Capitolo 27 -Harry-

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"Ricordami ancora cosa ci faccio qui." Il tono di Draco era più che ironico, ed io non potei fare a meno di ridacchiare, coraggioso del fatto che stesse guidando e che non potesse guardare nella mia direzione.
"Stiamo andando a salvare Blaise..." Dissi per quella che mi sembrava essere la dodicesima volta nel giro di poche ore. Il biondo si passò una mano tra i capelli per poi rimetterla sul volante, sbuffando.
Dovevo ammetterlo, mi sentivo in uno di quei fumetti di eroi che leggevo da piccolo, quando entravo nella stanza lussuosa di mio cugino e li rubavo dalla sua collezione.
Mi cullavo nell'idea che fossi proprio io il protagonista e che per quel motivo, avrei di certo trovato il modo di sconfiggere il cattivo, quando sarebbe arrivato il momento.
"Sto ancora pensando che questa sia la cosa più pericolosa ed infantile che sia passata nella tua testolina bacata. E io sto anche partecipando!" Sbottò incredulo. Vedevo i confini della strada saettare confusi dal mio finestrino, e mi resi conto che per quanto stessi cercando di farmi vedere coraggioso e forte, in realtà avevo davvero paura. Strinsi le gambe al petto, togliendo le scarpe per non sporcare il sedile e continuai ad osservare Draco in silenzio. Ero stato io a costringerlo a mettersi al volante della sua auto in direzione di Chicago. Prenotare un aereo avrebbe richiesto troppo tempo e denaro e noi eravamo a corto di entrambi.
"Avresti dovuto avvisare tua madre di questa nostra piccola fuga..." Dissi ad un certo punto, sentendo una strana sensazione al petto, come di mancanza, al pensare a quella donna così importante per me.
"Ha già i suoi pensieri, non ha bisogno di altre cose a cui pensare." Ammise e mi ritrovai ad essere d'accordo. Narcissa era venuta a conoscenza di Ludmilla dallo stesso Draco e stranamente la cosa non l'aveva sconvolta, aveva detto, infatti a suo figlio, che si aspettava di una cosa del genere da parte di Lucius e anche se si era rifiutata categoricamente di conoscere la ragazzina o sua madre, aveva accettato con calore l'idea che i due fratelli passassero del tempo insieme.
Dopo aver firmato le carte per il divorzio, invece, Lucius era sparito da qualche parte alle Hawaii, limitandosi a passare a sua moglie i soldi che le doveva. Inutile dire che la cosa aveva fatto piacere a tutti noi. A dispetto, però, delle apparenze, Narcissa aveva dovuto sopportare molto, ed era giusto non sovraccaricarla.
"Allora, cosa farai una volta che saremo lì?" Chiese Draco. Non mi ero accorto che fosse passato del tempo dall'ultima frase, ma guardando l'orologio mi accorsi fosse già passata mezz'ora. Sospirai. "Non lo so, Dray. C'è ancora tanto tempo..." Borbottai, facendomi prendere un po' dallo sconforto e un po' dal fastidio.
"Harry, ho capito che abbiamo ancora qualcosa come otto ore da passare in questa auto, ma..."
Non finì di parlare che io lo bloccai con un lamento. "Ma niente, Draco. Non parlarmi come se non ti importasse nulla. So che la cosa ti spaventa e cavolo, spaventa anche me. Blaise, però, continua ad essere il tuo migliore amico e mio fratello. Glielo dobbiamo." Quasi urlai, preso dal nervosismo. Draco si arrischiò un attimo a guardarmi, con una smorfia sul volto pallido.
"Non ho detto che non mi importa. Penso solo che quello che stiamo facendo potrebbe portarci a qualcosa di pericoloso. Se Blaise ha voluto tenerci fuori..."
"Lo so, voglio solo accertarmi che stia bene. Mi manca. Voglio che mi guardi in faccia e mi dica che cosa sta succedendo. Ho bisogno di guardarlo negli occhi e sapere la verità."
Ammisi mangiandomi un'unghia, agitato. Draco annuì.
"Promettimi solo che non farai niente di stupido e che se dovessi ritenerlo necessario, tu verrai via con me senza  fiatare." Mi ammonì in tono severo, mettendo la sua mano sul mio ginocchio, infondendomi tutto il suo calore. Questa volta fu il mio turno di annuire. "Te lo prometto."

A metà del viaggio ci eravamo fermati ad una pompa di benzina per fare rifornimento ed avevamo approfittato della sosta per andare in bagno e acquistare cibo e qualche Red Bull. Era quasi l'una di notte e Draco, abituato ai ritmi da cameriere, non pareva nemmeno affaticato.
Aveva passato i dieci minuti di sosta a ripetermi che non aveva bisogno di riposarsi e di essere in grado di continuare a guidare. Era stato con quella sicurezza, che una volta rientrati in macchina ed aver mangiato una ciambella alla crema, mi ero addormentato cullato dalla musica messa a basso volume.
Mi svegliai soltanto quando le prime luci dell'alba cominciarono a invadere l'abitacolo e Chicago era proprio davanti a noi.
"Giorno moccioso, te lo hanno mai detto che sei di molta compagnia nei viaggi in auto?" Mi prese in giro il Malfoy, dandomi il buongiorno, ma anche cercando di stemperare l'aria di inquietudine che aleggiava tra di noi. Lo fissai, agitato. Rispetto a qualche ora, il biondo risultava visibilmente più stanco, con le occhiaie scure sotto gli occhi un po' arrossati e i capelli alla rinfusa, come se avesse passato il tempo torturandomi con le dita. I suoi vestiti, una maglietta sportiva ed un paio di pantaloncini di cotone, erano spiegazzati. Anche io non ero messo meglio, con i segni del sedile sulla faccia e il viso pallido. Nel sonno avevo dovuto avere freddo, dato che Draco aveva abbassato l'aria condizionata e mi aveva messo addosso una delle sue felpe. La strinsi  forte a me e respirai a fondo il suo profumo, anche se riuscivo a percepirlo chiaramente anche senza avvicinare a me l'indumento.
"Scusa, non pensavo di addormentarmi." Borbottai, il biondo ridacchiò, prendendomi in giro.
"Potevi anche dirmelo che ti annoiavo... avremmo potuto trovare modi creativi di passare il tempo." Fece ironico, alzai gli occhi al cielo e aprii il finestrino, guardando il mio riflesso dallo specchietto e cercando di aggiustarmi quel tanto che bastava per non sembrare un barbone che aveva appena passato la notte in una stazione. L'aria di Chicago di mattina era più fresca rispetto all'aria afosa della grande mela, così tolsi la maglietta che avevo addosso -facendo distrarre Draco dalla guida e tirandogli uno schiaffo per farlo rinsavire- e misi la sua felpa, tirando sù la zip e rivolgendo un sorrisetto imbarazzato al mio compagno di viaggio. "Cinque minuti e siamo arrivati a casa di Blaise." Avvisò Draco. Non sapevo come facesse a ricordare la strada, probabilmente aveva cercato la strada sul suo cellulare quando io stavo dormendo, ma poco importava.
"Va bene."
Contai i secondi uno ad uno.
Ed esattamente cinque minuti dopo parcheggiammo ai piedi del suo appartamento. Respirai ed espirai più volte. Draco scese dalla macchina e mi aprì lo sportello, avvicinandosi a me e stringendomi forte, lasciandomi un bacio sulle labbra. Era il suo modo di dirmi che lui era accanto a me, e non sentii alcun imbarazzo a ricevere da lui quelle caste attenzioni, anzi le apprezzai davvero molto.
Draco era un tipo passionale e dolce, ma quasi mai casto. Mi piaceva quel lato sensibile di lui, era come se riuscisse a tirarlo fuori solo con me, e la cosa mi lusingava.
"Sono pronto." Dissi, lui allora mi prese per mano ed insieme ci avviammo verso la porta principale. Fu Draco a bussare al campanello, anche se era decisamente presto per delle visite di cortesia.
Ricordai a me stesso che la nostra non era affatto una visita di cortesia.
Aspettammo per quella che mi sembrò un'eternità, e stetti quasi per dire a Draco di passare più tardi, magari di appostarci davanti alla casa fino a quando non fosse uscito qualcuno. La porta però venne aperta. Pansy con gli occhi assonnati passò lo sguardo tra me ed il biondo prima di sbarrarli spaventata e boccheggiare come un pesce fuor d'acqua.
"Harry, Draco. Cosa ci fate qui?" Chiese cercando di essere gentile, era evidente, però, che non era affatto contenta della nostra presenza. Mi feci coraggio ed entrai in casa di forza, spostando la ragazza con una spallata. "Dobbiamo parlare con Blaise." Fece Draco in tono duro, appoggiando la mia entrata brusca.
"Adesso." Specificai, mentre Pansy se ne stava ancora con una mano appoggiata alla porta. La guardai male e lei annuì, facendo cenno verso la fine del corridoio dove sapevo ci fosse una specie di ufficio. "Ultima porta a destra." Specificò chiudendo il portone che con un tonfo fece piombare in casa la penombra. Anche se la mano di Draco intrecciata alla mia mi dava una sensazione magnifica di pace e serenità, dovetti lasciarla andare, e con passo svelto seguii le indicazioni della padrona di casa e aprii la porta in questione senza nemmeno bussare. Blaise era lì, seduto su una grande sedia girevole dallo schienale alto. Guardava concentrato il suo computer portatile, ma quando sentì il rumore della porta che si apriva, alzò lo sguardo, e lo stesso terrore che avevo visto balenare negli occhi di Pansy, si riflesse nei suoi. Serrai la mascella.
Pansy entrò nella stanza dietro di noi e gesticolò verso il futuro marito.
"Sono entrati e..." Mio fratello si era alzato e distogliendo lo sguardo da me ed il mio ragazzo, si rivolse a Pansy. "Va bene, me ne occupo io." Disse dolcemente, eppure era percepibile la severità celata dal suo tono, quasi come se il suo fosse un ordine ben preciso. La ragazza annuì e lanciandoci un'occhiata fugace, sparì nel buio soffuso del corridoio. Blaise chiuse la porta a chiave e si appoggiò con la schiena ad essa. Il suo viso si era addolcito e adesso prendeva le piega della preoccupazione. Aggrottai le sopracciglia.
"Che cazzo ci siete venuti a fare qui?" Chiese sull'orlo della disperazione. Indossava un pantalone della tuta nero ed una canotta dello stesso colore che sprigionavano un morbido profumo di bucato fresco.
"Fai parte della Voldemort?"
Chiesi a bruciapelo. Il volto di mio fratello si rifece duro e serio come pochi minuti prima ed io mi sentii autorizzato ad andare avanti.
"È questo il lavoro che fai? Spacci? Ti occupi delle puttane del quartiere? È per questo che mi hai abbandonato?"
Chiesi, talmente in collera che anche le lacrime che credevo avrebbero preso il sopravvento su di me, in quel momento non avevano la minima voglia di venir fuori.
"Harry..." Provò a zittirmi mio fratello. Avanzai verso di lui e lo spinsi con violenza, facendolo sbattere sulla superficie in legno sulla quale se ne stava appoggiato.
"Rispondimi, cazzo! Ci hai umiliato in quel modo in quel bar perché non volevi metterci in mezzo a questa merda? Avevi paura che saremmo entrati anche noi nel giro? O che ci avrebbero sparati per essere tuoi conoscenti? O semplicemente ci volevi fuori dalle palle? Magari volevi sentirti solo meno in colpa per la cazzata che stavi facendo." Gridai. Gridai talmente tanto da sentire la voce morire nella mia gola, eppure sentivo il bisogno di continuare a gridare, sempre più forte. Fu Blaise ad impedirlo, mettendomi una mano sulla bocca ed intimandomi di abbassare la voce e di non provare mai più a nominare il nome dell'agenzia. Lo fissai furioso, cercando di divincolarmi dalla sua stretta, ma era troppo forte.
Draco si avvicinò a noi, con l'intenzione di allontanare le mani di mio fratello dal mio corpo.
Blaise allontanò la mano dalla mia bocca e afferrò Draco per il braccio, torcendolo e facendolo cadere a terra, poi prese entrambi per i gomiti e ci buttò sul divano. "Non muovete un muscolo." Ci intimò puntandoci un dito contro. Guardai Draco, spaventato e confuso. Lui pareva capire meno di me, così ci limitammo a rimanercene fermi e zitti sul divano di pelle nera all'angolo della piccola stanzetta. Blaise si avvicinò alla sua scrivania e aprendo un cassetto prese un cellulare dall'aria del tutto anonima. Compose un numero e si avvicinò l'apparecchio all'orecchio, senza accennare a darci le spalle. Ci fu qualche attimo di silenzio, poi un rumore dall'altro lato del telefono.
"Sì. Sono Zabini. Diggory ho bisogno che tu venga subito qui. Sì ho un problema bello grosso e tu devi aiutarmi, o va tutto a puttane."
Un altro mormorio dall'altro capo.
Blaise annuì e chiuse la chiamata.
"Zabini?" Troppo curioso, non riuscii a starmene in silenzio. Mio fratello annuì con un sospiro. "Ci sarà tempo per le spiegazioni. Adesso aprite bene le orecchie brutti idioti."
Blaise si avvicinò a noi, abbassandosi sulle ginocchia per essere alla nostra altezza.
"Adesso dovete uscire da questa stanza, Pansy sarà sicuramente in cucina e accorrerà nell'ingresso non appena sentirà che ve ne state andando. Voi dovete dirle che eravate tornati per prendere qualcosa che non avevo spedito. Dovete dirle che eravate di passaggio e che ve ne state tornando da dove siete venuti." Disse abbassando la voce e parlando lentamente, quasi fossimo due bambini. "Aspetta, non capisco..."
"Harry, fa come ti dico." Furono le sue uniche parole, mentre ci afferrava di nuovo e aprendo la porta ci spingeva fuori.
"Duecento metri a destra. Troverete un uomo. Andate con lui. Ci vediamo dopo." E chiuse la porta.
Sentivo che avrei potuto impazzire da un momento all'altro. Non stavo capendo assolutamente nulla.
Come predetto da Blaise, Pansy si affacciò dalla cucina e Draco le sorrise gioviale.
"Andate via?" Chiese la donna, annuii assente, così Draco prese la parola.
"Sì, eravamo di passaggio e dato che Blaise aveva dimenticato di spedirci una cosa, siamo passati a prenderla noi." Disse velocemente. Pansy annuì e da brava donna di casa ci accompagnò alla porta, sempre con un sorrisino tirato sulla faccia.
"È stato un piacere rivedervi." Ci disse, io ero già arrivato al marciapiede esterno, Draco dietro di me.
"Un uomo. Duecento metri a destra. Potrebbe essere chiunque. Magari ci vuole fare fuori. Abbiamo scoperto il suo segreto." Cominciai a parlare camminando verso la macchina a passo spedito. Draco mi bloccò, afferrandomi per le spalle. "Harry. Dobbiamo rimanere calmi." Mi avvisò rimanendo lucido. Anche se insicuro, annuii afferrandomi il labbro inferiore tra i denti con nervosismo.
"Che facciamo?" Cantilenai.
Lui si guardò intorno per un secondo, poi fissò i suoi occhi grigi nei miei.
"Di qualsiasi cosa si tratti, penso che dovremmo seguire le indicazioni di Blaise. Può trovarci anche se ce ne andiamo adesso." Disse ed io capii che aveva avuto ragione dall'inizio: ci eravamo buttati in una situazione troppo pericolosa.
Stavo per dire che non importava, che avremmo dovuto provare a scappare a gambe levate ed emigrare in un luogo remoto del mondo. Vivere una vita solo io e lui. Una macchina nera dai finestrini oscurati si affiancò a noi, mantenendosi comunque ad una certa distanza dal marciapiede. Il finestrino del posto del guidatore si abbassò ed io repressi un brivido.
Un ragazzo sulla ventina, occhiali da sole e camicia hawaiana ci stava osservando come fossimo cavie da laboratorio. Vidi il suo viso muoversi impercettibilmente mentre ci guardava da capo a piedi, poi però fece un sorriso tutto spigoli e con un cenno del braccio fece cenno di avvicinarci alla macchina.
"Salite!" Gridò. Draco fu il primo a muoversi, afferrandomi per la mano, questa volta per paura che potessi allontanarmi e sparire alla velocità della luce, ed insieme ci avviammo verso un destino che sospettavo essere del tutto oscuro.

Ehilà, buon sabato a tuttiiiii.
Allora cosa ne pensate di questo capitolo? Harry e Draco stanno per morire? Blaise vuole torturarli o farli entrare nella sua magnifica banda? E poi... Diggory? :))
Fatemi sapere cosa ne pensate lasciandomi un commento qui sotto e/o accendendo la stellina. Un bacione e alla prossima.

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