Ollie
5 giorni dopo...
Amareggiata, disgustata, sconfitta: ecco come mi sentivo, mentre avanzavo lungo quel viale lastricato di cui conoscevo ogni pietra incastonata nel terreno.
Un passo e il peso della delusione mi piegò leggermente le ginocchia. Un altro passo e la disillusione in cui ero avvolta mi compresse lo sterno, facendomi boccheggiare. Ancora un ultimo passo e la rabbia che mi ribolliva nelle vene cedette il posto alla nostalgia.
Mi fermai, con il fiato corto e gli occhi che bruciavano, davanti a quel battente in ottone che mi stava rimandando l'immagine di una me distorta dai suoi intarsi opachi, ma che in realtà rispecchiavano alla perfezione il mio stato d'animo in quel momento: spento.
Tirai fuori le chiavi, fissandole per qualche secondo sul palmo della mano, con il pizzicore leggero delle lacrime che volevano venire fuori. Strizzai le palpebre, perché in una situazione simile non potevo lasciarmi sopraffare dalla tristezza. Raddrizzai la schiena, prendendo un profondo respiro prima di inserire le chiavi nella toppa e spalancando dinanzi a me un universo sbiadito e appannato, esattamente come la mia vista in quel momento.
Varcai l'uscio lentamente, con una sorta di riverenza verso quel posto, richiudendo piano la porta dietro di me. Respirai quell'aria pesante, carica di emozioni contrastanti che stavano mandando in fumo tutti i miei buoni propositi di rimanere salda e stoica dopo ciò che avevo scoperto e affrontato. Mi sentii come una statua esposta alle intemperie che, con il tempo, quelle piccole gocce d'acqua insistenti e constanti erano state in grado di erodere la sua corazza esterna. E li sentivo tutti quei buchi che si venivano a creare sulla mia superficie, facendomi vacillare ad ogni oggetto che i miei occhi andavano a catturare.
Tornai finalmente a muovermi, barcollando sotto il peso dei ricordi, fino a svoltare sulla sinistra, dove premei l'interruttore sulla destra e illuminando così quel posto che ormai era solo un lontano barlume di ciò che era stato un tempo.
Altri passi da muovere, altre gambe da piegare e piedi da sollevare, sotto lo scricchiolio del parquet scuro, che stava producendo lo stesso rumore del mio cuore che si incrinava un po' di più cogliendo dettagli a dir poco raccapriccianti.
Sciolsi le mie dita intrecciate intorno al manico della valigia, arrestando quell'incedere estenuante che mi aveva tolto quasi tutte le energie di cui disponevo, ma non proprio tutte, perché le ultime le avevo tenute in serbo per compiere l'unico gesto per cui valesse davvero la pena tutto ciò che avevo passata.
Allungai un braccio, accarezzando con i polpastrelli i contorni lisci e spigolosi di quell'immagine che per me contava più di qualunque altra cosa al mondo. Incurvai le labbra verso l'alto, in un sorriso sincero pieno di amore e gratitudine, prima di pronunciare le parole che aspettavo da tempo, mentre quegli anziani occhi del mio stesso colore mi fissavano con la medesima luce piena di affetto che trasudavano i miei, anche se sapevo che quella bocca ritratta in un fermo immagine lontano nel tempo non avrebbe mai più potuto rispondermi come era solita fare.
«Ciao, nonna... sono tornata!»
Ho deciso, dopo varie richieste, di pubblicare con qualche ora di anticipo. Prologo breve, ma molto intenso. Che cosa sarà successo al nostro topino per sconvolgerla fino a tal punto? Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che pubblicherò quanto prima. Vi saluto con una delle immagini che ormai sapete mi diverto a creare, lasciandovela qui sotto.
Ed ora i saluti... non ce la posso fare...
AL PROSSIMO MARIANGELO DETTO DON RODRIGO!
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RICOMINCIAMO/INIZIAMO (VOL.3 - COMPLETATA)
Literatura FemininaMatt & Meg - Ollie & Luke: due storie, completamente diverse, che si andranno ad intrecciare. Matt & Meg: una storia ancora mai davvero iniziata la loro, con alle spalle un rapporto di amore ed odio a legarli. Amano stuzzicarsi, insultarsi, prevaler...