeremo Adrian in soffitta>> tirò l'Elfo per il braccio. <<Non lo stare a sentire quello lì. Oggi è di pessimo umore. Come sempre negli ultimi mesi>> bofonchiò con un tono più basso, <<penso ci deprimerebbe anche solo guardandoci.>>
Fece per trascinarlo via, quando il giovane seduto sul divano la richiamò. <<Megan, così presto mi abbandoni? Non dovevamo parlare di alcune cosette io e te? Sai,>> si rivolse all'Elfo, e quest'ultimo percepì un principio di imbarazzato comprendendo l'inizio di una circostanza intima nella quale lui avrebbe posseduto un posto davvero marginale, <<io e Megan, solo qualche ora fa, discutevamo sul nostro futuro. Dico nostro, perché la bella ninfa aveva accennato alla possibilità di divenire qualcosa di più che semplici compagni di casa.>>
<<Io non ho accennato proprio nulla!>> si difese la fanciulla presa di contraccolpo. Le guance cominciarono ad emanare calore.
<<Come no?! Forse ho frainteso...>> parlò il moro Templare con profondo sarcasmo. <<E, dimmi dunque. Sul ponte, durante il tramonto, quando guardandomi con i tuoi grandi occhi marroni luccicanti e adoranti, mi hai implorato di non rimettermi la maglietta perché preferivi ammirare quanto la natura fosse stata generosa col sottoscritto... dimmi, pure lì ho preso un abbaglio?>>
<<Ma cosa...>> l'Elfo più smarrito di prima, faticava davvero tanto nel capirci qualcosa.

<<Aaaa. Finiscila Cristian. Nessuno implorerà un tuo spogliarello. Come vedi qui in casa ci sono tanti giovani belli e affascinanti quanto te, se non di più. Non sei indispensabile.>>
<<Quindi per te conta solo la bellezza? È questo che stai insinuando? Che, malgrado tu mi trovi carino, potresti facilmente sostituirmi con un altro bel facciano?>>
Megan a quel punto non seppe più cosa rispondere. Il Templare aveva raggiunto il suo scopo, farla apparire vuota e superficiale.
Strinse i pugni lungo i fianchi col desiderio di prenderlo a schiaffi. Un desiderio fin troppe volte bramato in quei mesi di conoscenza.
<<Sei contento ora? Mi hai resa poco stimabile e meno rispettabile agli occhi di Christofer. Vorrà dire che dovrò faticare parecchio per risanare il mio nome. Ci dai il permesso di andare, ora? Oppure hai qualche altra verità scottante da rivelare, così da farlo scappare definitivamente?>> lo ricambiò con la stessa moneta. Con frasi ad effetto e concetti eccessivamente esasperati.
Il Templare a quel punto non seppe più cosa dire. In un certo senso, scoprendo le carte, la ninfa aveva vinto la partita. Gli occhi di lui sorrisero congratulandosi con lei.

<<Un'ultima cosa>> la richiamò prima di lasciarla andare definitivamente. <<Mi devi ancora qualcosa.>>
E Megan comprese all'istante. Il suo "farò tutto quello che vuoi" si era tramutato in questo.
Mandò gli occhi al cielo, ma non protestò, decise di assecondarlo per metterlo a tacere il più velocemente possibile.
<<Assolutamente sì, come avrei potuto dimenticare la buona notte. Un bacino sulla guancia è ben poca cosa per chi, come te, ha coraggiosamente agito tuffandosi nel Tevere per salvare un cucciolo da morte certa>> rivelò, spiegando velocemente i fatti, consentendo, così, anche all'Elfo di comprendere la situazione e sentirsi un tantino più a suo agio.
Una volta raggiunto il Templare, si inclinò in avanti per ricompensarlo a dovere.
Ma il giovane, ancora una volta viaggiò più velocemente di lei. Si spostò di pochi centimetri, e quello che sarebbe dovuto essere un semplice e casto bacio sulla guancia, si tramutò in un piccante e caldo gesto rubato.
<<Hai ragione fiorellino, un bacio sulla guancia è davvero ben poca cosa per uno come me>> le sussurrò sulle labbra.
Con la fretta a guidarla, Megan non fece in tempo ad accorgersene e frenare.
Balzò all'indietro come se ad attraversarla fosse stata una scossa ad alto voltaggio.
Immediatamente si voltò, per capire se l'Elfo avesse assistito alla scena. Fortunatamente quest'ultimo aveva deciso di dedicare l'attenzione ad uno dei quadri esposti sulla parete, tanto per impiegare il tempo in un'occupazione che lo salvasse dal sentirsi il terzo di troppo.
<<Buona notte Cristian.>> Gli sorrise mantenendo la calma. Si risparmiò dallo schiaffeggiarlo, non voleva assecondarlo oltre, ma il palmo continuò a pruderle anche quando abbandonarono la sala.

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora