CAPITOLO DICIOTTO

112 13 0
                                    

La sera era ormai calata quando Duncan decise di partire per quella propria 'missione', come lui l'aveva definita. Nessuno sapeva di cosa si trattasse, eppure al repressore non era stata rivolta alcuna domanda. Il suo viso era tirato in un'espressione colma di sana determinazione, e questo -apparentemente- era sufficiente per tutti, persino per Scott.
Thomas si era unito ai quattro con accondiscendenza, senza un minimo di contrarietà, pronto a difendere ciò in cui credeva a spada tratta, e perciò, non appena il militare esperto lo aveva trovato necessario, aveva preso in custodia il furgone, ed aveva messo in moto il veicolo. Aveva  guidato per qualche isolato, poi era andato Duncan alla guida. Gwen non aveva parlato, e tutti i presenti lo avevano -silenziosamente- notato. Non si era imposta, come di suo solito, ma aveva semplicemente seguito mansuetamente gli uomini che la circondavano. Nessuno sapeva del bacio avvenuto tra i due, e certamente non sarebbero stati questi ultimi a parlarne apertamente. Stava di fatto che, per quanto infantile fosse, la dark non poteva osservare il volto del repressore, senza che l'immagine delle proprie labbra tanto vicine alle sue non la cogliesse alla sprovvista, imbarazzandola profondamente. Si domandava cosa avesse significato per il ragazzo il loro bacio.
Era terrorizzata all'idea di domandarlo, ma soprattutto di fronte la possibilità di ricevere una risposta troppo leggera, sì, perchè per lei si era trattato di uno tsunami travolgente, che le aveva completamente stravolto l'animo, già di per se costantemente turbato. Sentiva ancora delle fitte calde e piacevolmente dolorose all'altezza del petto, ed il solo modo in cui riusciva a reagire era restare in silenzio, e stringersi nelle proprie stesse braccia.

Scott aveva notato quei comportamenti strani da parte di lei, ma non aveva detto nulla. Doveva smettere di pensare costantemente a Gwen ed al suo bene, e concentrarsi una volta tanto su ciò a cui realmente ambivano. Forse, in quel solo frangente, era davvero giusto seguire la via che stava loro tracciando un ex-lecchino -come lui lo definiva- del Governo.
Effettivamente, avere al proprio fianco un alleato tanto esperto, in grado di strisciare furbescamente tra le spire di quell'orribile ente senza essere notato, era un vero vantaggio, e di questo era al corrente molto più di quanto il suo orgoglio gli permettesse di ammettere. Non gli piaceva Duncan, e probabilmente sarebbe sempre stato così, ma non poteva negare che avere come guida qualcuno di tale importanza, era davvero proficuo.

Si mossero per molti minuti, guidati dalle certezze del militare, e presto la sola cosa ad avvolgere le strade della città, oltre le luci fioche di pochi lampioni, fu il buio notturno. A quell'orario -quasi le dieci di sera- non vi erano più pedoni all'esterno, probabilmente intimoriti dalla presenza di Gentiluomini e repressori. Solo poche automobili sfrecciavano sulle strade, tutte militari, esattamente come il furgone sul quale erano. Era una vera fortuna il fatto che Thomas fosse ancora in carica, nonostante le molte assenze.
D'improvviso, senza alcun preavviso, Duncan svoltò bruscamente ruotando il volante verso sinistra. I passeggeri dovettero trattenersi per evitare di scivolare di lato, ma non appena apparvero sul fondo del vicolo buio in cui si stavano infilando due figure scure e confuse, tutti capirono il motivo di quell'improvvisa svolta. Si erano infilati, portando con loro l'automobile, in un vicolo cieco sul fondo del quale Duncan aveva individuato un repressore ed un Gentiluomo intenti a discutere. Probabilmente il primo stava spiegando al secondo quali fossero i palazzi più bisognosi di ricevere 'una visita'. Duncan assottigliò lo sguardo, per poi frenare, facendo gracchiare sull'asfalto le gomme dell'automobile. I due si voltarono immediatamente, improvvisamente illuminati dai fanali del veicolo.
"Scendete" fu l'ordine, decisamente non favorevole a repliche, dell'ormai ex-repressore, mentre apriva lo sportello, spegnendo il motore. Tutti lo seguirono senza dire nulla.
Mosse qualche passo all'interno del vicolo. Le due 'forze dell'ordine' erano imprigionate a causa dell'auto che bloccava ogni possibile via d'uscita, e Duncan si faceva avanti minaccioso.
"Quale sarebbe esattamente il piano?" domandò in un sussurro Geoff una volta accostatosi all'orecchio del punk, attento alle mosse che i due nemici di fronte a loro potevano o meno fare.
"Dobbiamo prendere il Gentiluomo, ovvio" rispose con ovvietà quest'ultimo,  non abbassando neppure il tono di voce, disinteressato al fatto che i due di fronte a lui potessero o meno sentirlo. 
Geoff, dopo un attimo di confusione, sorrise semplicemente, pronto a combattere dalla parte giusta. Scott e Gwen, una volta compreso l'obbiettivo, si concentrarono immediatamente su quest'ultimo. Dovevano prendere quell'orribile ed inquietante essere che stava sorridendo loro? Non capivano. Eppure, sapevano bene quanto Duncan potesse sapere del mondo sotto il potere governativo rispetto a loro. Tra tutti, solo Thomas restò più tempo restio, ben consapevole di un dettaglio che, però, era certo conoscesse anche il proprio amico, più avanti.

DESERT_ZONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora