Capitolo 18 -Harry-

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"Forse dovremmo ordinare una pizza o qualcosa del genere, in casa non c'è niente." Affermai girando la chiave nella toppa ed entrando in casa, seguito dal mio migliore amico che subito buttò il suo zaino nell'ingresso e tolse la felpa che teneva legata in vita, lanciandola sul pavimento.
Lo guardai contrariato dal suo comportamento strafottente nei confronti del pavimento di casa, ma tutto ciò che ottenni in risposta fu un'alzata di spalle. Presi quindi gli averi del rosso e li trasportai in ciò che era rimasto di camera mia, lasciando la felpa sul mio letto e lo zainetto ai piedi dello stesso, per poi fare lo stesso con la mia borsa scolastica. "Harry! Penso non ci sia bisogno della pizza!" Gridò Ron dai piedi delle scale. Aggrottai la fronte confuso e mi affacciai dalla porta della mia camera. Il rosso ricambiò la mia occhiata mostrandomi un paio di buste di plastica piene di roba.
"Dovresti scendere a vedere." Suggerì indicando con la testa la cucina ed entrandoci. Ancora confuso feci come mi era stato detto, saltando i gradini due alla volta e spuntando in cucina pochi istanti dopo.
Il tappeto era pieno di buste uguali a quelle che poco prima mi aveva mostrato il mio migliore amico. Erano tutte piene di cibo.
"Pensavo non avessi niente in casa..." Mi riprese il rosso mangiando con gli occhi una confezione di ali di pollo fritte. Alzai gli occhi al cielo.
"Infatti era così fino a stamattina." Sbottai incredulo. Doveva esserci lo zampino di un certo Malfoy dietro quella faccenda. Per chi mi aveva preso? Per un marmocchio in cerca di aiuto? Voleva farmi avere un debito con lui in modo che avessi l'obbligo di riscattarmi in qualche modo?
Trattenni tutte le imprecazioni che sentivano la necessità di scappare via dalle mie labbra e afferrai il cellulare con rabbia, componendo il numero che oramai sapevo a memoria.
Draco rispose al secondo squillo.
"Cosa cazzo ti è saltato in mente, me lo spieghi? Non ho bisogno della tua carità. E poi chi ti ha dato il permesso di entrare in casa?" Gridai andando avanti e indietro per la stanza, sotto lo sguardo preoccupato e curioso di Ron, che liquidai con un gesto distratto della mano.
"Prima di tutto: calmati; in secondo luogo: non ho minimamente pensato di farti la carità. Pensavo solo che fosse un gesto carino riempirti il frigo dopo che era stato vuoto a causa mia." Disse con sincerità e lo percepii dal suo tono di voce calmo e controllato. "Non posso accettare Draco e tu lo sai." Mormorai incapace di riflettere lucidamente. Sentii il sospiro del biondo dall'altro capo del telefono, e lo immaginai torturarsi i capelli con le mani, mentre manteneva il cellulare tra la spalla e l'orecchio, in equilibrio per non farlo cadere. "Hai deciso di non avere più nulla a che fare con me?" Chiese disperato. Il respiro mi si mozzò all'altezza del petto.
"Non è il momento di parlarne." Feci stizzito, non per la domanda di Draco, piuttosto per Ron che ancora teneva il suo sguardo inquisitorio su di me. Draco stette per dire qualcosa, forse mandarmi a quel paese e chiudere la chiamata, ma non ebbi il piacere di scoprirlo, dato che fui io il primo a rompere di nuovo il silenzio.
"Alle otto a casa mia. Con tutta la roba che hai comprato il minimo che io possa fare è preparare la cena." Sospirai, poi senza aspettare la sua risposta, chiusi la chiamata.
"Draco eh?" Fece il rosso alzando e abbassando le sopracciglia in modo provocatorio. Misi le mani sui fianchi e lo fulminai. "Risparmiami le battutine. So che Ginny ti ha detto tutto." Sbruffai ancora offeso per la scenetta preparata da sua sorella.
"Ginny?" Ronald sembrava realmente sorpreso dal mio mettere in mezzo la Weasley.
"Sì, Ginny. La ragazza con i capelli rossi e il tutù rosa che dice in giro di essere tua sorella." Dissi acido.
"Il soggetto lo avevo capito... ma cosa ha fatto?" Chiese ancora, facendo finta di non aver minimamente sentito il mio tono ironico e le mie provocazioni. "Diciamo che mi ha fatto litigare con un amico." Optai per la mezza verità. Ron sbatté le palpebre come se si fosse appena svegliato da uno strano sogno.
"Questo Draco?" Si informò e capii che non stava cercando di placare la sua curiosità, voleva davvero sapere cosa mi stava succedendo.
Annuii e lui parve mettere al loro posto tutti i pezzi di un puzzle composto nella sua testa e vedere finalmente il disegno finale.
"Ed è lui lo stesso motivo del tuo stato d'animo, non è vero?" Chiese ancora, questa volta i suoi occhi si illuminarono di una strana luce. Annuii nuovamente. "Era questo che brontolava Ginny allora." Disse tra sè e sè. "Non hai appena lasciato intendere che non sapevi nulla?" Alzai un sopracciglio osservandolo piccato, lui si grattò la testa.
"Sono abituato a sentire i suoi scleri su di te e su quanto poco la noti, quindi quando ho sentito i suoi brontolii nei confronti di un ragazzo sconosciuto pensavo che le sue attenzioni si
fossero spostate su qualcun altro, non che stesse cercando un modo per farti troncare i rapporti con lui."
Il mio cervello stava andando in fumo.
"I suoi scleri su di me?"
"Oh sì, Ginny ti viene dietro da tempo immemore coglione." Mi illuminò grattandosi il mento con aria da detective. Sbarrai gli occhi sorpreso.
Come avevo fatto a non rendermene conto? Era per quello che Ginny aveva organizzato quel teatrino? Voleva aprirmi gli occhi su Draco per poterci far litigare e mettere le mani su di me. Infondo non era quello lo stesso motivo che aveva spinto Tom a fare lo stesso? Entrambi avevano sperato di dividerci: Ginny per poter conquistare me, Tom per potersi vendicare e far tornare Draco sulla piazza.
"Oh Gesù." Ero rimasto senza parole e Ron dovette accorgersene mentre cominciava a mettere in ordine gli acquisti di Draco sui vari appoggi che trovava.
"Harry, mia sorella potrà anche essere una stronza approfittatrice, e da come stai, credo proprio che lo sia,  ma l'unico suo scopo è sempre stato quello di essere migliore . Ha sempre fatto di tutto per farsi notare da te, anche se tu non ci hai mai fatto caso. Adesso, quindi, non dico di giustificarla, ma per favore, tieni conto di questa cosa." Mi disse tranquillo. Se non lo avessi conosciuto bene, avrei detto che Ron era più maturo di quanto non lasciasse intendere solitamente. Forse infondo lo era diventato per davvero, nell'ultimo periodo lo avevo visto davvero poco e a dirla tutta mi sembrava essere cresciuto. 
"Non credo che ingannare una persona sia il metodo giusto per conquistarla." Borbottai indeciso se dire o meno tutta la verità al rosso.
Lui scoppiò a ridere.
"Beh, se Ginny ti ha fatto litigare con questo ragazzo per gelosia, deduco che quest'ultimo sia molto più importante di quanto tu faccia trapelare..." Ammise ed ebbi la certezza che quel ragazzo un po' ottuso ed amante del cibo che conoscevo, aveva lasciato il posto ad una versione più spiccata ed intelligente del mio migliore amico.
"Non capisco solo perché tu non me ne abbia parlato prima. Sono o non sono il tuo migliore amico?" Chiese poi con aria offesa, ma allo stesso tempo divertita.

Romantica || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora