CAPITOLO EXTRA 6 - CAPODANNO

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Luke

Poche ore dopo l’ultimo capitolo (non l’epilogo)…

Era mia… era finalmente tornata ad essere mia.

La mia Ollie con le sue stranezze e i suoi sorrisi caleidoscopici in cui mi piaceva vorticare, il mio topino con i suoi sogni in mano da poter scattare.

Ne avevo commesse tante di cazzate con lei, perdendola tra le gocce della mia insicurezze che alla fine, riempiendo il vaso della mia infanzia vuota, aveva finito per riempire il recipiente del nostro amore, facendolo traboccare e rischiando che si svuotasse per sempre.

Ma poi li avevo capiti tutti i miei sbagli, me li aveva sbattuti in faccia lei i miei rimpianti, facendomi capire che nel passato non ci potevi continuare a vivere in eterno, se volevi avere qualcosa di tangibile tra le mani che non fossero dei miseri pensieri da cui lasciarsi sbranare. E io quel qualcosa che desideravo ardentemente tenere stretto, e non lasciarmelo più scappare, lo avevo trovato nella ragazza seduta al mio fianco nell’abitacolo del nostro furgoncino personale e che mi ero andato a riprendere dopo più di un anno vissuto a metà a causa di una codardia che avevo scelto di strapparmi di dosso per affrontare le mie paure e costruirmi un mondo diverso invece di continuare ad esistere tra macerie di versi lasciati in sospeso.

Le rifilai uno sguardo rapido, riempiendomi gli occhi del suo profilo illuminato da un accenno di sorriso, mentre continuava a cantare a squarciagola Why’d you only call me when you’re high? dei nostri amati Arctic Monkeys trasmessa alla radio che avevamo acceso non appena avevo finito di cambiare la serratura al portone di casa di sua nonna, di modo che i suoi genitori non potessero entrare, per poi dirigerci insieme all’Ascensore, dove tutti i nostri amici ci stavano aspettando.

Ed era bella in quell’istante, ma non solo di quella bellezza esteriore che si poteva fermare sulla superficie di un’iride mangiata dal desiderio, o per lo meno, non solo quello. Ollie era bella in quel suo modo di essere senza freni, una primavera rigogliosa anche in mezzo a un inverno di persone, un sorriso tra una marea di labbra serrate e che non sapevano godersi un attimo troppo breve per poterne essere colta la reale importanza. Ma lei la vedeva sempre la valenza di un momento racchiuso in un secondo, fermandolo in un’istantanea ad alta risoluzione e che andava ad appendere nella galleria della sua anima a colori, la quale non smettevo mai di rimirare e amare.

«Dai, scimmietta, canta anche tu con me, coraggio! Non fare il solito babbuino musone! È l’ultimo dell’anno e noi siamo tremendamente in ritardo, quindi portiamoci avanti con i festeggiamenti!» esclamò, afferrandomi un braccio e strattonandolo piano per non farmi perdere la presa sul volante, strappandomi così una risata che si incise in automatico sopra la sua.

Eravamo due tracce musicali diversi io e lei, ma che quando si incontravano riuscivano a fondere due generi apparentemente agli antipodi, i quali, in realtà, avevano lo stesso spartito su cui scrivere note dai toni alti e bassi, creando una melodia sottile che parlava al posto nostro attraverso i nostri sguardi allacciati e le nostre mani che si accarezzavano.

«Te lo scordi, topino! Cantare è un’altra di quelle cose che non faccio mai come ballare» obiettai, tornando a concentrarmi sulla strada, ma Ollie a tutto si poteva dire tranne che fosse una che si dava per vinta.

«Ma davvero? Eppure ricordo che la sera in cui mi hai portato per la prima volta all’Ascensore alla fine hai ballato eccome!» mi punzecchiò sardonica.

«Beh, sai com’è, avevo un certo incentivo che mi fissava da lontano sulla pista da ballo, sfidandomi ad andare da lei a prendermela, senza contare i drink che ci eravamo bevuti. Le due cose insieme mi aiutarono decisamente parecchio!» la rimbeccai, tornando con la mente a quella sera di molti anni prima, in cui la baciai per la prima volta e a quel me seduto al bancone che osservava quella ragazza fuori dal comune che gli aveva messo a soqquadro la testa e il cuore, giocandoci a suo piacimento come un burattinaio senza neppure rendersi conto di come ogni suo movimento quella sera stesse tirando i fili delle sue emozioni spingendole in alto.

RICOMINCIAMO/INIZIAMO (VOL.3 - COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora