CAPITOLO 2 - WINNIE E BUBU

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Matt

«Ho scritto la letterina a Babbo Natale quest'anno!»

«Ma davvero?!? E cosa gli hai chiesto?»

Incurvai le labbra nel mio classico sorriso sghembo, pronto per lanciarle contro una delle mie allusioni. «Te e Meg nel mio letto, preferibilmente infiocchettate, poi ci penso io a scartarvi.»

I suoi occhi castani si assottigliarono per rivolgermi uno sguardo ammonitore, ma l'angolo destro della sua bocca che si incurvò impercettibilmente verso l'alto preannunciava già una delle sue risposte taglianti che tanto mi divertivano, e che non mi facevano mai stancare di questo gioco.«Che peccato, Matt, ho parlato con i suoi piccoli aiutanti, ma hanno detto di averla persa.» Si avvicinò alla telecamera, portando una mano al lato della bocca, bisbigliando il resto della frase come se si trattasse di un segreto. «Anche se te lo debbo dire, è più probabile che l'abbiano usata per far ardere il camino o nutrire Rudolph la renna. Sai com'è, in Lapponia fa freddo.»

Lo scroscio delle nostre risate riempì la piccola stanza degli ospiti che utilizzavamo come guardaroba durante le nostre feste o, come in quel caso, per usare il computer.

Ollie era davvero una forza. Mi era sempre piaciuta quella ragazza dal primo momento in cui l'avevo vista, e non soltanto perché era bellissima... beh, non solo per quello, ammettevo di averci provato con lei all'inizio, ma ciò che me l'aveva fatta apprezzare di più era stato proprio questo suo modo di stare allo scherzo, di avere la battuta sempre pronta e, con il tempo, di vedere al di là del mio modo di fare.

Era la prima amica donna che avessi avuto. Non ero mai stato un tipo da credere molto nell'amicizia tra maschi e femmine, più che altro perché se una ragazza mi piaceva io ci provavo sempre, e con la stessa frequenza finivo per portarmela a letto. Ma lei mi aveva insegnato che ci poteva essere anche un rapporto che non implicasse il sesso, cosa che per me, prima di conoscerla, era un'utopia.

Ma la differenza di ciò che provavo per lei mi era stata chiara soprattutto quando avevo conosciuto una certa biondina dagli occhi da gatta, e una lingua che graffiava più degli artigli di una tigre.

"Non pensarla altrimenti sai come va a finire, e mi sono rotto le palle di stare sempre con Federica per colpa sua!" Mi ripresi mentalmente, evitando che il mio amichetto là sotto tornasse a fare i comodi suoi.

Avevo letteralmente perso la testa Meghan, c'era poco da dire. Ero praticamente diventato un monaco buddista da un paio di mesi solo per poterle dimostrare, quando l'avrei rivista, che con lei non stavo giocando. Inizialmente forse era stato effettivamente un gioco, mi intrigava il suo rispondermi sempre a tono, in modo del tutto diverso da quello che sentivo se lo faceva la sua migliore amica. Mi accendevo letteralmente quando i suoi occhi mi perforavano da parte a parte con astio, e adoravo il fatto che non si fosse concessa subito a me come tutte le altre. Ma pian piano, conoscendola sempre di più, si era fatta spazio nella mia testa divenendo un chiodo fisso, apprezzandola per la persona che era, quelle poche volte che non mi mandava a fanculo e mi permetteva di avvicinarmi.

Ne ero certo ormai dalla sera del funerale della nonna di Ollie: lei per me era quella giusta.

«Allora, ragazzone, sei contento che tra pochi giorni ci rivedremo? Anche se forse apprezzerai di più l'arrivo di qualcuno di mia conoscenza, sperando sempre che non ti accoppi prima dello scambio dei regali», inarcò un sopracciglio continuando a canzonarmi.

Ormai lo sapevano tutti che ero partito per la tangente per Meg... tutti... ad eccezione di lei che sembrava proprio non volerlo capire.

«Io le darei un altro tipo di pacco da scartare, ma se glielo proponessi mi rifilerebbe un calcio dove non batte il sole, frantumandomelo il regalo.» Scosse la testa divertita.

RICOMINCIAMO/INIZIAMO (VOL.3 - COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora