CAPITOLO TRENTASETTE

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In qualche modo, Gwen ce l'aveva fatta. La freccia-arpione si era conficcata nel binario con forza -a causa del peso e delle leggi della fisica, diceva Noah-, ed ora quest'ultima era ben piantata ed in grado di reggere il peso di ognuno dei presenti. 
La dark continuava ad osservare sorpresa il binario sopra la propria testa. Non poteva credere di avercela fatta.  Abbassò lo sguardo, incontrando la figura di Edward che tirava la corda per verificarne la resistenza, e restò basita nel constatare che reggeva. Il resto dei ragazzi sorridevano soddisfatti e sollevati, mentre Duncan -poco distante- la osservava colmo di fierezza. Lui aveva creduto in lei in ogni singolo istante. La ragazza, con un mezzo sorriso a decorarle il volto stanco, si alzò in piedi, per poi incamminarsi in direzione dell'amato. Dentro sè avvertiva un moto di calore invaderla, ed era certa che il solo in grado di smorzare quella novia sensazione sarebbe potuto essere Duncan. Gli si accostò in pochi istanti e, disinteressata all'idea di trovarsi di fronte ad altri ragazzi, si buttò letteralmente tra le due braccia, bisognosa di avvertire la sua presenza fisica. Le dava sollievo sapere che vi sarebbe sempre stato qualcuno al suo fianco, qualcuno in grado di combattere per lei sino alla fine. Lui ricambiò immediatamente l'abbraccio, improvvisamente travolto da mille, meravigliose sensazioni.
Anche lui, come il resto dei ragazzi, era sollevato. Eppure, non poteva dire di esserne sorpreso. Si era fidato ciecamente sin dall'inizio delle capacità di Gwen, ed era stato sicuro di lei ogni, singolo momento. Era felice, incredibilmente speranzoso e l'idea di rivedere Thomas gli faceva nascere un genuino sorriso sulle labbra. Era preoccupato per il proprio giovane fratello -ormai gli risultava più che normale chiamarlo così-, e non era certo di come fossero andati avanti i fatti nel mondo sotto il potere Governativo. Insomma, se nella Desert_Zone comandava una sorta di anarchica pace, nel resto del pianeta, a dettare legge, vi erano un branco di ministri ed una donna priva di pietà. Per quanto ne sapevano quel mucchio di prigionieri, l'umanità poteva essere stata dirotta in briciole in poche ore. Infondo, non avevano lasciato detto nulla alla giovane recluta dagli occhi verdi; avevano preferito non riferirgli di ciò che si apprestavano a compiere -che si sarebbero tuffati letteralmente all'interno della prigione più violenta esistente-, certi che avrebbe insistito per inseguirli, ed ora Duncan non aveva la minima idea di cosa potesse avere fatto nel frattanto Thomas. La cosa lo preoccupava non poco.
Una volta staccatosi da Gwen, una voce si fece largo tra i presenti, quella del Leader della nuova resistenza.
"Direi che dobbiamo sbrigarci. Percorrere le ferrovie non è cosa da nulla." esordì Edward, continuando ad ispezionare la fune "Una volta che una prima persona sarà su, toccherà a quest'ultima assicurarsi che l'arpione sia ben piantato."
Alejandro guardò il proprio capo diffidente "In poche parole, il primo che sale rischia la pelle più degli altri?"
Il trentaseienne sorrise sghembo, per poi annuire completamente sincero. Abbassò infine il capo con noncuranza, e quando tornò a prestare attenzione ai presenti, domandò "Allora? Chi si offre?"
Poco prima che Gwen si facesse avanti, la giovane Sky alzò la mano pronta ad offrirsi "Vado io."
Immediatamente la dark scosse il capo in disaccordo. Nel caso ci fossero stati dei problemi con la scalata, la colpa sarebbe stata solo ed unicamente propria. Ergo, era giusto che fosse lei la prima a salire. Eppure, la voce della giovane volontaria tornò a risuonare in mezzo al deserto.
"E' giusto che vada prima io. Sono la più agile, e nel caso la corda non fosse ben agganciata, Gwen sarà ancora qui per tirare." si voltò verso la dark, sorridendole gentile "Sei la nostra speranza più preziosa."
Quelle ultime parole la colpirono con una forza tale da toglierle il respiro. Perchè doveva sempre finire così? Cosa ispirava tanta fiducia in lei? Ogni volta che finiva per allearsi con qualcuno, quest'ultimo iniziava a ritenerla troppo, qualcosa che lei non era in grado di essere totalmente. Forse era vero, aveva fatto una promessa a sua madre molti anni prima, quella di non arrendersi mai, ma ciò non significava che fosse indistruttibile. Aveva solo diciotto anni, dannazione!
Lanciò uno sguardo ad Edward, sperando che l'uomo rifiutasse l'improvviso atto di spavalderia della giovane, ma ciò non accadde. Il trentenne stava osservando la ragazza orgoglioso, ed attendeva fiero che quest'ultima cominciasse la propria scalata. La osservò attentamente afferrare la fune con presa ferrea, mentre con le piante dei piedi l'avvolgeva in basso. Sky iniziò poi a salire velocemente, sfruttando tutti i propri muscoli, e cercando di muoversi il più in fretta possibile. Gwen era sbalordita, ed improvvisamente capì perchè tanta certezza nel viso di Edward. Sky si muoveva con la leggiadria di un gatto e l'energia di un ghepardo, inarrestabile e determinata. La corda restava tesa, accettando il suo peso e non sganciandosi dai binari. Infine, quando la videro sparire oltre la ferrovia color porcellana, i presenti tirarono un sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta, e la corda aveva retto perfettamente.
Edward sorrise, portandosi le mani ai fianchi e guardando i ragazzi intorno a lui "A chi tocca?"







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