Capitolo 25 -Harry-

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"Cosa?"
Draco era incredulo, ed anche io non riuscivo a credere alle parole appena pronunciate da quella ragazza.
Si stava presentando cone la sorellastra del mio fidanzato e anche se la cosa risultava inaspettata, non avevo difficoltà a credere che fosse frutto di un tradimento di Lucius.
"Ho trovato un paio di foto che li ritraevano insieme in un baule in camera sua... vicino c'era una lettera da parte di tuo padre... bhe nostro..."
Fece con la voce tremante. Leggevo nei suoi occhi la paura di non essere presa sul serio e il terrore di perdere anche quello che ormai, nella sua testa, era suo fratello.
Il biondo continuava a starsene in silenzio. "Ne ho fatta una copia mentre la mamma non c'era e ho messo apposto l'originale." Ammise tirando fuori dalla sua borsetta rosa un pezzo di carta che mise sul tavolo in modo che potessimo leggere ciò che vi era scritto sopra.

Cara Johanna,
mi dispiace di essere andato via così dopo aver saputo della tua condizione. Non avrei voluto lasciarti in quel modo, anzi, non avrei voluto lasciarti affatto. Conosci, però, le regole dell'alta società e sai che non posso rinunciare alla vita che i miei genitori mi hanno imposto e alla donna che mi è stata data in moglie. Narcissa é una donna stupenda, e stupendo è il bambino che insieme stiamo crescendo, Draco. Vorrei avere la possibilità di crescere il tuo, il nostro, allo stesso modo...
Tuo, Lucius.

Era una lettera scritta in maniera veloce e poco definita, eppure le parole erano così chiare da lasciare poco all'immaginazione. "È per questo che sapevo il tuo nome, la prima volta che ci siamo incontrati. Avevo cominciato a cercarti e poi avevo letto il tuo nome su uno dei registri della mamma..."
"Quindi lei sapeva..." Disse Draco a mezza voce, continuava a guardare il foglio sul tavolo, ma i suoi occhi erano offuscati da altri pensieri.
"Non so dirti molto... mia madre non sa che ho scoperto tutte queste cose, crede che abbia una sorta di cotta per te, e io non ho fatto niente per farle credere il contrario."
Ammise alzando le spalle con noncuranza.
"Per essere una ragazzina, sei piuttosto sveglia." Dissi ammirato, era la prima volta che prendevo parola, ma ero piuttosto sicuro che Draco avrebbe apprezzato, dato che non sembrava molto propenso alla parola in quel momento. "Questa ragazzina ha 14 anni..." Mormorò presa sul vivo. Io sorrisi intenerito.
"14 anni..." Sussurrò Draco. Ludmilla si fece triste. Misi una mano sulla gamba del mio ragazzo, sotto il tavolino, e lui parve rinsavire.
"Beh, Ludmilla. Con quale scusa sei venuta a parlarmi?" Sorrise Draco e la ragazza si illuminò.
"Progetto di scienze. Ho promesso di ritornare per cena." Annunciò fiera della bugia che aveva accampato per poter parlare al suo fratellastro. Questo guardò l'orologio e poi le fece un occhiolino.
"Beh allora abbiamo ancora un sacco di tempo. Passiamo il resto del pomeriggio insieme."

"Quello di portare in giro Ludmilla è stato un gesto davvero carino." Dissi a Draco quando tornammo nel silenzio del nostro appartamento e ci lasciammo andare sul divano.
"Sorella... Chi lo avrebbe mai detto che mio padre fosse più bastardo di quanto immaginassi..." Borbottò accendendosi una sigaretta e facendo un tiro, chiudendo gli occhi.
"Un po' mi dispiace per lui... È stato costretto a sposare una donna che non amava, e questo è stato il risultato..." Dissi a bassa voce. Certo, ringraziavo quella scelta forzata, senza la quale Draco non sarebbe potuto nascere, ma capivo che doveva essere stato difficile.
"È questo che non riesco a capire. Lui è stato costretto a sposare mia madre, forse anche a causa mia... e poi? Mi impone la stessa scelta?" Si chiese dando voce ai suoi dubbi.
"Credo che sia stata tutta una serie di scelte sbagliate prese per la ragione giusta..."
Ammisi sincero. Draco si voltò verso di me, poi sorrise piano.
"Ti amo." Disse facendomi arrossire.
"Mhh... anche io ti amo." Borbottai con un cuscino sulla faccia. Draco ridacchiò, alzandosi e spegnendo la sigaretta sul davanzale della finestra aperta, per poi tornare da me.
Appoggiò una mano sul bracciolo del divano, mentre l'altra si posizionava sulla mia guancia e le sue labbra scendevano sulle mie.
"Devi andare a lavorare, Dray..."  Gli ricordai, gemendo, quando il suo corpo fu più vicino al mio.
"Dray..." Dissi ancora.
Lui sbuffò, allontanandosi.
Lo guardai allontanarsi in silenzio e sparire in camera da letto. Sospirai.
Per quanto mi avesse rassicurato sulla faccenda delle compagnie di ballo, non riuscivo a non pensare di essere un peso per lui. Forse adesso pensava che quella fosse la scelta giusta, ma come sarebbe stato quando avrebbe rivisto la sua vita in futuro? Aveva incolpato suo padre per aver messo dei paletti alla sua vita e alla sua libertà, ma stando con me avrebbe avuto le stesse difficoltà. Lo amavo da morire, ormai non avevo alcun dubbio a riguardo. Potevo privarlo del suo sogno? Io stavo inseguendo il mio...
"Io vado..." Il biondo mi lasciò un bacio a stampo e si allontanò nei suoi pantaloni chiari e la maglietta a maniche corte.
Mi inebriai del suo profumo, mi persi nei suoi occhi grigi e poi lasciai che andasse via.
Mi ci vollero diversi minuti per decidermi ad alzarmi dal divano, ma quando lo feci, dovetti appoggiarmi al muro per non cadere, a causa di un giramento di testa.
Chiusi gli occhi e respirai a fondo, poi andai ad accendere l'aria condizionata e mi fiondai a farmi una doccia fredda, rimanendo a gironzolare nudo per casa, in cerca di un po' di tregua dal caldo afoso.
Pulii in giro e presi il cellulare in mano, componendo il numero del mio migliore amico.
Rispose al secondo squillo.
"Ehi Harry!"
"Ronaald, sei da Hermione?" Chiesi incrociando le dita, speranzoso.
"Ci siamo appena salutati, pensavo di tornare a casa..."
"Perché, invece non vieni qui? Draco non c'è."
Chiesi con voce supplicante, immaginando dall'altro capo, il mio migliore amico scuotere la testa.
"Stai tentando di usarmi come rimpiazzo?" Fece divertito. Ridacchiai.
"Forse..."
"Se prometti di non baciarmi e fare altre sconcerie con me, penso di poter accettare... Sai Herm potrebbe farsene una ragione, ma non credo che il tuo fidanzato sarebbe propenso a lasciarmi vivo se facessi qualcosa del genere." Rise.
"Cercherò di frenare i miei istinti gay." Lo accontentai mantenendo il gioco.
Circa un'ora dopo, io e il mio migliore amico ce ne stavamo seduti sul pavimento fresco del salone, con un cartone di pizza davanti a noi e una partita avviata di battaglia navale alcolica.
La musica era abbastanza alta da essere chiaramente ascoltata, ma permetteva a me e Ron di poter parlare tranquillamente, senza gridare.
"C3" Fece il rosso, assottigliando gli occhi, come se guardandomi in quel modo avrebbe potuto vincere più facilmente. "Acqua."
Ron alzò le mani al cielo e prese un altro tiro dalla sia sigaretta, per ppi passarmela mentre segnava qualcosa sulla sua tabella. Presi un tiro anche io, ridacchiando per la situazione. Era come se fossimo stati catapultati a qualche anno prima: due adolescenti pigri che si divertivano con qualche bottiglia di birra e una sigaretta smezzata. "H2" Mormorai buttando fuori il fumo, non fumavo da tempo. Non era una tendenza che faceva per me, ma quando io e Ron avevamo le nostre serate, un tiro ci stava sempre...
"Colpita e affondata." Il rosso prese il bicchierino riempito di liquido ambrato e mandò giù.
"Ho vinto!" Esultai, ripassandogli la sigaretta a mo di scuse. Ron fece un paio di tiri prima di spegnerla e buttarla via.
"Cosa succede, Harry?"
Il mio migliore amico si sedette al mio fianco, e come me appoggiò la schiena al divano, guardando un punto indefinito del muro davanti a me. "Stanno succedendo troppe cose negli ultimi tempi. Mi sento come se potessi esplodere da un momento all'altro..." Bisbigliai.
"...Draco ha rifiutato dei lavori e io so che è per colpa mia. Non voglio che perda delle occasioni per pensare a me." Dissi tutto d'un fiato, con le mani nei capelli.
"Harry, Draco è grande... non puoi sentirti in colpa per le scelte che fa."
"Lo so, ma non riesco a fare a meno di pensare che un giorno potrebbe pentirsi di tutto questo. E allora cosa succederebbe? Insieme a me perderebbe un mucchio di altre cose..."
Ron scosse la testa.
"Vuoi che ti parli in modo sincero? Credo che tu e Draco siate fatti l'uno per l'altro e che lui sia adulto abbastanza da decidere cosa sia meglio per se stesso."
Fece sicuro, mettendomi una mano sulla spalla.
"Io lo amo."
Ron sorrise, addolcito dalle mie parole.
"Credo che tu debba darci un taglio con i complessi d'inferiorità e dire queste parole a lui, Harry."
Ammise abbracciandomi.
"Ho paura. Ho paura che se ne vada anche lui."
Le mie parole furono attutite dal petto dal mio migliore amico, ma sapevo che mi aveva sentito. Mi afferrò, infatti, per le spalle e mi allontanò quel tanto che bastava da guardarmi negli occhi. "Io sono ancora qui, dopo tutti questi anni, io rimango. E sono certo che anche Malfoy non abbia alcuna intenzione di andare via. Te lo sta dimostrando in tutti i modi."
"Grazie, Ron."
Dissi abbracciandolo di nuovo.
Restammo lì, abbracciati sul pavimento, fino a quando Ron non disse che doveva andare via. Lui aveva ancora dei genitori che si preoccupavano se non tornavo a casa in orario...
"Sii sincero con lui, Harry. Smettila di credere di non esserne all'altezza." Disse il rosso prima di andar via, beccandosi l'ennesimo abbraccio.
Rimisi in ordine in salotto e me ne andai a letto, accendendo il computer e rivedendo la mia tesina d'esame.
Stavo correggendo le ultime slide della presentazione multimediale quando il mio ragazzo tornò.
Alzai lo sguardo dallo schermo e lo guardai. Era appoggiato allo stipite della porta della nostra camera e mi fissava intensamente, con la maglietta appena tolta e il corpo sudato. Repressi un brivido di piacere e nella mia testa rimbombarono le parole del mio migliore amico.
Chiusi il portatile e lo appoggiai sul pavimento.
"Sono contento che tu non te ne vada in giro per l'America. Sono contento che tu abbia scelto me e anche se sono spaventato a morte, so di potermi fidare di te. Perché tu mi ami, e cazzo... Ti amo anche io. Amo il tuo essere un maniaco pervertito. Amo il tuo modo di ballare. Amo la tua inutilità in cucina. Amo la tua pigrizia quando si parla di faccende domestiche."
Presi un respiro.
"Da quando ci conosciamo non hai fatto altro che starmi vicino e donarmi amore. Grazie."
Draco rimase in silenzio, la bocca semiaperta per la sorpresa e la meraviglia, mentre io ansimavo in cerca di fiato, con le lacrime agli occhi. "Io ti amo..." Piansi. Il biondo si staccò finalmente dalla porta e subito mi fu addosso, baciandomi con foga.
"Shhh non piangere. Ti amo." Disse baciando ogni parte del mio collo con dolcezza innata. Ero felice di sentirlo così vicino a me. Sentivo il bisogno di sentirlo. Lo afferrai per la nuca e lasciai che la sua bocca si legasse alla mia, mentre il suo petto nudo toccava il mio, anch'esso scoperto. Dopo che Ron se ne era andato, infatti, ero rimasto in boxer, per combattere l'alta temperatura, ed ora la cosa non poteva che risultare utile. Draco scalciò via le scarpe, si alzò velocemente e si spogliò dei suoi pantaloni e delle sue mutande verdi con Hulk sopra, un mio regalo extra per il suo compleanno. Ridacchiai al vederle e mi affrettai a togliere anche il mio intimo. "Stai prendendo in giro il mio abbigliamento? Ti avverto, il mio fidanzato potrebbe non accettare le tue critiche."  Sussurrò al mio orecchio. Risi. "Al contrario. Penso che il tuo fidanzato abbia degli ottimi gusti." Mormorai, riprendendo a baciarlo. Il biondo non perse tempo, e approfittando della mia distrazione, dovuta alla sua bocca esperta, allineò il suo membro sulla mia apertura e spinse dolcemente, facendomi gemere.
Gemiti, ansiti, spinte e mormorii, frasi dolci, baci e morsi. Andò avanti così fino a quando non fummo troppo stanchi anche solo per respirarci addosso. Fu allora che saziati di ogni voglia, rimanemmo immersi nel silenzio, abbracciati l'uno all'altro, fregandocene del caldo che ci stava facendo sudare e delle zanzare che avevano a tiro la nostra pelle scoperta.
"Ti amo." Riuscii a sussurrare ancora una volta, prima di addormentarmi.

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