23. LA CONSAPEVOLEZZA FA PIÙ MALE DI UN RIFIUTO

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<<Jack dove vai?!>> Jessica richiamò il fratello ansimando per la corsa, ma questo nemmeno le diede retta. <<Vuoi almeno rallentare, cavolo!>>
Era buio, oramai le luci del centro si scorgevano a malapena nel bagliore del cielo lontano. Le strade deserte della periferia brulicavano di rumori sospetti, la giovane si strinse fra le braccia sopprimendo un brivido freddo.
<<Torna indietro Jes. Non ti voglio tra le scatole.>>
<<Sei impazzito? Non ti lascio solo>> lo informò lei con la voce incrinata dalla preoccupazione. <<Sai almeno dove stai andando o cerchi un luogo a caso per suicidarti? Se non te ne sei accorto hai superato il perimetro di sicurezza. Se ora dovessimo imbatterci in Oscuri, saremmo solo io e te. E se dovessimo incontrare un mutante? Loro sanno benissimo chi siamo, sai quanto sarebbero contenti di far fuori un paio di Templari isolati?>>
<<Ragion per cui devi tornare indietro. E comunque sto cercando proprio uno di loro, ho bisogno di sfogarmi>> rispose lui con ostilità.
<<Smettila di dire stronzate e aspettami caspiterina!>> strillò la giovane al culmine della pazienza. <<Secondo te lascio mio fratello solo di farsi uccidere?>>

E allora Jack si voltò per affrontarla. <<So benissimo cavarmela da solo, non è la prima volta che affronto degli Oscuri. Non ho bisogno della tua supervisione, se non l'hai notato ho superato l'età della pubertà da un pezzo.>>
<<Se ti riferisci ai pettorali allora concordo, ma per quanto riguarda il cervello non penso proprio mio caro. Vuoi smetterla di comportarti da bambino? Megan ti ha lasciato da mesi ormai>> sbottò lei, stufa di assecondare il colpo di testa del fratello. <<Lo vuoi capire che non le interessi più, o hai bisogno di un'altra dimostrazione per arrivarci?>>
<<E tu?>> la fronteggiò lui, col riso triste a invecchiare il viso. <<Tu quando l'hai capito esattamente che Cristian non ti ha mai voluto? O che quel figlio di buona mamma è uno stronzo?>>
<<Cosa c'entra ora lui? Per noi è stato diverso... tra noi è diverso>> sussurrò l'ultima frase con titubanza; anche lei iniziava a crederci meno.
<<Ancora con quel presente?!>> Il giovane alzò gli occhi al cielo spazientito. <<Sorella sei un caso disperato! Tu a quel tipo non sei mai interessata!>> aggiunse con cattiveria; con la voglia di farle male una volta per tutte, ma con la speranza che mai più l'altro gliene facesse ancora.

<<Non è vero, noi ci amavamo.>>
<<E allora perché non ti ha mai baciata come invece ha fatto stasera con Megan?>>
E  qualcosa sobbalzò nel petto della giovane. La consapevolezza della realtà, forse; una consapevolezza fino ad oggi celata oltre il velo della speranza.
<<E secondo te perché sono distrutto?>> domandò ancora lui. La sorella scosse la testa; non sapeva cosa dire.
<<Perché anch'io ho visto come Megan ha baciato lui. Perché lei avrebbe potuto decidere dove, come, e soprattutto se baciarlo; e l'ha fatto comunque... l'ha voluto, l'ha desiderato ogni singola cellula del suo corpo. La conosco Jes... la tengo d'occhio da quand'eravamo solo dei mocciosi e so riconoscere ogni suo stato d'animo. Sono stato fin troppo cieco negli ultimi giorni della nostra relazione, avrei dovuto capirlo da tempo cosa provava per me. O meglio, cosa non provava>> spiegò con cinismo.
<<Ma lei ti amava ed io sono convinta che una parte di lei ti ami ancora, solo che...>>
<<Solo che non basta>> terminò lui per lei.
<<Esatto. Come probabilmente non basta l'amore che Cristian prova per me.>>

<<Ed è qui che ti sbagli; è diverso, lui è diverso>> la interruppe nuovamente. <<Quel maledetto ama solo se stesso, non potrà mai provare qualcosa di importante per qualcuna, se non un forte desiderio di portarsela a letto. Lo stesso desiderio che lo spinge a far del male a tutte le sfortunate ragazze che lo incontrano. Ed è proprio questo che voglio evitare che le succeda. So quanto fragile e delicata possa essere Megan; se ci sei rimasta sotto tu figuriamoci... attenta!>> strillò il giovane riuscendo per un pelo a scansare la sorella. Una grossa pietra era stata lanciata a mò di proiettile. La provenienza rimase ignota per soli pochi secondi. Sino a quando una seconda pietra saettò, colpendo questa volta in pieno la coscia della Templare. Jessica ululò di dolore scorgendo il grosso taglio di carne rosso vivo in evidenza oltre il jeans strappato.
<<Maledetto!>> urlò Jack. <<Esci fuori se hai il coraggio.>>
Digitò il codice personale sulla fibia della cintura e le vesti da Templare si formarono velocemente a partire dalla malleabile e fenomenale plastica liquida ideata dagli scienziati della Sede. Anche Jessica ripetè la manovra, inviando inoltre un SOS ai compagni con le coordinate stradali.
Risatine divertite provenirono dalle retrovia di un grosso palazzo fatiscente. A quanto pareva non era il solo l'Oscuro che si era divertito a prender di mira i due Templari come bersagli.
Jessica impugnò la piccola lama preferita e si tenne pronta.

<<Che peccato>> disse un ragazzo con tono triste. Passeggiava sul marciapiede di fronte, i due l'avevano adocchiato di già, ma senza preoccuparsene; non avevano fiutare la minaccia, pensando fosse solo un giovane a fine serata, ubriaco e perso tra le strade della capitale in cerca di casa.
Mani in tasca, passo lento e testa inclinata verso l'alto come se stesse intrattenendo una conversazione con un fantasma. <<Peccato che il capo ci abbia proibito di ucciderli>> aggiunse dispiaciuto.

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora