Capitolo 22

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Erano passate circa due ore da quando io e Draco avevamo lasciato il Dragon, e tutto quello che riuscivo a fare era starmene immobile con la schiena appoggiata alla testiera del letto, le gambe strette al petto e la faccia schiacciata sulle ginocchia. Il mio ragazzo aveva insistito affinché ce ne andassimo in hotel piuttosto che tornare a casa di Blaise ed io mi ero ritrovato ad annuire assente, mentre lui chiamava un taxi.
Ora eravamo lì, nella stessa stanza d'albergo che ci aveva ospitato l'ultima volta. Riuscivo a sentire il respiro di Draco e il suo sguardo su di me, eppure non riuscivo ad alzare gli occhi verso di lui, non riuscivo a parlargli o a guardarlo.
Non sapevo cosa pensare, riuscivo soltanto a rivedere nella mia testa immagini frastagliate e poco chiare della giornata. La gentilezza di Blaise per tutta la mattinata e il suo brusco cambiamento al locale, proprio dopo l'incontro con Tiger. Gemetti frustrato e sentii con dolore, il mio ragazzo trattenere il fiato, quasi si aspettasse un mio crollo emotivo da un momento all'altro. Sentivo la puzza di fumo invadermi le narici e capii che stava fumando. Lo faceva quando era agitato e non sapeva cosa fare.
"Non capisco..." Mormorai, talmente piano da dubitare della mia stessa voce. "Non è da Blaise comportarsi in quel modo..." Dissi ancora, più a me stesso che a Draco. Magari se avessi pronunciato i miei pensieri ad alta voce, sarei arrivato ad una soluzione.
"Non penso abbia detto la verità." Ammise Draco. Alzai finalmente lo sguardo verso di lui, colpito dalle sue parole. I miei occhi si scontrarono con i suoi: freddi, calcolatori, ma anche pieni di preoccupazione. Dovette percepire la mia confusione, perché con un ultimo sbuffo di fumo, spense la sigaretta sul davanzale e si sedette sulla poltrona ai piedi del letto con aria pensierosa.
"Sul tipo nel locale, intendo. Non penso stesse dicendo la verità." Specificò. Per un attimo rimasi a pensare, accigliato, poi annuii.
Aveva ragione, avevo notato anche io il suo atteggiamento schivo.
"Draco... Quello che ha detto..." Cominciai, ma non seppi come continuare la frase, così rimasi in silenzio, a mangiucchiarmi ansioso le mani. Draco sbuffò. "Non sei responsabile di quello che ha detto quella testa di cazzo, ma Harry... Penso ci sia davvero qualcosa che non va in lui." Fece talmente serio da farmi rabbrividire.
Lo vidi rivolgere distrattamente gli occhi verso l'orologio da polso, prima di accennare un sorriso dolce. "Sono le due passate, dovremmo riposare." Disse alzandosi dalla poltrona. Tolse i vestiti e li piegò mettendoli poi sulla poltrona sulla quale era seduto, facendomi beare per un minuto del suo magnifico corpo seminudo, poi si avvicinò al mio lato del letto e mi porse una mano in una tacita richiesta. Aveva i capelli scompigliati e gli occhi grigi in tempesta, ed era bellissimo. Allungai la mia mano verso la sua e lasciai che mi alzasse. Il silenzio che ci avvolgeva non era affatto imbarazzante, al contrario era pieno di elettricità. Draco mi spogliò piano e piegò anche i miei abiti andandoli a posizionare accanto ai suoi, mentre io rimanevo fermo dove mi aveva lasciato. Fu lui a scostarmi piano, fu lui ad alzare le coperte e a farmi cenno di mettermi comodo, prima di seguirmi e coprire entrambi.
Fu lui ad abbracciarmi stretto e a sussurrarmi parole dolci fino a quando non riuscii ad addormentarmi.

Blaise POV

Il pavimento si stava consumando a furia di camminarci sopra avanti e dietro, senza sosta.
"Cazzo." Sbottai furioso, il bicchiere di vetro che avevo tra le mani finì scaraventato sul muro e con lui anche il suo contenuto ambrato. Il suono del vetro che andava in frantumi interruppe l'agitato silenzio che aleggiava nello studio.
"Stai calmo figliolo." La voce roca e singolare dell'uomo mi costrinse a fermarmi e a concentrare la mia attenzione su di lui. Sapevo che anche se pareva calmo e controllato, dovevo stare attento a non istigarlo.
Con le mani tremanti avanzai verso di lui, che nel buio sorseggiava il suo brandy da un bicchiere simile a quello che giaceva ormai in pezzi ai piedi della parete. "Se le cose stanno come mi hai detto... non abbiamo nulla di cui preoccuparci." Disse muovendo piano il polso in modo che il suo drink ondeggiasse piano nel suo calice.
"Hai timore che tuo fratello possa scoprire la verità?" Chiese allora, il suo tono aveva assunto una sfumatura di sadico piacere. Scossi la testa con fermezza.
"Avrei voluto che il piano filasse liscio, ma quel bastardo di Tiger è spuntato nel posto sbagliato al momento sbagliato." Sussurrai con il fiato corto.
L'uomo emise una risata sommessa e si alzò in piedi, bevendo fino all'ultimo goccio del suo drink e posando con fermezza il bicchiere sulla scrivania in legno, che sembrò quasi incrinarsi al contatto con esso.
Sentii i suoi passi farsi più vicini e il suo sorriso inquietante farsi largo tra le tenebre mentre la sua mano si appoggiava saldamente sulla mia spalla sinistra. Sentivo il braccio bruciare nel punto in cui il suo marchio era stato impresso con il fuoco, e d'un tratto rabbrividii.
"Hai avuto la tua possibilità. Ora sai cosa devi fare..." Disse autoritario.
Abbassai il viso in segno di rispetto. Capivo a cosa si stesse riferendo, e avrei dovuto fare quello che lui si aspettava da me, obbedire agli ordini.

Romantica || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora