CAPITOLO DUE

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"Lui è Duncan Smitt, un sergente al servizio dello stesso Governo. Non è dunque da considerarsi un alleato, affatto. Resterà però con noi" sancì Gwen presentando a  tutto il gruppo, che aveva riunito pochi minuti prima, il ragazzo ritrovato.
Scott e Geoff rimanevano scettici sulla scelta compiuta dalla ragazza, ma al medesimo tempo silenziosi sapendo di non potere contrastare tale decisione.
"A che scopo?" domandò Bridgette dopo averlo osservato qualche istante con attenzione. Lui rimaneva alle spalle di Gwen, in attesa di essere presentato con dovere a tutti. Era appena stato liberato dalla propria prigionia legato ad una corda, dopo avere passato in quelle condizioni anche la notte.
"Le risorse stanno finendo. Abbiamo bisogno di più persone in grado di cacciare e più persone in grado di proteggerci, visto che con ogni probabilità i folli andranno alla ricerca di ogni tipo di carne" rispose allusiva la dark riferendosi alle disperate abitudini acquisite da alcuni abitanti della zona: un tragico cannibalismo.
Gli atri annuirono a quell'affermazione, mentre Noah scettico fece un passo avanti prima di prendere parola.
"Come sappiamo che non cercherà a breve di ucciderci?"
"Non ha intenzioni ribelli. Si è arreso alla Desert_Zone e perciò il suo obbiettivo è sopravvivere" rispose nuovamente Gwen, lanciando una breve occhiata al ragazzo alle sue spalle, controllando che asserisse.
"E in ogni caso, se dimostrasse tali comportamenti, non dovrete fare altro che dirmelo, ed esso morirà per mano mia" sorrise poi sempre lei, estraendo da una fodera collegata alla cintura, un pugnale decisamente minaccioso.
"Potete andare" congedò poi tutti Scott, dopo qualche istante di silenzio, uscendo anche lui dalla stanza dove si trovavano, lasciandoci all'interno solo che Gwen e Duncan ed il loro assolutamente noto astio.

"Che presentazioni degne di nota... Non so se conosci i fondamentali della buona educazione..." esordì dopo un paio di minuti Duncan, squadrando ironicamente la ragazza che stava risistemando l'arma estratta poco prima.
"Nessuna di esse parla dell'estrazione di un pugnale" concluse poi.
"Dovevo tranquillizzarli. Qui dentro tu sei il nemico, ed effettivamente anche all'esterno. Sei stato fortunato ad incontrarmi" fece seccamente la ragazza per poi incamminarsi verso il corridoio, seguita da lui.
"Fortunato? Non penso"
"Se non ti avessi salvato ora saresti morto. Probabilmente sventrato, oppure, nella migliore ipotesi, decapitato" disse la ragazza.
"Mi hai salvato tu?" domandò poi Duncan seguendola mentre saliva un paio di rampe di scale. La casa tutto sommato non era piccola come pariva all'apparenza, ma infondo doveva averlo capito notando quante persone ci vivevano.
"Sì. Ho verificato fosti vivo e ti ho portato qui" rispose Gwen sinceramente.
"Beh... Grazie" sorrise lui, come non ricordasse dove si trovava nè tantomeno la situazione palesemente critica in cui era capitato.
Lei si voltò verso di lui, pronta per rispondergli con il suo tipico e saccente tono di voce, ma non appena vide il suo volto illuminato da un sorriso, non potè fare a meno di sussultare ed imbarazzarsi. Nessuno aveva mai reagito così quando li salvava dalla Desert_Zone: i più cadevano in disperazione, per poi rimanere in una sorta di stato di completa indifferenza sino alla realizzazione dell'eventualità di sopravvivere in una paradossale normalità.
Abbassò il capo, per poi mormorare "Non è stato nulla di che"
"Ti mostro la casa" fece poi tentando di tornare severa "Seguimi"

Camminarono attraverso numerose stanze, delle quali lei gli illustrò la funzione. Glì mostrò i bagni  e le camere da letto dei coinquilini, per ultima quella di lei ed infine la sua.
"Dormirai qui. E' una stanza abbastanza piccola, ma ti adatterai. Per i vestiti, c'è una stanza con più cambi, tutti trovati qui nella Desert_Zone. I più sono logori e macchiati di sangue, ma ti adeguerai anche a questo" concluse infine lei aprendo la porta della stanza ed entrandoci insieme a lui, il quale annuì osservandosi attorno ed analizzando ogni angolo del luogo in cui si trovava. Le finestre erano barricate e tutte le luci che illuminavano la casa -aveva notato lui- erano prodotte per mano di numerose candele.
"Immagino sia severamente vietato aprire questa" fece poi indicando la finestra. La ragazza annuì seria, per poi avvicinarsi a lui.
"Se qualcuno vedesse degli abitanti all'interno di questo edificio, potremmo dichiararci morti. Fortunatamente l'entrata è nascosta da alcune macerie antiche, ma dobbiamo stare comunque attenti a ciò che facciamo"
"Capito" asserì Duncan annuendo velocemente per poi domandare "Questa costruzione, cos'era in passato? Una villa o-" "Un condominio. Un tempo, da quello che ho capito dai vari racconti uditi, qui si trovava parte di un continente estremamente civilizzato ed avanzato, che ora non esiste più a causa del riscaldamento globale. Qui vivevano moltissime persone e vennero costruiti edifici con al proprio interno numerose piccole case" lo interruppe guardandolo, per poi osservare la porta "E' una fortuna avere trovato questo posto. Quando saremo abbastanza, con ancora la forza di resistere, sconfiggeremo quell'assurda e disgustosa minaccia che è il Governo" concluse poi corrucciando lo sguardo ed uscendo, non volendo udire la risposta di lui a favore di quell'orribile istituzione, che era certa, non sarebbe  tardata ad arrivare.

DESERT_ZONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora