Capitolo 14 -Harry-

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"Prendiamo l'aereo?" Chiesi, quando arrivammo in taxi all'aeroporto. Blaise e Pansy si guardarono complici e risero, creando in me una sorta di disagio che sapevo mi sarei portato dietro per l'intera durata del nostro piccolo viaggio. Alzai gli occhi al cielo senza farmi notare.

''Harry, volevi passare tredici ore in taxi?'' Chiese ironico mio fratello, buttandomi uno sguardo attraverso lo specchietto retrovisore, prima che la macchina si fermasse proprio davanti all'ingresso della struttura. Sbuffai e senza rispondere, presi il mio trolley -riesumato dal fondo del mio armadio, solo per quell'occasione- e scendendo dal lato del marciapiede, attesi che i miei compagni di viaggio prendessero le proprie cose.
''Se sono tredici ore in auto, i tuoi mobili...?'' Chiesi curioso. Il pomeriggio prima, infatti, Blaise aveva chiamato una ditta di traslochi, per trasferire i mobili della vecchia casa in quella nuova, caricando un camion enorme. Ovviamente aveva lasciato la mia camera intatta, salvo per la scrivania e la libreria, che aveva già fatto portare via.
''Penso che troveremo il furgone lì, quando arriveremo...'' Rispose pensierosa Pansy, io mi limitai ad annuire. Blaise pagò il taxista ed insieme ci avviammo verso l'interno dell'aeroporto, Blaise e Pansy camminavano di fronte a me, mano nella mano, suscitando in me un misto di fastidio ed invidia. Scossi la testa e cercai di non pensarci. Infondo quei due erano felici, chi ero io per giudicarli? In meno di un'ora superammo l'imbarco e salimmo sull'aereo, aspettando il decollo. La mia poltrona era proprio di fianco a quella di un bambino molto piccolo che mi chiese subito di giocare insieme a lui, solo per essere, un attimo dopo, sgridato dalla sua mamma, che gli intimava di non infastidirmi.
Sorrisi al nanerottolo e alzai le spalle scusandomi, per poi mettere le mie cuffiette nelle orecchie ed azionare la musica. Pansy mi guardò per un secondo, dal suo posto molto avanti al mio, poi si voltò verso il suo fidanzato e gli disse qualcosa. Chiusi gli occhi mi lasciai trasportare dalle note della mia riproduzione casuale...

I found a love for me
Darling, just dive right in and follow my lead
Well, I found a boy, beautiful and sweet
Oh, I never knew you were the someone waiting for me
'Cause we were just kids when we fell in love
Not knowing what it was
I will not give you up this time
But darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes, you're holding mine
Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight

L'immagine di Draco, inevitabilmente, affiorò nella mia mente, creandomi un vuoto all'altezza del petto che senza di lui al mio fianco non sarei riuscito a colmare.
Mi aveva detto che stavamo insieme, che eravamo una coppia, che mi amava...
Eppure mi aveva lasciato andare, era stato lui a spronarmi a partire con Blaise, convinto che fosse la cosa migliore.
Ma migliore per chi? Per lui? Probabilmente aveva mentito su ogni cosa, approfittando del fratellino ingenuo e facilmente manipolabile del suo amore proibito, per avere qualcuno da usare come sfogo sessuale.

Passai l'ora successiva a struggermi per Draco, come se non bastasse, il cellulare mi abbandonò dopo le prime due canzoni, e dovetti arrendermi all'idea di passare tutto il tempo in compagnia di un film d'animazione che il mio vicino di poltrona stava assaporando con gli occhi a cuoricino. "E tu ce l'hai una principessa?" Chiese il bambino, quando nel cartone animato, il principe e la sua compagna furono finalmente insieme, felici e contenti come nelle favole più belle. Sorrisi divertito dalla sua domanda e scossi la testa.
"No, piccolo, non ho una principessa." Gli dissi, sincero. In quel momento non sapevo nemmeno se avevo un principe...
"Forse è nascosta in un castello..."
Rispose fantasioso, perso nei suoi pensieri infantili, sua madre alzò gli occhi al cielo, rivolgendomi uno sguardo di pura pietà, ma non disse nulla. Aveva capito che non mi davano affatto fastidio le attenzioni di suo figlio. "Deve essere un castello incantato, visto che non la trovo." Scherzai facendo ridere il piccolo.
"Si prega di allacciare le cinture di sicurezza. La discesa comincerà tra qualche minuto." La voce della hostess, che alla fine del corridoio, parlava nel suo microfono, interruppe la conversazione, che poi non ebbe possibilità di continuare.
Dopo l'atterraggio mi ritrovai fuori dall'aereo in poco meno di un minuto, trasportato dagli altri passeggeri verso l'interno dell'aeroporto di Chicago.
Chicago era un'ora indietro rispetto a New York, quindi era come se il viaggio fosse rimasto sospeso nel tempo, o fossimo stati risucchiati in un buco spazi-temporale.
"È più o meno la stessa ora di quando siamo partiti..." Mi lamentai quando vidi mio fratello aspettarmi davanti al corridoio di uscita. Lui sorrise comprensivo. "Non è una cosa fighissima?" Chiese retorico, mettendomi un braccio intorno alle spalle, affettuoso. "Benvenuto a Chicago, Harry." Annunciò poi, abbassando la voce, rivolgendo quelle calde parole a me solo.
Sorrisi. Per quanto odiassi l'idea di dover abbandonare il mio sogno di ballerino, l'essere a Chicago mi entusiasmava.
"Grazie..." Sussurrai. Pansy mi sorrise intenerita ed io ricambiai timido.

Romantica || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora