Capitolo 21 -Draco-

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Blaise aveva afferrato con forza suo fratello per il braccio, trascinandolo con sè in direzione dell'uscita. Cercai di capire il motivo di tanta fretta e riuscii ad intercettare lo sguardo di un ragazzo; stava fissando Blaise uscire dal locale con aria pensierosa.
Dovette accorgersi di me, perché si voltò nella mia direzione ed i suoi occhi saettarono nella penombra del locale. Non avevo la più pallida idea di chi fosse, ma ero certo che Blaise lo sapesse anche molto bene.
Scossi la testa e mi appuntai mentalmente di chiedere al mio migliore amico delucidazioni, mentre con qualche spallata mi facevo largo verso la porta.
L'aria fresca mi riempì i polmoni e solo in quel momento mi resi conto di quanto poco ossigeno ci fosse all'interno. Passai una mano tra i capelli e mi guardai intorno fino a quando non riuscii a notare le figure familiari di Blaise ed Harry.
Stavano discutendo animatamente, così mi affrettai a raggiungerli. I lampioni illuminavano a giorno la strada poco trafficata mentre la mia ombra si allungava inquieta sul lastricato in pietra del marciapiede. Man mano che mi avvicinavo ai due, coglievo sempre più chiaramente le loro parole, e quando finalmente arrivai a pochi passi da loro, avevo già capito quale fosse il motivo alla base della discussione. "Okay adesso calmatevi. Harry smetti di parlare un secondo e tu, Blaise: che diavolo succede?" Chiesi spalleggiando il mio ragazzo che, sentendosi supportato si mise al mio fianco, incrociando le braccia al petto con aria di sfida. Blaise sospirò agitato. I suoi occhi rimbalzavano da una parte all'altra senza mai fermarsi su un punto fisso, mentre le mani tremavano accompagnando i suoi movimenti nervosi.
"Non so di cosa state parlando." Borbottò come un bambino capriccioso, causando in Harry un profondo gemito di frustrazione.
"Blaise siamo letteralmente scappati via, e non pensare che non abbia visto quel tipo che ci fissava. Era decisamente troppo inquietante per non notarlo..." Ammise il più piccolo con un brivido. Io lo guardai preoccupato ed annuii in accordo.
"Mi dispiace davvero tanto. Non pensavo lo avremmo potuto incontrare qui." Disse stringendo i pugni, quasi a voler bloccare le sue mani dal fare gesti incondizionati.
"Chi era?" Mi intromisi rimanendo tranquillo per non rendere più pesante la situazione che stava diventando insostenibile già di per sè.
"Quello lì era Tiger. Quando sono venuto qui a Chicago la prima volta lui lavorava al mio posto attuale." Ammise. Aggrottai le sopracciglia senza capire. "Quando mi sono trasferito lui è stato licenziato." Precisò facendo rimanere di sasso sia me che Harry.
"Mi sono beccato un bel gancio destro al nostro ultimo incontro." Fece alla fine scuotendo la testa in un moto di disperazione.
"Ma è assurdo. Tu non hai alcuna colpa per il suo licenziamento!" Si impuntò Harry sbattendo un piede per terra con l'ira che gli illuminava il viso gentile.
"Ha perso il suo lavoro, Harry. È normale che ce l'abbia con me." Fece Blaise alzando gli occhi al cielo, assottigliai lo sguardo e cercai di capire se stesse dicendo la verità o meno; sembrava sincero, ma la sua mi sembrava una reazione decisamente spropositata rispetto alla situazione.
"Beh adesso non stiamo qui a rovinarci la serata... vi porto al Dragon." Disse d'un tratto il mio amico, sorridendo nervosamente e avviandosi verso il posto di guida della sua auto. Feci cenno ad Harry e insieme entrammo in macchina, posizionandoci allo stesso modo di nemmeno un'ora prima. Vedevo Harry mangiucchiare nervosamente le unghie della sua mano mentre il suo piede tamburellava frenetico. Avrei voluto dirgli di stare tranquillo e di non preoccuparsi, ma al contrario continuai a guardare dritto davanti a me, con la musica che riempiva l'abitacolo. Il non poter esprimermi liberamente davanti a Blaise mi faceva andare in fumo il cervello, ma sapevo di non poter forzare la mano se non volevo perdere il mio ragazzo. Lui ci teneva ad aspettare, preoccupato da una possibile reazione da parte del mio migliore amico, e come dargli torto? Blaise era l'ultima famiglia che gli rimaneva e non lo avrei privato di suo fratello solo per puro egoismo.
Con la testa presa dai pensieri non avevo fatto caso alla macchina che decelerava e si fermava, guardai fuori dal finestrino. Il locale davanti al quale eravamo non era molto diverso dal precedente, anche se la fila all'entrata era un chiaro segnale di qualità. All'ingresso vi era un omone grande quanto ad un armadio vestito completamente di nero e con un'auricolare all'orecchio. Sospirai. Non avevo alcuna voglia di aspettare e avevo decisamente bisogno di un cocktail, sentivo lo sguardo di Harry sulla pelle bruciare come un fuoco acceso, eppure non mi girai. Seguii semplicemente Blaise, che superò la fila e si affiancò al bodyguard. Gli disse qualcosa all'orecchio e quello con un passo indietro ci fece passare, tra le esclamazioni sorprese e insulti vari, di chi aspettava in fila da tempo. Le casse pompavano la musica a tutto volume, impedendo qualsiasi mio tentativo di parlare. Lavorando al Durmstrang mi ero ormai abituato a condizioni del genere, eppure la calca di ragazzi e ragazze di tutte le età, in quel momento mi metteva una strana pressione addosso. Sbuffai e facendo un cenno con la mano ai miei due compagni, mi avviai afflitto verso il bancone, presi il barman per il colletto e lo avvicinai a me per gridagli nell'orecchio la mia ordinazione. Lui annuì con vigore, sorridendo cordiale, come se fosse stato abituato ad atteggiamenti come il mio. Alzai gli occhi al cielo e mi guardai intorno con aria critica. Il comportamento di Blaise non mi convinceva e non mi convincevano nemmeno le sue parole. Il ragazzo dietro al bancone mi porse il mio bicchiere di vodka liscia e io gli allungai una banconota, girandomi di spalle. Una ragazza in bikini e vassoio mi passò accanto ancheggiando in maniera provocante, rivolgendomi un occhiolino quando mi fu ad un palmo dal naso; appuntato al laccetto del pezzo di sopra vi era un cartellino identificativo che non feci in tempo a leggere. Ero sicuro però che sopra non vi fosse scritto un nome, bensì un numero. La seguii con gli occhi mentre sorseggiavo il mio drink. "Bel culo eh?" Mi urlò nell'orecchio un uomo seduto sullo sgabello dietro di me. Lo fissai con un sopracciglio alzato, aveva i capelli brizzolati e degli occhiali con la montatura squadrata che facevano risaltare i suoi occhi chiari. Indossava un completo elegante che stonava con la musica elettronica che invadeva l'ambiente.
"Non è il mio tipo." Gridai di rimando accennando ad un sorriso educato che l'uomo ricambiò alzando in alto il suo bicchiere, come a brindare in mio favore. "Prenditi la mora, lei è davvero il tipo di tutti." Disse indicando un'altra cameriera che si aggirava per la sala gremita, aggrottai le sopracciglia, ma quando feci per chiedere cosa intendesse lui era già sparito. Finii la mia vodka e andai a cercare Blaise e Harry. Mi ci vollero quasi dieci minuti per identificarli in mezzo alla folla. Erano seduti sul divanetto di un privé con una bottiglia di champagne sul tavolo e i bicchieri ormai vuoti davanti a loro. Blaise fece segno ad un uomo di farmi passare e questo si tolse dall'entrata permettendomi di raggiungere i miei amici sempre più confuso. La musica lì era più bassa, e fare una conversazione risultava decisamente più facile.
"Draaaaay!" Harry si alzò barcollando e si buttò su di me sorridendo. Guardai storto suo fratello. "Quanto cazzo ha bevuto?" Chiesi facendo sedere il mio ragazzo, mentre lui borbottava qualcosa che non riuscivo nemmeno a sentire.
"Ha finito la bottiglia." Ammise con un sorrisetto Blaise. Serrai la mascella, tenendo fermo con una mano Harry, che intanto cercava di avvicinarsi a me. "Che problema c'è, Dray? È grande abbastanza per bere quanto vuole." Disse fermando una delle tante cameriere numerate per chiederle un'altra bottiglia di prosecco. Attesi pazientemente che se ne andasse e mi sporsi sul tavolo in modo che il mio viso fosse proprio davanti a quello del mio migliore amico. "È grande abbastanza per bere quanto vuole e non per rimanere a New York e realizzare il suo sogno." Ringhiai arrabbiato. Blaise perse il sorriso e si fece d'un tratto serissimo.
"Te lo dico chiaramente Draco. Non so quali pensieri tu ti sia fatto su di lui, ma non ti lascerò deviare mio fratello." Fece guardandomi negli occhi. Rabbrividii.
"Ehi. Ehi. Smettetela." Si intromise Harry, appoggiando la sua mano sulla mia spalla e tirandomi indietro, facendo aderire la mia schiena sulla spalliera del divanetto.
Continuai a guardare Blaise in cagnesco. "E così che la pensi eh? Credi che io sia deviato?" Dissi senza riuscire a trattenere la rabbia che sentivo ribollire nelle vene.
Non riuscivo a credere in quel momento di essere stato innamorato di una persona tanto spregevole. Possibile che fosse cambiato tanto nell'ultimo periodo, o ero io a non averlo mai visto per quello che era?
"Blaise. Davvero basta." Supplicò Harry. Non mi voltai nella sua direzione, ma sapevo che aveva gli occhi lucidi e che si stava trattenendo dal piangere. Avevo imparato a conoscerlo. "È così non è vero? Lui ti ha..." La voce di Blaise si era abbassata a tal punto che non fui neppure sicuro di aver sentito ciò che avesse detto.
"Blaise..." Provò Harry, mettendo una mano su quella del fratello che però la tirò indietro quasi schifato.
"Ti ho chiesto se è vero, Harry." Gridò stringendo con forza i pugni e sbattendone uno sul tavolo, con tanta violenza che i bicchieri vuoti su di esso tentennarono rumorosamente.
Al mio fianco Harry rabbrividì e sprofondò un po' di più nella seduta in cuoio. Stavo per alzarmi e picchiare Blaise, certo che avesse perso il senno; Harry però mi bloccò sul nascere, mettendo una mano tremante sulla mia gamba e prendendo fiato. "Stiamo insieme." Disse semplicemente. Trattenni il fiato, non pensavo che lo avrebbe detto sul serio, e non pensavo di certo che lo avrebbe fatto dopo aver sentito le parole schifate del fratello.
Non sapevo se lo avesse ammesso a causa dell'alcool o se fosse nel pieno delle sue facoltà mentali, eppure sentirglielo dire ad alta voce mi fece scaldare il cuore.
Non riuscii a godermi la sensazione a lungo, perché quello che una volta era stato il mio migliore amico, di scaraventò su di me, facendomi cadere e finire per terra, tempestato dai suoi pugni.
"Ti credevo mio amico! Ti ho accettato per quello che eri! E tu? Tu mi ringrazi scopandoti mio fratello?"
Gridò, continuando a colpire il mio volto. In quel momento esatto realizzai che del Blaise che avevo amato e del mio migliore amico, non vi era più traccia. Era pura cattiveria.
Harry provò a tirare via il fratello, ma non ottenne alcun risultato. Straziato dalle sue urla disperate mi feci forza e ribaltai la situazione, tenendo fermo il ragazzo con il mio peso e bloccandogli le mani sopra la testa.
"Che cazzo ti è successo?"
Mormorai incredulo. Lui mi sputò in faccia e io non riuscii più a trattenermi, gli assestai un pugno nello stomaco che gli fece bloccare il respiro per poi sbatterlo con la testa sul pavimento. Avrei continuato volentieri, ma proprio in quel momento lo stesso bodyguard che mi aveva fatto entrare nel privè mi sollevò di peso dal corpo di Blaise e mi spintonò verso un angolo della stanza. Una cameriera invece andò dal ragazzo ferito e si assicurò che stesse bene.
"Vuole che le porti qualcosa signorino Parkinson?" Chiese preoccupata.
Che diavolo significava? Capivo sempre meno. Blaise la liquidò con un gesto stizzito della mano e lei indietreggiò nervosamente.
"Dray." Harry mi fu accanto in un secondo. "Ti prego andiamo via." Supplicò rifugiandosi tra le mie braccia, anche se in quel momento era praticamente lui a mantenermi in piedi. Buttai un'occhiata a Blaise.
"Non puoi portarlo via con te!" Gridò ridendo come uno psicopatico.
Le risate però si trasformarono presto in lacrime e Blaise cominciò a tremare e a singhiozzare. "È tutto quello che mi rimane, cazzo!" Urlò disperato, ma Harry lo guardava con occhi vacui, come se non fosse davvero lì.
"E pensi che sia questo il modo di dimostrargli quanto ci tieni? Ma che hai di sbagliato?" Sbottai arrabbiato. Lui scosse la testa. "È tutto quello che ho." Sussurrò ancora, ma io non avevo più intenzione di stare a sentire le sue cazzate. Strinsi Harry a me e insieme uscimmo fuori da quel posto.

Ed eccomi qui.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Mi scuso ancora per l'errore del capitolo precedente e mi auguro che questo sia stato degno delle aspettative. Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando un commento e/o accendendo la stellina qui sotto.
Un bacione e alla prossima.

Domanda del giorno:
Cosa ne pensate di questo "nuovo" Blaise?

Romantica || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora