54. IO SONO

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Una sola risata, dapprima sommessa, stonò con l'intera situazione, e al seguito, un silenzio improvviso piombò tra i presenti. Pesante, sfiancante, terrificante, il silenzio si impossessò di ogni angolo della sala e della bocca degli Oscuri. Neppure più il gemito di un respiro giunse a lei, e Megan, smarrita, alzò gli occhi per comprendere quale fosse il motivo di tanto ordine.
Stringeva ancora il pugnale nella mano, ma abbandonò per qualche secondo l'assurda intenzione di porre fine alla propria vita. Qualcos'altro di più insensato stava accadendo.
Si asciugò le lacrime, ma i singhiozzi continuarono a scuoterla. Un sinistro sentore si insinuò nella sua mente.
La risata si fece alta ed insistente, e solo allora la ninfa riuscì a collegare il suono tanto bello e conosciuto al suo possessore. Cristian, era ancora in ginocchio, col capo calato a guardare il pavimento, ma le spalle sobbalzavano allegramente seguendo il ritmo dell'ilarità.

"Ma cosa fa? È impazzito per caso?" Allarmata, Megan fissò, nel panico più totale, il volto di Stevan. Era pronta nel vederlo perdere il controllo e decapitarlo, lì di fronte a lei.
Ma non accadde.
Anzi, il bestione dalla pelle ambrata, puntò lo sguardo severo dinanzi a lui, rizzò la schiena donando rigidità a tutto il corpo e giunse le mani in grembo, senza mostrare la minima intenzione di fare o dire nulla per fermarlo.

Rise ancora, e il suono viaggiò lontano fino alla fine della sala, per poi rimbalzare indietro e colpire, come uno schiaffo a mano larga, l'incredulità della fanciulla.
E mentre Cristian pian piano si alzava sulle gambe per riconquistare la posizione eretta, tutti i capi dei presenti, venivano calati per poi seguire una danza silenziosa che li vide inchinarsi in segno di riverenza. Pure Stevan seguì il gesto assurdo; poggiò il braccio destro sul ginocchio piegato e abbassò il capo senza fiatare.

Solo un volto ora spiccava tra i molti. Lo stesso volto dalle linee belle e delicate che per giorni e mesi aveva acceso di vita il cuore della ninfa.
Vide gli stessi lineamenti vestire una nuova maschera; sconosciuta, estranea. E Megan stentò nel riconoscere il ragazzo che fin dal primo giorno le aveva fatto battere il cuore.
Con un gesto deciso ed estrema facilità, Cristian spezzò le catene; lo fece senza impiegare alcuno sforzo, come se queste fossero fatte di colla e carta.
<<Cristian, cosa succede?>> domandò la ninfa. La voce incrinata e la speranza di non aver capito. <<Cosa... cosa ti hanno fatto?>> chiese ancora quando vide le ferite, sul corpo di lui, rimarginarsi velocemente, lasciando il posto dei lividi ad una pelle liscia e perfetta. Pure il braccio tornò al suo posto, intatto, come pochi minuti prima di esser rotto.
Il ghigno sulle labbra di Cristian accrebbe di vivacità. Portò una mano ai capelli, ravvivando con le dita la folta capigliatura, e quindi le si avvicinò lentamente, cadenzando con cura ogni passo improvvisamente sicuro.
Il coltello le cadde di mano e lo sgomento le lasciò le labbra socchiuse, senza che l'aria riuscisse a passare attraverso.

<<Forza! Tutti insieme>> gridò Stevan prendendola alla sprovvista. Megan sussultò spaventata al suono di quella voce possente. Guardò Cristian per comprendere; fidandosi ancora lui, aspettava un ordine che le suggerisse come si sarebbe dovuta comportare, se scappare o avere paura.
<<Diamo un bentornato come si deve al nostro padrone. Che come promesso, è tornato da noi dopo tanto tempo >> continuò la voce grossa.
Il coro si alzò potente.
<<Oh, oh, oh>> inneggiarono gli Oscuri battendo il pugno sul petto all'altezza del cuore. Ripeterono il rituale per ben tre volte.

<<Fiorellino,>> la richiamò Cristian e, Megan, stordita incrociò i suoi occhi neri implorando una spiegazione. La coscienza faceva cazzotti con la speranza. Quest'ultima venne definitivamente calpestata sotto i piedi quando lui riparlò.
<<Mi avresti lasciato morire>> scosse la testa con fare desolato <<che delusione sei stata... ed io che pensavo ti fossi innamorata di me.>>
Le parole giunsero violente a schiaffeggiarla con ferocia. Non ci fu più spazio per il dubbio.
Cristian era un Oscuro e fin dall'inizio aveva agito per confonderla, imbrogliarla, distruggerla.
<<T-tu sei un Oscuro...>> le lacrime ripresero a scendere. <<Da quando lo sei?>>
<<Io non sono un Oscuro>> negò col capo. Le si avvicinò. Piegò le ginocchia seguendole col busto, così da portare sullo stesso livello i loro sguardi. E disse con sadica lentezza: <<io sono l'Oscuro>> calcò ogni singola parola. <<Lo sono da sempre.>>

Ed eccoci qui. Il bad boy è per davvero il cattivone di turno. Boom la bomba è stata lanciata😵
Ragazzi vi prego non uccidetemi 😣
Finalmente ho potuto scrivere questo capitolo, non potete capire da quando desideravo rivelarvi il segreto 😵 è stata dura per me mantenere la bocca chiusa per quasi due anni 😭
Non smettete di leggere, però, so che la notizia vi ha scioccato parecchio, ma fin dall'inizio vi avevo avvisato che il mio libro non sarebbe stato uno come tanti.
Scatenatevi, voglio leggervi!

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora