Capitolo 23 -Harry-

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Le ore in aeroporto non furono molto piacevoli, ma Draco ed io le passammo ugualmente seduti mano nella mano, in perfetto silenzio. Entrambi eravamo presi dai nostri stessi pensieri, eppure nessuno dei due sembrava in grado di lasciare la presa sull'altro. Era come se le nostre mani creassero un collegamento che rendeva superfluo anche il solo parlare. Riuscivamo a capirci comunque. Fu comunque un sollievo sentire la voce di una donna annunciare la partenza del nostro volo dagli amplificatori. Sentivo il bisogno essenziale di tornare a respirare l'aria di New York.
"Prego, potete passare." La hostess ci fece segno di proseguire dopo aver controllato con perizia i nostri documenti, soprattutto quello del mio ragazzo. Aveva la faccia meravigliata di chi sta contemplando una vera opera d'arte e lo sguardo che rivolse al suo documento mi fece intendere che aveva tutta l'intenzione di ricordarsi il suo nome. Preso dall'osservarla con furia, non mi ero accorto di stare bloccando la fila, così Draco, appoggiando una mano sulla mia schiena, mi sussurrò in modo dolce di fare qualche passo avanti.
"Scusa amore, ero distratto." Feci rivolgendo un ultimo sguardo di fuoco alla hostess, che sentendo il mio appellativo, arrossì come una scolaretta, affrettandosi a visionare le carte degli altri passeggeri. Esultai interiormente. Da quando ero così geloso da fare una scenetta come quella? Alzai gli occhi al cielo. Se si parlava di Draco avrei potuto tranquillamente smuovere l'intero universo...
"Stai sorridendo come uno psicopatico." Mi fece notare il biondo, con un sorrisino stanco, ma malizioso stampato sul viso. Aggrottai le sopracciglia: non mi ero accorto di stare sorridendo. Spinsi fintamente Draco che barcollò appoggiandosi drammaticamente a me.
"Un momento mi chiami amore e il momento dopo cerchi di uccidermi... questa tua violenza mi ferisce." Recitò accasciandosi su di me. Scoppiai a ridere rialzandolo. "Scusa, quell'oca mi ha fatto scattare." Borbottai riprendendo a camminare con lui al mio fianco. Eravamo arrivati alle scalette dell'aereo, le salii velocemente e mi lasciai abbracciare dal torpore dell'interno, mentre un'altra hostess, questa volta poco interessata a Draco, ci indicò i nostri posti. "Insomma, il piccolo Harry segnava il territorio."
Mi prese in giro il mio ragazzo, accomodandosi nel suo sedile, mentre io facevo lo stesso con uno sbuffo. "Non sono un cane Dray... ma quella aveva tutta l'aria di essere una cagna..." Bisbigliai le ultime parole, ma Draco dovette sentirle ugualmente, perché cominciò a ridacchiare divertito cercando di non farsi sentire.
"Sei adorabile." Mi rimbeccò pizzicandomi la guancia. Lo guardai male. Amavo essere coccolato in quel modo da lui, ma ancora non mi andava giù il trattarmi, a volte, come un bambino.
Sentii l'hostess di volo cominciare a esporre le istruzioni per il decollo e le seguii con diligenza fino a quando il portellone non si chiuse e il rumore dei motori si fece più forte. Quando mi voltai verso il mio ragazzo, lo trovai che sonnecchiava, con la testa rivolta verso di me e la mano aperta sul mio bracciolo, con il palmo rivolto verso l'alto. Repressi la vocina nella mia testa che supplicava di prendere la sua mano nella mia e mi appoggiai comodamente al sedile, continuando ad osservare il mio ragazzo, fino a quando anche io non mi addormentai.

"Harry. Sto per avere un esaurimento nervoso." Ron, con le mani nei capelli, tamburellava il piede contro la gamba del suo banco. Sorrisi teso, non ero nella posizione adatta per dare consigli, ero agitato quanto lui.
"Potter." Mi alzai e andai verso la professoressa, che mi porse il mio compito con l'espressione talmente seria da farmi preoccupare.
Sbirciai il voto prima di tornarmi a sedere: era una A. Esultai di nascosto, volevo sapere il voto di Ron prima di vantarmi del mio.
"Signor Weasley..." Il mio migliore amico mi guardò per un attimo, quasi supplicandomi, ma sapeva anche lui che non avevo alcun potere. Lo osservai avvicinarsi spaventato alla cattedra e fissare attentamente il foglio che la donna gli aveva offerto.
"Miseriaccia!" Esclamò sbalordito. La professoressa gli rivolse un sorriso divertito. "Mi congratulo Weasley, è molto migliorato nell'ultimo periodo." Disse contenta, rispedendolo al mio fianco con la sua B, che lui esibì come un trofeo di caccia all'intera classe che si sciolse in una risata.
"Dovrò ringraziare Hermione..." Sussurrò sedendosi al mio fianco con un sorriso che andava da un orecchio ad un altro. Ero contento che la storia tra lui ed Hermione, che continuavo a chiamare nella mia testa -ragazza dello sgabello-, stesse andando nel verso giusto. Da quando si erano iniziati a frequentare, Ron era diventato più attento alle lezioni scolastiche e non era mai venuto a scuola senza aver fatto tutti i compiti il pomeriggio prima. I suoi voti, infatti, si erano alzati tanto da fargli meritare una borsa di studio in una scuola privata. Gli diedi una pacca sulla spalla con orgoglio e lui fece una smorfia imbarazzata. Finito il momento di adrenalina, era tornato ad essere timido come al solito.
"Allora, questo pomeriggio finiamo insieme il progetto di economia?" Chiese quando l'ultima campanella suonò e ci avviammo verso l'uscita. Il corridoio era così affollato da farmi sudare, e la situazione non migliorava affatto uscendo fuori, dato che il calore esterno raggiungeva davvero livelli insostenibili.
"Oggi c'è il saggio finale di Dray." Gli ricordai, mettendo meglio la tracolla sulla spalla. Ron sbarrò gli occhi, incredulo. "Oddio me ne ero dimenticato, oggi è già 10 Giugno?" Chiese retorico, io annuii. Due giorni e la scuola sarebbe finita; una settimana e sarebbero cominciati gli esami; un mese e il matrimonio di Blaise si sarebbe celebrato; un mese e la mia vita avrebbe avuto un nuovo inizio. Dopo la scelta di Blaise di escludermi dalla sua vita futura, avevo preso la scelta di iscrivermi effettivamente alla Juilliard, e per non pesare sulle tasche di Draco, mi ero impegnato affinché potessi ricevere una borsa di studio.
"Beh, ti serve un passaggio?" Ron interruppe i miei pensieri, facendo cenno con la mano ad un punto indefinito del parcheggio, ma io scossi la testa e scesi le scalette dell'ingresso. "No, Draco mi aspetta fuori." Lo avvisai, lui annuì con un sorriso e con una pacca ben assestata sulla mia spalla sinistra, si dileguò tra la folla di ragazzi. Sbuffai.
Il tempo era passato così in fretta...
Mi sentivo come se fosse passato solo qualche minuto da quando, proprio in quello stesso spiazzo, Tom Riddle aveva avanzato le sue pretese su di me, soltanto per farsi spazio verso Draco. Dal giorno in cui aveva cercato di far litigare me e Draco, di lui non c'era stata più traccia, e nemmeno di Ginny.
Per quanto ne sapevo, a detta di Ron, i due avevano legato molto, e avevano cominciato a frequentare insieme un'altra scuola di danza.
"Harry!" Mi fermai sul marciapiede e mi voltai verso il suono della sua voce.
Se ne stava seduto in macchina, con il suo solito sorrisino malizioso e le mani piene di anelli, strette sul volante. Mi avvicinai piano al finestrino aperto e mi appoggiai allo sportello, concedendomi un'occhiata più approfondita. I capelli biondi erano di nuovo corti, non abbastanza, però, da impedire al ciuffo di cadere sulla sua fronte chiara, la canotta e il pantaloncino da basket lasciavano scoperti tutti i muscoli del suo corpo perfetto e gli occhiali da sole nascondevano i suoi occhi grigi.
"Ehi. Scusa ma ho promesso al mio ragazzo che non avrei accettato passaggi dagli sconosciuti." Dissi cercando di rimanere serio, anche se non mi stava riuscendo affatto. Draco scoppiò a ridere. "Sali in macchina."
Fece ridendo, ed io non me lo lasciai ripetere due volte, accomodandomi sul sedile al suo fianco e beandomi della sensazione che l'aria condizionata lasciava sulla mia pelle. "Allora, come sta il mio ventiquattrenne preferito?" Chiesi allacciando la cintura, ricevendo in risposta uno sbuffo a metà tra il divertito e l'infastidito. Soltanto cinque giorni prima il mio Malfoy aveva compiuto gli anni, e il fatto di essere diventato un anno più grande ancora non gli andava giù.
Avevo dovuto davvero usare ogni possibile strategia per convincerlo a festeggiare, ed alla fine ero arrivato a strappargli una serata in compagnia di sua madre, Ron, Hermione e Minerva. Anche la torta era stata un risultato a mio favore anche se si era rifiutato di spegnere le candeline e al suo posto lo avevamo fatto io e Narcissa. "Giuro, mi fai sentire vecchio ogni volta che me lo ricordi..." Mormorò mogio, facendomi scoppiare a ridere di gusto per poi spostare la mia attenzione sulla radio, che accesi e lasciai alla prima stazione orecchiabile.
Stavano passando una canzone che conoscevo appena, ma continuava a ripetere spesso le stesse parole, tanto da farmele entrare nel cervello.
"I think I wanna marry you..." Era difficile continuare a stare attenti al testo, riuscivo solo a pensare alla situazione in cui Draco si era ritrovato fino a poco tempo prima. Aveva quasi rischiato di sposare una donna che non amava e di perdere tutto quello che aveva. Astoria, però, era riuscita a risolvere tutto. Narcissa avevo cominciato le carte per il divorzio, dopo aver scoperto che suo marito l'aveva tradita più di una volta e si era trasferita a casa di Minerva. Tra le due c'era un legame stupendo ed ogni volta mi meravigliavo di quanto andassero d'accordo e di quanto, insieme, riuscissero a supportare me e Dray. Per quanto riguardava il padre di Draco, Lucius, aveva dovuto dare a suo figlio ciò che gli spettava e da un mese ormai non aveva più preso contatti con lui.
"Harry, abbiamo l'aria condizionata anche sopra..." Draco rise e per qualche istante mi chiesi che cosa ci fosse di tanto divertente. Poi me ne resi conto. La macchina era ferma, la radio spenta, e Draco mi aspettava con una mano a tenere aperto il mio sportello. Tolsi la cintura e mi affrettai a scendere dalla macchina, recuperando la mia borsa e appoggiandola sulla spalla. "Scusa stavo riflettendo." Borbottai e lui mi fece il verso, prendendomi per mano mentre insieme ci dirigevamo verso il nostro appartamento. Era strano come non mi desse affatto fastidio quel gesto, anche se la nostre mani sudavano ed io morivo di caldo. Era come se non ne potessi fare a meno...
"La mamma è passata di nuovo." Disse il biondo alzando gli occhi al cielo una volta che si fu chiuso la porta alle spalle. Io avevo lasciato la presa su di lui ed ero andato a buttare la mia borsa in camera da letto per poi fiondarmi in bagno e aprire il getto d'acqua della doccia, senza neanche curarmi di chiudere la chiave la porta.
Ne uscii esattamente cinque minuti dopo, indossando un paio di boxer blu e una maglietta a maniche corte con il simbolo di batman sopra.
Frizionai i capelli bagnati con un asciugamano e raggiunsi il mio ragazzo in cucina, dove riprese la conversazione proprio da dove l'avevamo lasciata poco prima.
"Allora, cosa ha fatto stavolta?" Chiesi  riferendomi a Narcissa, guardando Draco sopprimere una smorfia.
"Ci ha preparato il pranzo. E ha lasciato un biglietto sul frigo con tanto di calamita nuova." Si lamentò indicando l'elettrodomestico con aria irritata, ma conoscendolo, sapevo che le attenzioni della madre non potevano che essere apprezzate da lui. "Sta solo tentando di recuperare il tempo perso, provvede a te come non ha potuto fare negli ultimi anni." Dissi calmo, sedendomi al mio posto a tavola, con ancora l'asciugamano sulle spalle, per evitare che i capelli bagnati gocciolassero sulla maglietta e poi per terra. Draco mi guardò per qualche secondo, pensieroso, ed io ricambiai lo sguardo con la stessa intensità. Non avevo più alcuna vergogna nei suoi confronti, almeno se non si pensava al lato sessuale... lì avevo ancora molte lacune...
"Mi dispiace. Dovrei apprezzare di più quello che ho." Sospirò alla fine. Sorrisi intenerito dalla sua affermazione. "Non devi dispiacerti. Insomma, anche io detestavo avere Blaise tra i piedi; eppure adesso mi manca." La frase uscì fluida e inespressiva dalle mie labbra, ma una volta che le ebbe lasciate, mi pentii all'istante di essermele fatte scappare. L'argomento Blaise era diventato un taboo in casa, nessuno ne parlava, quasi come se sperassimo che non pronunciando il suo nome avremmo potuto far finta che nulla fosse successo. Passai una mano tra i capelli e sbuffai. "Non avrei voluto tirar fuori adesso questa cosa..." Ammisi frustrato. Draco scosse la testa. "È un tuo pensiero. È giusto che tu lo esponga." Disse alzando le spalle  in un gesto di pura innocenza. Sorrisi di nuovo. "A proposito di pensieri." Me ne uscii, sgranando gli occhi per essermi appena ricordato qualcosa di importantissimo. Draco, al contrario, cominciò ad agitarsi.
"Non preoccuparti, Dray. È una cosa bella." Feci accompagnando la mia frase con un mezzo sorriso imbarazzato.
"O almeno per me lo è..." Sussurrai poi tra me e me, correndo nella camera da letto e afferrando dallo zaino il pacchetto che cercavo, per poi tornare velocemente al tavolo, che sorpassai, posizionandomi di fronte al mio ragazzo.
"Harry. Ho già avuto il regalo per il mio compleanno." Mi rimproverò, ed in effetti aveva ragione: giorni prima, per il suo compleanno, gli avevo regalato uno stereo nuovo con l'aiuto economico di Narcissa.
"Questo non è per il tuo compleanno. È un portafortuna, per il tuo saggio." Dissi aprendo il pacchetto davanti a lui. All'interno vi erano due anelli, due fascette di acciaio con dentro incisa una nota musicale. L'idea mi era stata data da Yuri on ice, un anime stupendo che aveva impegnato le nottate in cui Draco era di turno al Durmstrang ed io da solo a casa. Ovviamente lui non aveva la necessità di sapere questo piccolo particolare...
"Devo ammetterlo, ero partito con l'intenzione di comprarlo solo per me, ma poi ho pensato che ne avrei potuto comprare uno anche a te. Per ringraziarti di tutto quello che hai fatto e fai ogni giorno." Dissi.
Draco era senza parole, continuava a guardarmi con gli occhi pieni di stupore. Non lo avevo mai visto così emozionato e non potevo che sentirmi felice anche io. Presi l'anello e lo posizionai sull'anulare della sua mano destra. "Harry, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da te. Insomma, pochi mesi fa cercavi di scappare da questo pazzo pervertito e adesso gli regali un anello?" Chiese divertito e curioso allo stesso tempo. Arrossii.
"È un portafortuna non una proposta di matrimonio..." Sbottai imbarazzato. Lui rise, poi prese l'altro anello e me lo mise al dito.
"Sei la persona più speciale che io conosca, Harry Potter."
Le nostre mani si intrecciarono, gli anelli brillarono insieme sotto la luce della lampadina gialla della cucina e le nostre labbra diventarono cosa sola, proprio come le nostre mani.

#angolinonevosodell'autrice
Holaaaa. Eccomi tornata con un nuovissimo ed entusiasmante episodio di Drarry Romantica!! Cosa ne pensate? Siete felici del mio ritorno? Se sì, fatemelo sapere con un commento e/o accendendo la stellina qui sotto.

Domandina del giorno:
Da voi nevica?

-Da me sì, sono stata tutta la giornata ad aspettare Jack Frost... ❄️❄️-

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