Capitolo 26 -Harry-

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"Credo che Blaise si sia messo in guai seri." Fu questa la frase che Draco mormorò a mezza voce, proprio nel momento in cui pensavo che potessi trovare una sorta di piatta calma nella mia vita.
Era un pomeriggio di fine giugno. Gli esami erano finiti da tempo, Draco aveva preso a lavorare con meno intensità e io avevo trovato un lavoretto part-time come cassiere in un mini-market sotto il nostro appartamento. Seduto a gambe incrociate sul letto, con una puntata di una serie TV che continuava ad andare sul pc e le coperte sparse sul pavimento, mi voltai spaventato verso Draco. Lui aveva la schiena appoggiata al muro e il corpo mezzo nudo accanto al mio. Le mani mantenevano la nuca e l'aria sembrava rilassata, a dispetto delle parole che aveva appena pronunciato.
"Cosa vuol dire che Blaise è nei guai? Pensavo che non lo avessi sentito per tutto questo tempo." Feci sconvolto. Avevamo parlato poco e niente di quella situazione, ma ero sempre stato convinto che Draco non avesse indagato sul comportamento di mio fratello, forse perché era quella la strada che mi ero costretto a seguire io. Evidentemente, però mi sbagliavo. Ancora una volta il mio ragazzo aveva deciso di fare le cose di testa sua...
"Infatti è così. Non l'ho sentito... Non personalmente." Il biondo non accennava a guardarmi negli occhi e la cosa stava cominciando ad innervosirmi. "Puoi spiegarmi cosa succede o hai lanciato la pietra e tiri via la mano?"
Draco sospirò.
"Il matrimonio con Pansy, credo sia stato un modo per farlo entrare in altri affari. I Parkinson non sono una famiglia di semplici ricconi. Per quanto ne so, sono una delle famiglie più pericolose di Chicago."
Ero confuso, e Draco dovette accorgersene, dato che si lanciò subito in una spiegazione più esaustiva.
"Il padre di Pansy, Edmund Parkinson, è a capo di una banda criminale della città. Si occupano di droga, prostituzione e altri giri non proprio legali... Ricordi il locale nel quale ci ha portati Blaise? Il Dragon?"
Chiese, ed io annuii, anche se sentivo i muscoli intorpidirsi a causa dello shock.
"È quello il centro dei loro affari. Sono stato così stupido a non capirlo subito... Le ragazze dentro al locale erano numerate e il modo con cui hanno chiamato Blaise: Signorino Parkinson."
Mi sentivo svenire.
"Stai dicendo che Blaise è entrando in una banda criminale sposando la figlia del capo clan?" Chiesi riassumendo brevemente gli elementi esposti dal mio ragazzo, che annuì con sguardo severo. Scoppiai a ridere. "Ma hai fumato qualcosa? Draco stiamo parlando di Blaise..." Provai a dire, ma non riuscii a continuare la frase. Se si fosse trattato della persona che mi aveva cresciuto, del ragazzo che aveva rinunciato a tutto per potermi vedere felice, lo avrei difeso a spada tratta.
In quel momento stavamo parlando di tutt'altra persona. Una persona che non credevo di conoscere, figuriamoci difendere.
Mi misi meglio sul letto e raddrizzai la schiena, passandomi una mano tra i capelli. "Come hai fatto a scoprire tutte queste cose?" Sussurrai. Draco mi mise una mano sul ginocchio e scosse la testa.
"Avevo dei sospetti, ma ieri Domenico mi ha chiesto di fare un bilancio del locale, così ho scoperto che una percentuale dei guadagni mensili va a questa società, la Voldemort, ed è la stessa società che gestisce gli affari del Dragon. Ho chiesto spiegazioni a Domenico, ma tutto quello che sono riuscito a farmi dire è stato che non devo pronunciare mai il nome dell'agenzia e che a gestirla è Edmund."
"È per questo che non mi ha detto che lavoro aveva avuto. È per questo che riusciva a permettersi due case... ma allora perché allontanarci?"
Riflettei ad alta voce.
"Credo che Blaise all'inizio abbia tentato di tenerti vicino a lui nascondendo questa cosa per non metterti in mezzo, ma poi ha capito che non ci sarebbe riuscito, così ci ha allontanati entrambi, per tenerci al sicuro." Disse e io non potei fare a meno di sentirmi uno straccio. "Quella sera è stata tutta una messa in scena..."
Borbottai, capendo finalmente cosa era accaduto. Riuscivo persino a giustificare le azioni di mio fratello, adesso. Aveva fatto in modo che ce ne andassimo via, feriti ed umiliati, in modo che non avessimo avuto alcuna voglia di tornare indietro, da lui.
"Che diavolo ha nel cervello?! Ha passato gli ultimi anni a sgobbare come un mulo per mantenere entrambi, e adesso che io sono grande abbastanza da avere una mia indipendenza economica, si gioca tutto per giocare al gangster?"
Gridai incapace di credere a quella che era la realtà dei fatti. Avrei giustificato un comportamento del genere da un ragazzo che non aveva altre vie d'uscita, ma lui...
"Si è messo con Pansy prima di sapere di tutta questa merda."
"Deve amarla davvero tanto per accettare tutto questo pacchetto di merda. Pansy è una ragazza così dolce..."
D'un tratto sentivo come se la stanza fosse diventata troppi piccola. Mi alzai dal letto e cominciai a camminare nervosamente dal muro alla finestra, respirando a fondo quando un po' del vento estivo passava attraverso le ante aperte.
Rivedevo nella mia testa le notti passate in bianco a casa dei nostri zii, in una camera troppo piccola per mettere anche solo un letto decente. Quelle notti le avevamo passate io e Blaise, nel buio, uno stretto accanto all'altro su un materasso mezzo ammuffito. Ricordavo le volte in cui i nostri compleanni non venivano ricordati, e di come Blaise avesse festeggiato il mio primo compleanno fuori da quella casa. Aveva comprato una torta enorme e sopra ci aveva piazzato le candeline con i numeri di tutti i compleanni che mi ero perso.
Quell'amore era lo stesso che vedevo nei suoi occhi quando guardava Pansy. Forse Draco aveva ragione, l'amore che aveva provato per lei era stato più forte. Aveva dovuto sottostare alle regole della sua famiglia per poter continuare ad averla al suo fianco, eppure...
"...non credo che a Pansy tutto questo piaccia. Insomma, potrebbero andarsene entrambi, no?" Dissi, riflettendo senza smettere di camminare. Draco aveva messo pausa all'episodio sul computer e si era seduto sul lato del letto che dava nella mia direzione, con i gomiti sulle gambe e il mento sulle mani. Sembrava più giovane in quella posizione, con i capelli sconvolti per le ore passate ad oziare sul letto e le occhiaie appena pronunciate.
"Stiamo parlando di una banda criminale di Chicago, non della gang del bosco..." Fece accennando ad una smorfia contrariata. Vedevo nel riflesso dei suoi occhi il dubbio, anche lui aveva pensato a questa ipotesi, ma era stato più realista di me, scartandola. "Se entrambi volessero uscire da quell'ambiente potrebbero farlo. Che Blaise rinunci a Pansy è fuori questione, ma se si allontanassero insieme..." Continuai con il mio flusso di pensieri. Draco si alzò, mi prese dalle spalle e mi fermò, fissando i suoi occhi grigi e seri nei miei spauriti. "Harry, adesso che abbiamo capito che le cose stanno così dovremmo lasciar perdere." Disse severo. Sentii le lacrime minacciare di sgorgare fuori dai miei occhi. "Lasciar perdere? Pensi che dopo aver saputo una cosa del genere io lascerei perdere? Cazzo Draco. Mio fratello sta buttando via la sua vita in un covo di criminali e io dovrei lasciar perdere?! Questa volta non mi lascio abbindolare dalla favoletta dell'uomo grande capace di fare le sue scelte. Ci sono cascato con te, Draco. Ti ho permesso di gestire la tua vita a modo tuo, forse anche in maniera egoistica, ma non puoi chiedermi di lasciar perdere Lui." Dissi sincero, anche se sentivo che il mio ragionamento tendeva ad avere molte lacune e un briciolo di incoerenza. Non mi importava. Non mi sarei lasciato mettere i piedi in faccia, non quella volta. "Io vado a Chicago." Dissi di punto in bianco. Avevo preso la mia scelta. Era a questo che si riduceva tutto, no? Ad una scelta. A quanto pareva tutti stavano facendo delle scelte, spesso e volentieri credendo di fare del bene al sottoscritto, ma nessuno aveva avuto la decenza ed il buonsenso di chiedermi prima cosa ne pensassi. "Sei fuori di testa? Cosa ci risolvi? Vuoi entrare anche tu in quella merda?" Chiese scuotendomi per le spalle, quasi come se quel gesto potesse farmi cambiare idea.
"No, voglio tirare fuori lui. Draco, mio fratello mi ha salvato in tanti modi. Mi ha allevato, viziato, amato. Mi ha fatto incontrare te e ci ha spinti ad essere quello che siamo. Non possiamo lasciarlo andare così. Non adesso che sappiamo la verità."
Il biondo rimase in silenzio, boccheggiando come un pesce fuor d'acqua. Rimase lì per diverso tempo, con lo sguardo fisso su di me. Riuscivo quasi a vedere i suoi pensieri confusi aleggiare nei suoi occhi che si scurivano sempre di più, fino a quando un sussurro non ruppe il silenzio. "Qual'è il tuo piano, Moccioso."
E ahimè, mi ritrovai a sorridere.

Tornata in tempo record con un capitolo brevissimo, carico di rivelazioni, che mi sono sentita di pubblicare così... random...
Presto arriverà il seguito eeeeeeeee...
Spero che questo piccolo frammento vi sia piaciuto, fatemelo sapere lasciando un commento qui sotto e/o accendendo la stellina. Un bacione e alla prossima.

Romantica || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora