CAPITOLO TREDICI

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ADAM

La bambina sta correndo, con i lunghi capelli rossi che si muovono grazie al vento. Dietro di lei un bambino,  sui sei o sette anni che corre verso di lei. Ad un tratto appare anche un bimbo più grande, sugli otto anni, che ferma quello di sei.

Mi svegliai nel cuore della notte e andai in bagno. Ancora quel sogno. Questa volta i due bei bimbi erano stati allontanati da un bambino più grande. Tornai a letto ma non riuscii a dormire molto. Alle sei del mattino uscii di casa e presi la macchina. Andai ad un parco dove ci andavo all'età di quindici anni, cinque anni fa. Quando arrivai al parco mi sedetti su una panchina e stetti a fissare il sole che sorge.

"Amico!"mi sentii. dire da una voce maschile familiare.

"Manuel! Come stai?"gli chiesi. Manuel era un ragazzo argentino che aveva la mia stessa età. Eravamo amici dalle elementari e eravamo cresciuti come fratelli. Manuel aveva i capelli neri e gli occhi scuri, ed un accento stupendo.

"Bene tu? Come sono andate le vacanze in Florida?"

"Se si possono chiamare vacanze. Ho lavorato come bagnino!"

"Bello! Vuol dire che hai conosciuto qualche ragazza!"

"Beh quello si!"

"Una in particolare?"

"Si. Non so se la conosci, abita a Chicago. Si chiama Stacey. La sorella di Benji!"

"Ha una sorella?"

"A quanto pare!"

"E gli assomiglia?"

"Non tanto. Lei ha gli occhi verdi, come quelli di mio padre, e i capelli rossi. É bellissima!"

"Si vede dai tuoi occhi. Brillano!"

"Non mi prendere in giro!"

"Sono serio!"mi disse l'amico ridendo.

"Si certo!"

"E va tutto bene?"

"Si!"

"Sicuro?"

"Dubbi?"

"Sì. Se sei venuto qui un problema c'é."

Sospirai

"La storia che mi hai raccontato per telefono settimana scorsa?" Annuii.

"Hai provato a parlarne con qualcuno? Non so uno dei tuoi?"

"Mi prendono per matto. A venti anni sognare due bimbi. Diranno che é normale o roba simile! Tu perché sei qui?"

"Mi sono lasciato ieri sera con Alice."

"Era ora!"

"Avrei dovuto ascoltarti, mi spiace!"

"Cosa ha combinato questa volta?"

"L'ho trovata a baciarsi con Robert!"

"Mi spiace!"

"È la vita!" Stemmo a parlare fino alle otto del mattino. Poi lo accompagnai in macchina e me ne tornai a casa. Andai in cucina e mi preparai la colazione. Mangiai un panino con il cioccolato e dei biscotti con il té. Poi andai in camera sua e aprii la finestra per cambiare l'aria. Feci il letto e giocai alla play per ore. Poi mi arrivó un messaggio da Benjamin: "Mi dispiace per la scorsa volta. Ti va di parlarne?"

Siccome non volevo perdere un amico come lui gli risposi: "Sì. Dove ci incontriamo?" La risposta arrivó dopo qualche secondo: "Io sono già a Brookfield. Andiamo alla gelateria vicino a casa tua?"

"Ok!"gli risposi ed uscii. Andai a piedi perché ci volevano due minuti ad arrivare alla gelateria. Quando arrivai Benjamin era già lì.

"Ciao Adam!"mi salutó.

"Ciao Benji."

"Come va?"

"Bene tu?"

"Bene!" Entrammo nella gelateria e prendono un gelato ciascuno.  Poi uscimmo e ci sedemmo sopra un muretto.

"Ascolta. Mi dispiace per quello che é successo un mese fa!"

"Eri ubriaco?"

"Un pó!"

"Tranquillo."

"Come va con Stacey?"

"Alla grande! Anche se non ci vediamo molto!" Parlammo per molto tempo, fino all'ora di pranzo. Poi tornai a casa, felice per aver fatto pace con un mio grande amico.

*****
Da daan. Il capitolo dodici era troppo corto e anche questo così li ho pubblicati entrambi. Spero vi piacciono. Dal quattordici si fa tutto più interessante. Un bacio a tutti <3

L'errore più bello della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora