Meg
Mi richiusi il portone alla spalle, salendo pigramente gli scalini che conducevano all'appartamento della famiglia di Matt. Ad ogni gradino mi sembrava di perdere una parte dell'armatura di forza e orgoglio di cui mi ero rivestita negli anni.
Giunta al pianerottolo, varcai l'uscio, lasciatomi aperto quando avevo citofonato, che ormai mi sentivo nuda, priva di difese, fragile come un bicchiere di vetro che era stato svuotato in un solo sorso da tutto il suo coraggio, per essere riempito di insicurezze e poggiato in bilico su di una lastra di polistirolo che da un momento all'altro avrebbe potuto cedere sotto il peso del passato.
Il rumore dello scrocco della serratura, che andava a inserirsi nell'apposita sede per lui adibita nello stipite, mi fece buttare fuori l'aria tutta in un colpo, pulendomi con le mani le ultime tracce delle lacrime che avevo versato poco prima e che immaginai mi avessero fatto colare tutto il mascara, cercando di rendermi presentabile se avessi incrociato qualcuno mentre andavo in bagno per darmi una rinfrescata.
«Margherita!»
"Oh, signore mio, ti prego non adesso!"
Mi costrinsi a spiegare un sorriso talmente forzato da sentire le guance tirare, facendo ricadere alcune ciocche dei miei ricci davanti al volto per celare le tracce di ciò che era avvenuto quel pomeriggio. «Sì, mi dica, signora Paola.»
La donna con addosso lo stesso grembiule rosso che le avevo visto qualche giorno prima, da cui sbucava un semplice vestito di lana nero a maniche lunghe, che le arrivava sotto il ginocchio, si fermò sotto l'arcata che separava l'andito dalla cucina, scandagliando guardinga la mia figura.
Perseverai in quel sorriso fittizio, lottando contro quel macigno nel petto che cercava di portarlo a fondo con lui.
«Vieni con me!» asserì lapidaria.
«Ecco... veramente io... » cercai di trovare una scusa qualsiasi pur di sfuggire a quella sua richiesta, andandomi così a rintanare in un posto qualunque di quella casa dove poter rimanere da sola, ma lei fu più lesta di me.
«Mi avevi promesso del tempo da passare insieme, no? Beh, è giunto il momento», affermò risoluta, svanendo oltre l'ingresso della cucina da cui era sbucata, non ammettendo repliche.
Sospirai sconfitta nel dover assecondare le richieste di quella anziana signora che mi faceva più paura di Rambo armato di bazooka, seguendola in silenzio.
Oltrepassai la soglia, attendendomi una macchina della verità e una sedia elettrica al di là di essa, trovandomi invece solo una spianatoia poggiata sul tavolo in legno, al cui centro era posizionata un impasto già lavorato.
Inarcai un sopracciglio interdetta da quella scena.
«Ti insegnerò a fare i maccheroni fatti a mano. Una specialità dalle nostre parti», spiegò con naturalezza.
In quel momento rimpiansi la sedia elettrica ipotizzata poco prima, o qualunque altro genere di strumento di tortura, sembrandomi il male minore.
Non ero completamente negata tra i fornelli, ma di certo le mie doti culinarie non erano un qualcosa di cui mi sarei mai vantata. Con l'università stavo fuori tutto il giorno, sopravvivendo grazie alla santa mensa, il cui cibo, nonostante non fosse decisamente da stella Michelin, mi impediva di morire di fame. E per quanto riguardava mia madre, quella poveretta aveva sempre fatto dei turni di lavoro disumani, portandola spesso ad optare per due pizze d'asporto, piuttosto che qualcosa preparato a mano. Le mie uniche conoscenze in quel campo derivavano dalla nonna di Ollie e dalle sue torte fatte in casa.
Ero spacciata! Non appena si sarebbe resa conto che non avrei potuto sfamare suo nipote, come si converrebbe a una brava nuora, avrebbe impugnato il suo mestolo infilzandomi da parte a parte.
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RICOMINCIAMO/INIZIAMO (VOL.3 - COMPLETATA)
Chick-LitMatt & Meg - Ollie & Luke: due storie, completamente diverse, che si andranno ad intrecciare. Matt & Meg: una storia ancora mai davvero iniziata la loro, con alle spalle un rapporto di amore ed odio a legarli. Amano stuzzicarsi, insultarsi, prevaler...