42. SESTO SENSO

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<<Come va oggi?>> Il Templare seviziò il prigioniero colpendo la sua gamba con un calcio. Poi Cristian continuò nello stuzzicarlo con le parole: <<mi hanno detto che ci sono volute parecchie ore per far sì che quelle braccia rinsecchite tornassero al loro posto. Perciò mi chiedevo... chissà se le gambe richiederebbero lo stesso tempo?!>> Tirò le catene appese agli arti inferiori e le ginocchia crocchiarono. Alessio ridacchiò indisponente, visibilmente divertito, ma non parlò.
<<Ti fa tanto ridere la cosa? Che dici, proviamo?>>
<<Cristian vacci piano oggi,>> lo richiamò Amatis attraverso il sistema altoparlante, <<magari con più gentilezza il nostro ospite ci consentirà di sapere più cose... ad esempio: cosa sai del nostro capitano da assicurarti la vita?>> domandò direttamente al detenuto.

La risata di Alessio si intensificò con maggior enfasi.
<<Ma come>> disse, falsamente sorpreso, <<non hai messo al corrente i tuoi superiori dei piccanti incontri del sabato sera?>>
Cristian digrignò i denti, lo fulminò con lo sguardo e nello stesso sguardo inviò una tacita promessa. Se l'altro non avesse continuato, probabilmente gli avrebbe reso salva la vita. Decise perciò di anticiparlo dicendo una bugia: <<non mi lascio ricattare da un insulso mutante. Non ho alcun problema a rivelare i miei incontri con quell'Oscuro.>>
Dall'altra parte del vetro, gli Anziani trattennero l'aria. Ma concessero ugualmente al loro guerriero migliore il beneficio del dubbio. Non vennero delusi.
<<Ma vorrei discolparmi se me lo permettete>> Cristian si voltò verso di loro, e proprio come un'aula del tribunale, declamò la propria difesa rimettendo il giudizio alla fiducia della corte. <<Non sapevo fosse un Oscuro. Questo debole uomo si è lasciato attrarre e sedurre dal bel corpo di una donna; tanto era bella quanto spregevole. L'ho ammazzata non appena ho saputo. Non si ripeterà un episodio del genere.>>
Si voltò studiando l'espressione del mutante. Questo impennò l'angolo della bocca, congratulandosi per la trovata. Stette in silenzio senza contraddirlo, acconsentendo così al muto scambio.

<<E dimmi, invece, la piccola, dolce, squisita, rara ninfa dell'aria...>>
Un battito in eccesso per il moro Templare. Come faceva a sapere il segreto di Megan? Digrignò i denti, ma lo lasciò finire.
<<Dov'è questo pomeriggio? Non ci onora anche oggi della sua presenza?>>
<<No, non verrà oggi>> disse a denti stretti animato dalla rabbia. <<È in un posto sicuro, dove le squallide bestie come te non possono toccarla.>>
<<Ne sei proprio sicuro?>>
Seppur solo un'insinuazione, la serpe del dubbio si insinuò in lui; Cristian serrò la mandibola, avrebbe voluto decapitarlo, anzi no, seviziarlo e portarlo alla morte lentamente, dolorosamente, ma la preoccupazione iniziò a distrarlo.
Si accostò al prigioniero quel tanto che bastava per poter far sì che questo l'udisse malgrado il debole sussurro, e quindi chiese: <<come sei venuto a conoscenza dei poteri della ninfa?>>

<<Le notizie corrono veloci cari mio>> disse l'altro, non mantenendosi discreto, <<i vicoli sussurrano ed il buio rivela. So tante altre cose su di te e la bella Megan, Cristian. Cose che se solo rivelassi ti manderebbero in bestia... ma tengo alla mia vita, perciò tacerò.>>
<<E fai bene, inutile moscerino>> atteggiò il viso ad un ghigno schifato. <<Fai bene a tenerti queste assurdità per te. Sono sicuro che finiranno con te nella tomba.>>
<<Sono vivo da così tanti anni, carissimo, che la morte non mi fa più paura. Il mio nome sulla lapide è stato già scritto da un pezzo; ma non sarà a breve occupata quella fossa. So come servire bene il mio padrone e sono certo che mi libererà , se non oggi un domani.>>
<<Quanta sicurezza riponi nel tuo padrone, scimmione. Come pensi possa entrare qui dentro e portati fuori? C'è la cenere ad ogni angolo della Sede, anche il pensiero rasenta l'assurdo!>> rise a pieni polmoni l'altro. <<Morirai qui dentro, dopo che il tuo utilizzo come cavia da laboratorio non sarà più necessario.>>
<<Ed io invece credo che il mio corpo e la mia forza saranno utilizzati in modo più egregio, piuttosto che sprecati al pari di un topolino. Ho tante sorprese da rivelare ancora, e penso proprio che comincerò a mostrarle il prima possibile.>>
Cristian sollevò un sopracciglio scettico. L'indisponenza e l'eccessiva sicurezza del prigioniero l'avevano indispettito parecchio. Inoltre, la conversazione non aveva portato a nulla di soddisfacente. Come sempre gli Oscuri non parlavano per rivelare, ma solo per far perdere tempo. Ripensò a Megan, all'insinuazione del mutante, e a tutte le avvisaglie giunte fino a quel giorno, la sicurezza venne meno. Un certo sesto senso lo mise in allerta.
Stava succedendo qualcosa.

<<Cristian dove stai andando? Non abbiamo finito>> lo richiamò Amatis seguendo con lo sguardo la camminata veloce del Templare. Era uscito di fretta dalla stanza degli interrogatori ed ora stava abbandonando pure tutti i suoi superiori senza degnarli di attenzione. Per la seconda volta. Un comportamento tale l'Anziana non l'avrebbe accettato nuovamente. Cristian comprese il tono di ammonimento celato nella voce della donna e preferì non vedere fino a quanto la bontà di quest'ultima riuscisse a spingersi. Si fermò per un istante decidendo di rispondere. <<Vi avevo già detto che l'Oscuro non avrebbe parlato, ma voi continuate a sperarci. Io non sono un illuso, so che si farebbe uccidere, piuttosto che rivelare i segreti del suo padrone.>>
<<Non è detto. Vedrai che il tempo riuscirà a cambiare il suo volere. Col passare tempo si stancherà di stare qui dentro e alla fine parlerà. Non posseggono una coscienza, né tantomeno credo che si possa far affidamento su di loro per quanto riguarda la fedeltà. Hanno solo paura di cosa il loro re possa fargli, ma se gli faremo capire che Stevan non potrà mai venire a sapere di quanto ci dirà, allora vedrai che cederà e rivelerà tutto, con la speranza di ricevere qualcosa in cambio.>>
Il giovane scosse la testa, lasciandosi andare ad una risatina, che seppur minima risultò parecchio indisponente. <<Se lo dite voi...>> disse non credendoci per niente. <<Lasciatemi solo fare una chiamata e poi tornerò qui. Lo ribalterò come fosse un calzino, ma sono convinto che non riuscirò ad estorcergli nulla. Tuttavia, seguirò ugualmente i vostri ordini.>>

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora