t w e n t y - f o u r

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Amava guardare il cielo, specialmente durante le notti estive, quando la voglia di dormire sembrava abbandonarlo del tutto. Gli piaceva chiudersi nella sua stanza, dopo aver finito di sistemare le ultime cose, e guardare il cielo che sfumava dall'arancione fino ad un bluastro che si scuriva con il passare delle ore. Durante quei momenti leggeva, ascoltava la musica o molto semplicemente canticchiava, amava farlo e ascoltare la propria voce durante la notte carica di silenzio lo rilassava.

Quella notte però, oltrepassate le due, il rumore di due nocche che si infrangevano contro il legno della porta lo destò dai suoi pensieri, e lo costrinse ad alzarsi. Un sorriso minacciò di provocargli dolore agli zigomi quando vide che a bussare era stato Jungkook, in pigiama e con una lattina di birra in mano. Si chiese se l'avesse sostituita all'acqua, quella roba che tanto beveva.

«Ciao» lo salutò ed intuì che avrebbe dovuto farlo entrare, e così fece, ponendosi a lato della porta. Il castano portava con sé un'altra lattina che prontamente offrì al biondo, che titubante annuì aprendola. «Che ci fai qui?»
«Non lo so, volevo venirti a far visita» ammise con un'alzata di spalle, e lo guardò con un sorriso sereno. «Come stai?»

«Sono rilassato, la notte lo sono quasi sempre»
«È la birra?» scherzò leccandosi il labbro inferiore «Anche io sono rilassato quando bevo»
«Ma no» alzò gli occhi al cielo «Mi rilasso guardando il cielo» si torturò le mani: era così imbarazzante esternare tutto ciò che provava davanti a quel ragazzo, ma niente riusciva a spingerlo a fare il contrario, perché obiettivamente, aveva proprio bisogno di poter parlare con qualcuno.

«Abbiamo una concezione diversa di rilassarsi, ma è comunque una cosa carina» Jungkook incrociò le braccia al petto e sorrise inclinando la testa «Sei carino»
«E-E questo cosa c'entra?» balbettò Taehyung arrossendo fino alla radice dei capelli, venendo accolto da una risata limpida e cristallina.
«A niente, volevo solo ricordartelo» spiegò e posò le mani sulle ginocchia, fissando con insistenza il viso candido del biondo.

Soffermò un po' troppo gli occhi sulle labbra bagnate dalla birra e istintivamente leccò le proprie: da quando provava quel forte desiderio di baciarlo?

«Taehyung» La voce uscì fuori da sé, e per il primo secondo si pentì pure di aver proferito parola, ma ormai tirarsi indietro sarebbe stato inutile. «Tu senti di poter essere te stesso?»

Il ragazzo si morse il labbro, trovando difficoltà nel trovare una risposta concreta da dargli: la verità era che no, lui si sentiva costantemente ingabbiato in una vita che non gli apparteneva, con idee e pensieri celati in un corpo troppo debole per svilupparli. Si trovava nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

«Te lo chiedo perché, sai» si era avvicinato al corpo esile del biondo, che aveva cominciato a tremare e a sentire il corpo molle «Ultimamente ho voglia di far tante cose. Ma non posso farle, mai sentita questa sensazione?»

La voce di Jungkook si era abbassata, e non sembrava addirittura sua: le mani che prima erano poggiate sulle ginocchia, raggiunsero il collo del biondo, mentre con le dita giocava con i capelli alla base. Gli occhi magnetici erano incastonati a quelli di Taehyung, che con il fiato mozzato, non riusciva a muoversi. L'idea di quello che sarebbe potuto succedere pochi minuti dopo lo spaventava ma allo stesso tempo eccitava.

«Vorrei poter dire che lui appartenga a me, con il suo cuore, il suo corpo, i suoi occhi, le sue labbra...» il pollice carezzò le labbra schiuse dell'altro, paonazzo come non mai. «Ma mi chiedo se sia il caso di badare alle conseguenze o... semplicemente seguire l'istinto. Tu che consiglio sapresti darmi?»

Taehyung aveva ormai il cuore in gola, e un tremolio che gli impediva di tenere le mani ferme: ma armandosi di coraggio annullò quei pochi centimetri di distanza che dividevano i loro visi, facendo incontrare le loro labbra in un bacio pieno di lussuria e sapore di birra. Non si sarebbe mai aspettato di dare un bacio del genere a qualcuno, soprattutto a Jeon Jungkook, ma il tutto apparve meno trascendentale di quanto pensasse.

Il suo cervello era andato in fumo, e non riusciva a pensare più a niente di sensato, se non di godersi quel bacio che di sbagliato aveva tutto e niente. Jungkook aveva ricambiato subito, come se lo aspettasse sin dall'inizio, e aveva avvicinato il suo corpo al proprio.

Quando si allontanarono, seguiti da uno schiocco che risuonò per tutta la stanza, non riuscirono a dire altro, se non a guardarsi e a sorridere.

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