Capitolo Ventotto (Parte I)

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Louis cerca di dimenticare.
Song: 505 - Arctic Monkeys
🌼

È mattino presto. Louis lo capisce dal pallore della luce del sole, che si libra nella stanza e accende l'aria facendo brillare i granelli di polvere.

Lo capisce dal modo in cui illumina le tende, mandando in fiamme l'impalpabile tessuto color crema.

Lo capisce dal modo in cui la pelle lattea di Harry risplende grazie ad essa, lo capisce dall'aura di luce che avvolge i suoi capelli, e lo capisce da come il suo respiro si amalgami perfettamente con le nuvole che stanno iniziando a fare la loro comparsa nel cielo azzurro pastello.

Louis ha dormito, forse, per un totale di cinquanta minuti in tutta la notte. E sono stati cinquanta minuti tumultuosi.

Perché persino nel sonno ha pensato ad Harry (sempre Harry), e le sue braccia si sono strette con veemenza alla figura dormiente del ragazzo, con la paura che ne sarebbe fuggito di nuovo. Perché, cazzo, Harry si è letteralmente presentato alla sua porta apparendo dal nulla. Potrebbe sparire in un battito di ciglia, inghiottito ancora una volta dal mondo freddo e crudele, lasciando vuote le braccia di Louis e la sua mente annebbiata. E, sul serio, quello lo spaventa a morte perché c'è qualcosa di tremendamente sbagliato in questa immagine ed ha molto a che vedere con le borse sotto agli occhi di Louis e la sua presa ferrea su un ragazzo privo di conoscenza ed emotivamente sterile.

Proprio non si sarebbe immaginato così la vita universitaria.

Che. Oh beh.

Resta così, stretto ad un Harry beatamente addormentato mentre la luce acquista d'intensità, fino a che la sua vescica non inizia a farsi sentire- e con quella stronza non si discute. Si districa attentamente da Harry, le cui braccia sono ripiegate contro il suo petto, le sue sopracciglia si aggrottano all'istante alla perdita di contatto. Louis non può fare a meno di sorridere a quello mentre i suoi piedi toccano il freddo pavimento di legno, le sue mani sono calde essendo state a contatto con il tessuto della camicia di Harry. Lo guarda raggomitolarsi su se stesso, calmo e piccolo e giovane, e cazzo, Harry non dovrebbe mai dormire da solo, davvero- ha bisogno che Louis torni da lui, a stringere il suo corpo troppo longilineo e le sue ossa minute. Louis ha bisogno di tornare in quel letto all'istante.

Però.

Però ha davvero bisogno di andare in bagno, tipo subito. Odia fottutamente tanto la sua vescica.

Così scivola in silenzio fuori dalla stanza, il suo cuore è in fiamme.

È quando sta rientrando di soppiatto nella sua camera, con la pelle congelata e le braccia che già bramano di riabbracciare la dolce figura addormentata di Harry, (si rifiuta di sentirsi inquietante per questo- i gatti dormono insieme e nessuno fa domande a riguardo, no?) si sente un altro colpo alla porta.

Louis sgrana gli occhi.

Una visita? A quest'ora? Non ricevono mai visite.

La apre sospettoso, lentamente, prima di venir in pratica spedito a terra da un agglomerato di energia bionda.

"Ciao amico! Buon giorno!" tuona Niall, irrompendo nell'appartamento e distruggendo la serenità. "Mi dispiace di non esser tornato a casa ieri notte- immaginavo ti saresti comunque addormentato. Ma eccomi qui! Dovrei davvero far fare una chiave di riserva e darla in custodia a Rory." I suoi chiari occhi azzurri e i capelli dorati sanno di mattino, il suo sorriso irradia raggi del sole, il suo sgualcito maglione verde la giacca scamosciata nera sono morbidi e puliti come erba fresca.

Ma Louis vuole comunque ucciderlo. Con un badile.

"Shh!" lo riprende, fulminandolo con lo sguardo. "Potresti abbassare il volume, amico? Sta ancora dormendo!"

Young & Beautiful - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora