CAPITOLO QUATTRO

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Duncan aveva passato i successivi due giorni completamente assorto nelle proprie riflessioni. Nessuno, in quella casa abbandonata, era particolarmente felice nel portare avanti una conversazione con lui perciò, le poche volte che gli capitava di dovere parlare, era solo per un saluto sporadico fatto giusto per cordialità.
Si era però sentito -stranamente- sollevato nel constatare che passare quei giorni a riflettere, lo aveva portato a più conclusioni, seppur senza un vero e proprio sbocco.
Era felice nell'avere notato che Gwen avesse iniziato a trattarlo, guardarlo o anche solo avvicinarlo, con molta meno ostilità rispetto all'inizio, ed aveva successivamente appurato che anche gli altri facevano altrettanto, nonostante non si intrattenessero con lui.
Aveva così concluso che ciò che la ragazza faceva, risultava agli altri come una sorta di permesso e garanzia.
In poche parole, se Gwen, loro comandante, si avvicinava a lui senza timori, nè armi nascoste, ciò voleva intendere che Duncan non era poi così complicato da trattare. Ed era sollevato nel notare che effettivamente, da figura ostile e perciò in possibile pericolo di vita, era passato a neutrale coinquilino.
Infondo poteva capire benissimo che quei ragazzi non lo avrebbero degnato di nulla di più che un saluto, od anche solo un cenno. Dopo avere udito le loro storie sulle loro condanne, poteva comprendere il fatto giustificante le loro ostilità, e soprattutto quella da parte della dark e di Scott. Quest'ultimo dimostratosi il meno disposto ad annientare le loro discordie.

Guardandosi intorno, e tentando di partecipare quanto più gli fosse possibile, aveva poi notato una seconda cosa: Gwen organizzava con sempre più frequenza quelle sorta di brevi riunioni, in seguito alle quali partiva accompagnata da Geoff oppure da Scott, alla ricerca di cibo o d'acqua.
Esisteva una sola fonte di sostentamento in quanto ad acqua nelle Desert_Zone, aveva spiegato la ragazza severa. 
Si trattava di un condotto idraulico appartenente agli antichi abitanti della zona, deviato poi verso le proprietà del Governo. Era logoro essendo antico, e perciò perdeva quantità d'acqua costantemente, che non venivano assorbite dal terreno argilloso, e perciò impermeabile, di quella particolare zona.
Non era un posto troppo lontano.

Il militare notò anche come fossero sistemati in una zona particolarmente vantaggiosa di quella bizzarra ed assassina prigione. Erano vicini al confine, quel tanto che bastava in caso di necessità, ed anche all'acqua. Ma non troppo, così da non fare insospettire il resto degli abitanti. Quelli rasi al suolo dalla follia.

Eppure, il sospetto continuava a primeggiare nella sua mente, albergata da continui flussi di pensieri, perchè infondo, per quanto il lavoro del ragazzo trattasse di morti e forza bruta, era innegabile fosse anche particolarmente logico ed astuto.
In particolare la questione delle riunioni continue, a distanza anche di poche ore. 
Era certo complottassero qualcosa che a lui -e non solo- era sfuggito. Qualcosa di cui solo Scott e Gwen era perfettamente al corrente. Qualcosa che lui voleva conoscere, ma che era certo, di non potere chiedere.

Fortunatamente non ce ne fu bisogno.

"Sono certa che sai di cosa sto parlando!" lo  richiamò Gwen, infastidita dal suo comportamento e da come ostentasse una indifferenza, che palesemente non gli apparteneva.
Era notte, e solo lui e lei erano fuori dalla loro stanza. Lo aveva fatto uscire bussando un paio di volte, svegliandolo, ed intimandolo di seguirla sino in salotto. 
Ora era spalle al muro, tra la parete e lei, che osservava i suoi occhi con attenzione.
Gli aveva chiesto aiuto, e lui con nonchalance aveva chiesto semplicemente la ragione, facendola -ovviamente- arrabbiare. Nemmeno Gwen era una stupida: poteva facilmente individuare quando uno mentiva o meno, ed era certa che il militare fosse giunto ad una sorta di conclusione sul fatto che fossero diventati tutti più furtivi e scaltri. 
Perciò aveva deciso di chiederglielo.
"Non lo so, invece. Come potrei saperlo?" rispose lui con un sorriso sghembo, prendendola palesemente in giro.
"Ascoltami bene. Non sei uno sciocco e so che hai notato qualcosa, perciò aiutaci e basta" fece secca lei avvicinandosi ancora a lui, che non muoveva nemmeno un muscolo, rimanendo a contatto con la parete fredda, mentre lei lo guardava fulminandolo con i propri occhi ebano.
"Posso dirti che su qualcosa hai ragione: non sono un idiota e, sì, ho capito che tu e il rosso nascondete qualcosa. Ora però sta a voi dirmi di che si tratta, no?" la sfidò, facendole digrignare un istante i denti e, facendolo temere per la propria vita in un attimo. 
Poteva benissimo avere un coltello nascosto nella fodera dei jeans per quanto Duncan ne sapeva.
Lei sorrise, accettando di buon grado le sue parole e notando il timore nelle sue reazioni, per poi allontanarsi e sedersi su una sedia sul fondo della stanza. Lui la raggiunse non avvicinandosi però troppo.
"Abbiamo paura. Inutile negarlo. I folli -ormai chiamavano così i ribelli divenuti pazzi per la Desert_Zone- e i cannibali sono in aumento. Non tutti qui sanno combattere. Io, te, Geoff e Scott ce la caviamo, ma gli altri..." spiegò lei negando scuotendo il capo, mentre Duncan si accomodava su una sedia al cuo fianco, notando come in un istante, da fredda e dura, era divenuta improvvisamente apprensiva e quasi materna.
"Abbiamo paura perchè, fino a che eravamo pochi, era più semlice. Ma ora siamo tanti, diciamo..  E non usciamo mai tutti insieme. Ci dividiamo e, nonostante sia rischioso, è il solo modo" concluse iniziando a strofinare le prorpie mani, cercando di rimanere calma a riguardo. 
Non era la prima volta che il militare notava quel comportamento. Sempre, durante le riunioni, lo ostentava: muoveva un piede, strofinava le mani, schioccava la lingua... Innumerevoli sorti di tic, dovuti allo stress. Ed ora ne comprendeva la causa. Quella diciottenne sosteneva sulle proprie spalle il peso delle vite di altre sette persone, e rischiava di rimanerne schiacciata.
Forse era matura per la propria età rispetto ad una ragazzina cresciuta con madre e padre sotto il controllo del Governo, ma non era comunque in grado di sostenere un simile incarico. Non da sola almeno.
"Cosa devo fare?" domandò dunque Duncan, dopo avere concluso il proprio ragionamento.
Lei si voltò a guardarlo, e per un attimo il ragazzò pensò di vedere gratitudine nel suo sguardo, poi lei parlò, calma e decisa "Sei stato sottoposto ad un addestramento, ho ragione?"
Lui annuì semplicemente, ripostando alla mente i ricordi della propria adolescenza, pieni di armi e di un desiderio: quello di servire il Governo con costanza. 
Quel desiderio che ora era sbiadito, ma non scomparso.
"Tutti i ragazzi, sotto il controllo governativo, hanno l'obbligo di fare un anno di addestramento militare dal compimento dei 18 anni a quello dei 19. E se lo si desidera, si può portare a termine sino ai 22 anni, divenendo militare ad ogni effetto." rispose il ragazzo.
"Quindi hai 22 anni..." mormorò Gwen deducendo tale informazione dalle sua parole.
"No." rispose lui negando con il capo, guardando in basso e rimanendo seduto al suo fianco "Ne ho 21. Iniziai il mio addestramento prima del comune, perchè essere repressore era sempre stato..." si fermò, sapendo che non era il caso di continuare e che lei avrebbe comunque capito.
Nessun sano di mente nella Desert_Zone avrebbe mai detto con certezza che quello di divenire repressore era il proprio desiderio, perchè sapeva che era stato uno di loro a condurlo a patibolo.
Gwen annuì, non prendendo però parola sino a che non furono passati un paio di minuti.
"Geoff aveva 16 anni quando venne condannato qui, e Dj era appena diciottenne. Noah invece, essendo scienziato non credo gli sia stata obbligata tale strada" spiegò la ragazza "Perciò nessuno di loro è addestrato. Solo Geoff è stato aiutato da Scott i primi tempi ed ora è uno dei pochi su cui posso contare ciecamente"
Duncan annuì, comprendendo la situazione.
"Oltretutto, voglio che anche le ragazze sappiano difendersi. Geoff, nonostante non lo ammetta, è in costante preoccupazione per Bridgette. Ed Heather... lei è forte e combattiva e sono certa avrebbe un ottimo futuro... Anche se nella Desert_Zone non si può propriamente parlare di futuro..." mormorò Gwen tornando torva un istante, prima di sfoderare tutta la propria decisione, racchiusale negli occhi accesi.
"Ecco perchè devi aiutarmi. Ho intenzione di addestrarli... E tu hai esperienza a riguardo, io no" ammise cercando lo sguardo dell'altro, che presto incontrò.
"E Scott?" non potè evitare di domandare il militare, con un tono seccato, senza comprenderne bene il motivo nemmeno lui.
"Scott starà al fronte. Mentre proseguiremo l'addestramento ci servirà qualcuno a difenderci e a procurare cibo e acqua, e sarà lui, ergo, sarà spesso assente, e quando sarà a casa gli converrà riposare." rispose con calma lei, non notando neppure il tono dell'altro, concentrata come non mai nell'ottenere ciò che desiderava.
"Ah" commentò semplicemente l'altro, annuendo velocemente prima di tornare a prendere parola, senza nemmeno ragionare accuratamente su ciò che lei gli aveva chiesto. Andando semplicemente d'istinto.
"Ok, va bene. Ci sto"

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