Capitolo 19 -Harry-

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I giorni che seguirono furono come guardare un film passare davanti a te, fotogramma dopo fotogramma, senza che tu possa fare altro che non sia il solo guardare. Ero tornato a condividere la mia casa con Draco, o meglio, lui era tornato a condividere la sua casa con me.
La scuola mi portava via la maggior parte del mio tempo, dato che tornato da quel l'inferno durato tutta la mattina, avevo l'obbligo di passare ogni pomeriggio all'insegna dello studio. L'appartamento era sempre rumoroso, e ormai mi ero quasi abituato alla presenza di Astoria che gironzolava per casa. Dopo averla conosciuta avevo subito rimosso dalla mia testa l'antipatia che avevo provato per lei quella notte al locale. Astoria era davvero una donna di classe, ben educata e abbastanza dolce da informarsi della mia salute e del mio benessere ogni qual volta se ne presentava l'occasione. Lei e il mio ragazzo -sì, perché il biondo aveva rinnovato la sua richiesta di essere tale- stavano lavorando notte e giorno alle carte che avrebbero assicurato la libertà ad entrambi.
Chiusi la porta di casa con un sospiro stanco e mi meravigliai di quanto l'ambiente risultasse silenzioso.
"Dray! Sono tornato!" Gridai, cercando di attirare l'attenzione del mio coinquilino, ma non ottenni risposta. Guardai l'orario sulla parete spoglia dell'ingresso e aggrottai le sopracciglia. Erano le due del pomeriggio. A quell'ora le lezioni mattutine dell'Accademia avrebbero già dovuto concludersi.
Presi il telefonino e chiamai il biondo che però non rispose. Possibile che si fosse scordato di avvisarmi di avere un impegno? Mi imposi di stare calmo e mi avviai in cucina dove decisi di portarmi avanti con i compiti, aspettando notizie del Malfoy.
Da quando la mia relazione con lui era diventata instabile, ovvero dal primo momento in cui ci eravamo visti, la mia fame era calata e spesso e volentieri ero talmente corroso dai miei pensieri da dimenticarmi di avere delle necessità.
Lessi alcune pagine di storia, ma i concetti che avrei dovuto imparare sembravano correre via da una parte all'altra senza riuscire a mettere radici nel mio cervello, così presi nuovamente il cellulare e composi il numero di mio fratello per poi ripensarci, se mi fossi messo al telefono con lui, Draco non avrebbe potuto chiamarmi. Bloccai lo schermo e appoggiai l'apparecchio sulla superficie del tavolo su cui stavo studiando, ticchettando ritmicamente la matita su di esso.
Era metà Maggio e l'aria a New York si era fatta afosa, per non parlare dello smog che rendeva la situazione insostenibile. In quel momento la finestra era spalancata e un filo d'aria rendeva piacevole la mia permanenza in quella stanza. La data del matrimonio di Blaise era stata confermata per Luglio, proprio la settimana dopo i miei esami, ed io non potevo fare a meno di notare con quanta rapidità stesse passando il tempo, facendomi avvicinare sempre di più alla fine di tutti i miei piani.
Senza dirlo a Blaise avevo liberato il nostro vecchio appartamento e con l'aiuto di Draco avevo fatto versare i soldi dell'anticipo di Blaise sul mio conto. La mia roba era ormai tutta a casa di Draco e ciò che era rimasto dei mobili di proprietà di mio fratello, glieli avevo fatti spedire con la scusa che sarei andato presto a Chicago e he a New York non mi sarebbero serviti in alcun modo. Inutile dire che Blaise era stato contentissimo di quella mia affermazione ed aveva cominciato ad allentare la pressione con la quale cercava di convincermi a trasferirmi da lui. Pensava di aver finito il suo lavoro e di avere la vittoria in pugno.
Io, dal canto mio, avevo lasciato tutte le porte aperte, avvalendomi della libertà di scegliere una volta terminati i miei impegni più importanti. Non avevo, infatti, perso i contatti con la Juilliard e non avevo smesso di allenarmi per competere con i suoi standard, ma allo stesso tempo avevo fatto domanda ad altre scuole, sia a Chicago, sia in altre parti dell'America. Il rumore della chiave nella toppa mi fece rapidamente cadere dalle nuvole.
"Harry? Sei in casa?" Chiese Draco mentre udii il tonfo del suo borsone cadere sul pavimento, mi alzai e lo andai ad accogliere con un sorriso.
"Sì, ti stavo aspettando, non sapevo dove fossi finito..." Dissi in tutta sincerità, lui scosse la testa ridacchiando per la mia apprensione. Ormai era di routine, ogni volta che qualcuno dei due faceva un ritardo, anche minimo, nell'altro scattava la paura dell'abbandono.
Incredibile come due persone come noi che pochi mesi prima erano quasi nemiche, adesso sentissero il bisogno viscerale di stare uno accanto all'altro, sempre.
"La professoressa Morgan mi ha trattenuto più del previsto." Mi avvisò scoccandomi un bacio a fior di labbra e prendendomi per mano.
Arrivato in cucina, fece una smorfia a vedere i libri già posizionati sul mobile. Sorrisi innocentemente. "Avevi intenzione di saltare il pranzo?" Chiese con aria di rimprovero. Alzai le mani al cielo, portando la sua -ancora stretta nella mia- in alto con loro.
"Stavo solo aspettando te." Affermai deciso. Draco sembrò crederci e di fatto si calmò e si addolcì per la mia risposta. Il mio non mangiare era un'altra delle sue tante preoccupazioni e uno dei motivi che mi faceva volare le farfalle nello stomaco, il suo prendersi cura di me mi faceva sentire così amato da star male. "Allora corri a cucinare mentre io tolgo quei cosi infernali e metto la tavola..." Disse spingendomi ironicamente verso fornelli. Ridacchiai facendo come mi era stato chiesto.
"Stasera sono di turno al Durmstrang dalle sei in poi, vuoi venire con me?" Chiese apparecchiando, ci pensai sù.
"Non so, Dray. Cosa ci guadagnerei a venire? Non balli nemmeno più." Lo presi in giro, anche se sapevo questo fosse per lui un tasto alquanto dolente. "A proposito di questo. Stavo pensando ad una cosa..." Fece pragmatico, sedendosi a tavola e aspettando che lo raggiungessi con il cibo, cosa che feci un secondo più tardi, avvicinandomi a lui con una padella piena di noodles.
"A cosa?" Chiesi riempendo i piatti ad entrambi e sedendomi di fronte a lui come ormai di abitudine. Draco giocò con i noodles nel suo piatto, poi posò la forchetta e mi guardò negli occhi.
"Vorrei aprire una scuola di danza." Fece serio. Sorrisi.
"È un'idea fantastica!" Esultai. Trovavo stupendo il fatto che il Malfoy si fosse deciso su come continuare la sua vita una volta uscito dall'Accademia. Mi dispiaceva che non avesse minimamente considerato il fatto di poter essere reclutato da una compagnia, ma in fondo la scelta della scuola di danza era quella appropriata. Draco era adulto e più di ogni altra cosa aveva bisogno di una sua stabilità.
"Stavo pensando di aprirla a Chicago... sai, nel caso tu decida sia giusto trasferirti lì da tuo fratello." I suoi occhi erano grigi come un cielo che promette pioggia, talmente seri e limpidi da riuscire a vedere i suoi pensieri scorrere in loro come testi di una poesia.
"Dray..." Cominciai piegando il viso in modo da guardarlo meglio.
"No, non dire niente. Non avevo intenzione di farti pressione o robe varie. Solo renderti partecipe di un mio desiderio." Sorrise incerto e prese a mangiare. Non me la sentii affatto di rispondere. Non perché non volessi rovinare il nostro rapporto, o per paura della sua reazione. Non risposi perché non sapevo cosa rispondere.
"Dopo mangiato studio un po', così più tardi posso venire con te." Dissi alla fine. Il biondo mi fece l'occhiolino, riscaldandomi il cuore ed ance il viso, che subito si fece rosso per le attenzioni ricevute.
"Perché non fai venire anche quel Ronald? Almeno sarai I compagnia." Mi chiese con qualche difficoltà, sapevo che odiava avere rivali con me. "Pensavo fossi geloso di lui..." Constatai facendo sbuffare il biondo che scosse la testa a metà tra l'infastidito e il preoccupato. "Appunto. Se lo inviti stasera lo posso tenere d'occhio." Il suono della sua voce fu più simile ad una minaccia che ad un suggerimento ed io fui tentato di rispondergli per le rime, ma la sua mi sembrava davvero un'ottima alternativa alla noiosa serata che avrei dovuto passare altrimenti.
"Ti sei sentito con Blaise?" Chiese poi con noncuranza.
I rapporti tra i due non erano ancora migliorati, ed io ero la piccola giuntura che faceva da tramite per non rischiare che la loro relazione si sfaldasse del tutto.
Alzai gli occhi dal messaggio che stavo inviando a Ron e li puntai sul biondo. "Avrei voluto chiamarlo prima, ma non volevo occupare il cellulare." Spiegai, lui annuì.
"Doveva farci sapere per la prova dei vestiti. Quindi dovresti chiamarlo..."
Giusto. La prova dei vestiti. Blaise aveva avuto la fantasmagorica idea di vietare ai suoi testimoni, di indossare dei completi a loro scelta, convinto che io e Draco avremmo optato per qualcosa di diverso dai suoi canoni.
"Hai ragione. Lo chiamo subito." Dissi allora, inviando l'sms a Ronald e facendo il numero di Blaise. Draco, senza togliermi gli occhi di dosso, cominciò a levare la tavola, mettendo in ordine le cose che avevamo utilizzato e buttando nel lavello i piatti che avrebbero dovuto essere lavati.
"Pronto?" Distratto dalla visione del biondo che per il caldo si era tolto la maglietta, non avevo sentito che Blaise aveva finalmente risposto. Tossicchiai e scossi la testa.
"Blaise!" Feci allora.
"Harry? Sono contento tu sia così sprizzante." Ridacchiò, commentando il mio tono di voce entusiasta.
"Certo. Il mio fratellone si sposa con una ragazza magnifica in una città magnifica ed avrà due testimoni a dir poco magnifici... non per vantarmi, insomma." Draco sorrise e sentii la risata di Blaise invadere il telefono.
"Non essere così ironico. Sai meglio di me che la scelta dei testimoni è stata pilotata." Sbottò anche se sembrava divertito. Dopo essermene andato da Chicago, avevo avanzato la pretesa che Draco avesse il suo posto come testimone al fianco di Blaise e ovviamente, anche se la cosa non era stata esposta verbalmente, al mio fianco. Blaise era stato un po' restio, ma con l'aiuto di Pansy, schierata stoicamente dalla mia parte, riuscimmo a farlo ragionare. Speravo che la cosa ristabilisse l'equilibrio tra mio fratello ed il mio ragazzo e per i miei egoistici fini, sapevo che essendo i due testimoni, avremmo potuto stare insieme senza che fosse risultato strano.
"Sì, lo so. E sono contento della mia scelta. A proposito di questo, io e Draco volevamo sapere la data delle prove d'abito. Con tutti gli impegni che abbiamo al momento avremmo bisogno di un margine di tempo per organizzare il viaggio e tutto."
Feci sincero giocando con la tovaglia che ancora copriva il tavolo.
"Mi fa ancora strano sentirti parlare di lui con tanta facilità. Se solo penso che pochi mesi fa non avevate neppure intenzione di conoscervi e adesso siete così legati..." Borbottò facendomi sorridere come un ebete.
"Dovrai farci l'abitudine." Mi lasciai scappare, tappandomi subito la bocca, ma ormai il danno era fatto.
"In che senso?" Chiese infatti il mio perspicace fratello. Bestemmiai mentalmente e cercai lo sguardo del mio ragazzo, come se lui avesse potuto salvare la situazione soltanto fissandomi. "Intendo che al tuo matrimonio ci vedrai essere pacifici l'uno con l'altro quindi dovrei fare l'abitudine alla nostra amicizia."
Amicizia. Il solo pronunciare quella parola mi faceva contorcere rigidamente lo stomaco.
"Oh beh credo potrei sopportare solo per quel giorno di condividere con qualcun altro mio fratello ed il mio migliore amico." Fece ridacchiando. Mi rilassai. Mi ero salvato in calcio d'angolo.
"Comunque le prove saranno il prossimo week end." Mi avvisò. Annuii anche se sapevo che mio fratello non avrebbe potuto vedermi.
"Oh, bene, lo dirò a Draco e ti faremo sapere." Mormorai.
"Senti Harry, quando lo vedi, digli che mi mancano le sue chiamate random." Mormorò, lasciandomi con un sorriso malinconico sul volto.
"Lo farò. Ci vediamo la settimana prossima." Feci chiudendo.
Draco era in piedi di fronte a me con una mano sulla mia gamba e un punto interrogativo sulla fronte.
"Blaise dice che gli mancano le vostre telefonate random e che sei ancora il suo migliore amico." Dissi posando il cellulare sul tavolo e stringendo le mani del biondo tra le mie.
Lui sbuffò, ma poi si lasciò andare ad un sorriso. "È davvero un bastardo."
Fece ridacchiando con una spensieratezza che non sentivo da un po'. Di conseguenza sorrisi anche io.
"Ah. Dovremmo passare il prossimo week end insieme a Chicago. Spero che questa volta non torneremo in fretta e furia a casa." Sbottai con aria di rimprovero. Draco alzò gli occhi al cielo.
"Lo spero anche io."

Romantica || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora