Capitolo 8 -Harry-

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Mi ci vollero cinque minuti buoni ed una sudata estrema per riuscire a sfuggire alle gambe e alle braccia del Malfoy, che si erano strette a me come tentacoli durante le ultime ore. Quando finalmente riuscii ad alzarmi dal letto, avevo il fiatone, mentre Draco sembrava dormire profondamente come aveva fatto fino a quel momento. Sospirai stancamente alzando gli occhi al cielo, ma a chi la volevo dare a bere?
Dormire con Draco era stata la cosa più dolce ed intima che avevo mai fatto con qualcuno e provavo una certa soddisfazione nel fatto che lui mi trovasse così necessario.
Lo guardai per qualche istante, approfittandone del suo essere addormentato ed innocuo.
I suoi capelli biondi ricadevano disordinati sulla fronte e sul cuscino, le labbra erano leggermente dischiuse e la barbetta che gli stava crescendo sul mento, mi faceva rendere amaramente conto della sua età.
Era ancora mezzo nudo, dato che la sera prima non aveva avuto la forza di mettere il pigiama. Mi diressi verso di lui e lo coprii con la coperta per non fargli prendere freddo, prima di correre in bagno a soddisfare i miei bisogni primari.
Andai poi in cucina, erano le sette. Sarei dovuto andare a scuola alle otto, ma non avevo la minima voglia di svegliare Draco solo per farmi accompagnare. Avrei dovuto chiamare Ron, dato che non avevo la più pallida idea di quali mezzi passassero da quella parte della città dove attualmente mi trovavo.
Afferrai l'mp3 che la sera prima avevo appoggiato sul davanzale del salotto e , infilando gli auricolari, misi play.
Raccolsi i libri che avevo lasciato sul pavimento e li infilai nello zaino che portai poi nell'ingresso. Il profumo del caffè mi riportò al fuoco che avevo acceso e mi convinsi, dato il mio anticipo, a preparare anche dei pancake. Avevo composto un'alta pila di pancake quando, spaventandomi, Draco mi afferrò per i fianchi, abbracciandomi e appoggiando la testa sulla mia spalla. Tolsi le cuffie e mantenni una mano sul cuore, che sembrava volesse uscire fuori dal torace. "Che diavolo ti salta in mente? Vuoi farmi prendere un infarto?" Chiesi arrabbiato. Draco mi bacio sul collo tranquillo.
"Buongiorno anche a te marmocchio." Salutò con dolcezza ed io mi limitai ad alzare gli occhi al cielo e ad aspettare che il mio battito irregolare riprendesse il suo ritmo. "Buongiorno." Borbottai cercando di mantenere la mia posizione offesa. Cosa che non durò più di qualche secondo, ovviamente.
"Dovresti tornare a dormire... Sei tornato tre ore fa..." Gli dissi accarezzandogli distrattamente il braccio che mi stringeva sul fianco, prima di fermarmi bruscamente quando mi accorsi di quello che stavo facendo. Draco non parve accorgersi della guerra che si stava combattendo nella mia testa ed io ne fui grato.
"Devo accompagnarti a scuola." Rispose semplicemente, quasi fosse una voce registrata. Si divise da me e si andò a sedere su uno degli sgabelli del tavolo, guardandomi ancora con i suoi occhi grigi. Aveva indossato un pantaloncino da basket rosso e una felpa con il cappuccio nera.
"Non è necessario che tu mi accompagni... Posso farmi passare a prendere da Ron..." Proposi certo che tre ore di sonno non fossero affatto abbastanza per lui. Draco sbuffò e portò i capelli indietro con la mano, prima di rivolgermi uno sguardo truce. "Prima di tutto, per me non ci sono problemi; seconda cosa: chi è questo Ron?" Chiese cercando di calmarsi, stringendo i denti con stizza. Indeciso se ridere o rimanere serio, optai per la seconda, per non rischiare di essere frainteso dal biondo. "È un mio compagno di scuola..." Gli dissi per tranquillizzarlo, poi sorrisi, vedendo che non lo avevo tranquillizzato affatto. "A questo proposito: chi ti ha accompagnato ieri a casa tua? Non sarai andato mica a piedi?" Fece avvicinandosi, tenebroso, facendo sparire il sorrisino di sfida sul mio volto. "Ho la netta impressione che ti arrabbierai qualsiasi sia la risposta, quindi vada per la verità: mi ha accompagnato Tom." Ammisi con calma. Draco assottigliò gli occhi risoluto.
"Tom?" Chiese, mentre io alzavo gli occhi al cielo.
"Sì, Tom. Tom Riddle." Dissi certo che fosse quella l'informazione che stava cercando. Il suo viso divenne ancora più scuro, tanto da farmi preoccupare, ma invece di cominciare con una sfuriata, Draco se ne stette in silenzio. "Lo conosci?" Chiesi, e questa volta, ad essere infastidito ero io.
Il biondo scosse la testa.
"Di nome. Tu, invece, dovresti stare alla larga da lui." Mi avvisò severo. Aggrottai le sopracciglia. Che diavolo significava che dovevo stargli alla larga? Non feci in tempo a chiederlo che Draco era già andato a vestirsi in camera sua, lasciandomi lì, davanti ai pancakes ancora caldi. Sbuffai.
"Potresti anche avere la decenza di venire a fare colazione!" Feci senza alzare la voce, facendo diventare quella frase, una riflessione personale, più che un reale avvertimento.
Draco, infatti, non mi sentì, al contrario continuò a starsene per conto suo fino a che non arrivò l'orario per andare via. Quando si decise, infatti, a parlarmi di nuovo, io lo stavo aspettando davanti alla porta, vestito e lavato, e con la borsa in spalla. "Andiamo?" Mi chiese come se nulla fosse, agitando le chiavi della sua macchina davanti ad i miei occhi, come per richiamare la mia attenzione. Lo guardai in cagnesco soffermandomi sul suo abbigliamento libertino. Indossava una canotta a rete abbinata ad un paio di skinny neri e una giacca in pelle dello stesso colore. "Cos'é hai i turni al locale anche di mattina adesso?" Lo presi in giro senza ironia, con un sopracciglio alzato, chiaro sintomo della mia evidente disapprovazione. Non che non mi piacesse come gli stessero quei vestiti, precisiamo... Solo non credevo fossero adatti per uscire alle otto di mattina. Draco alzò gli occhi al cielo, poi però mi sorrise malizioso.
"Riflette semplicemente il mio stato d'animo." Fece solare, indicando se stesso. Troppo preso da quel suo sorriso, non soppesai con la giusta intensità le sue parole, alle quali riflettei più volte nell'arco di quella stessa mattina.

"Harry, mi dispiace per non essere venuto a casa tua. Quella cena é stata davvero un evento catastrofico..." Mi disse Ron al cambio dell'ora, mentre io me ne stavo appoggiato sul mio armadietto a riflettere.
Draco mi era sembrato abbastanza estraniato dopo che io avevo fatto cenno alla mia scappatella, se così poteva essere definita, con Tom. Mi sentivo un bambino messo in punizione senza motivo. Quel biondo da strapazzo mi aveva detto di non conoscere Tom se non di nome, eppure mi aveva ugualmente consigliato di stargli lontano. Che diavolo significava? Ron mi sventolò una mano davanti, costringendomi a chiudere i miei pensieri in uno scomparto lontano del mio cervello. "Ehi, che ti prende?"
Fece il rosso confuso. Io sorrisi.
"Niente di che. É solo un po' di stress. Tra la scuola e l'imminente audizione sento di poter crollare da un momento all'altro." Per non parlare dell'uomo che al momento mi ospita a casa sua e con il quale intrattengo una relazione ambigua... Stetti per continuare, ma il mio rimase solo un pensiero personale.
"Non preoccuparti. Vedrai che andrà bene." Mi confortó il mio migliore amico con una pacca amichevole sulla spalla. La campanella suonò e fummo costretti a prendere due strade differenti, ma prima di poter arrivare all'aula nella quale avrei dovuto seguire la mia prossima lezione, il mio sguardo fu catturato da una presenza familiare ma del tutto scollegata dal luogo nel quale mi trovavo.
"Ehi, Tom!" Lo richiamai. Lui con le mani nelle tasche e lo sguardo perso e spaesato, si voltò fulmineo nella mia direzione e nell'attimo in cui capì fossi stato io a chiamarlo, i suoi occhi si illuminarono di una strana luce. Mi raggiunse con grandi falcate e si bloccò a pochi centimetri da me.
"Harriet!" Mi salutò con allegria. Ricambiai con un cenno imbarazzato.
"Cercavo proprio te." Rivelò sorridendomi come se quello che era appena uscito dalla sua bocca, fosse qualcosa di estremamente simpatico.
"Me?" Chiesi allora, sbigottito. Tom annuì con foga. "Sì, ho provato a chiamarti, ma non rispondevi, così ho deciso di venire a parlarti di persona." Sorrise ancora, ma in quel momento dietro quella maschera di gentilezza, riuscivo a vedere solo pura falsità.
Tom era sempre stato per me un amico riservato e rispettoso, nulla che aveva a che fare con il ragazzo che in quel momento mi ritrovavo davanti.
"Non avresti dovuto venire qui." Il mio tono era pacato, ma racchiudeva tutto il mio disappunto e la mia reticenza. Se Tom se ne fosse accorto, non lo diede a vedere, al contrario mise sù una smorfia di esagerata tristezza e mormorò qualcosa che non capii, prima di parlare ad alta voce.
"Non fare così Harriet. Ero solo venuto a proporti di andare a pranzo insieme prima di andare a danza." Fece contrariato. Io alzai un sopracciglio, ironico, aggiustando lo zainetto sulla spalla e guardando i ragazzi affrettarsi a raggiungere le proprie classi. "Potevi tranquillamente mandarmi un messaggio. Comunque non posso. Ho degli impegni per pranzo. Sarà per una prossima volta." Lo liquidai sorpassandolo con disinvoltura.
"Harriet! In bocca al lupo con il tuo pretenzioso coinquilino!" Mi gridò mentre la porta della mia classe si chiudeva con un tonfo ed i miei occhi si sbarravano.
Draco e Tom si conoscevano.
Ora ne avevo la certezza.

#importante
Scusateeeeeee lo so che non pubblico da decenni e probabilmente passerà lo stesso tempo per il prossimo insulso capitolo. Sono sommersa di impegni e trovare un po' di tempo per scrivere sta diventando davvero difficile, quindi chiedo scusa per la mia incoerenza sulla frequenza delle pubblicazioni.
Cosa ne pensate,comunque, di questo capitolo?
Come mai Tom e Draco si conoscono?
Fatemi sapere lasciando qui sotto un commento e/o accendendo la stellina.
Un bacio e alla prossima.

Romantica || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora