Aspettalo... Aspettalo... Aspettalo...
Taehyung era tornato nella sua stanza, dopo aver parlato con Yoongi. Quel peso al cuore che si portava da cinque giorni stava pian piano diminuendo, rimpiazzato dall'ansia. Esatto, le parole del ragazzo più grande non avevano fatto altro che caricarlo di ansia nell'attesa di qualcosa. Gli aveva fatto intendere che avrebbe dovuto aspettarlo. Forse Jungkook gli aveva detto di voler andargli a parlare? O magari era una metafora per dir lui "dagli tempo, poi le cose si sistemeranno"?
Sbuffò sonoramente, afferrando il libro posato sul comodino, nella speranza che, tuffandosi nella lettura, avrebbe trovato una giusta distrazione. Girava velocemente le pagine del piccolo libro che era riuscito a rapirlo, ma ad ogni paragrafo e capitolo che leggeva, era costretto a tornare indietro e rileggerlo per la seconda volta. Aveva la testa altrove, e non riusciva a concentrarsi. Forse perché, una parte di lui stava bene sull'attenti e tendeva le orecchie, nel caso qualcuno bussasse alla porta. Qualcuno con magnetici occhi scuri, capelli ordinati, labbra simili a petali di rosa.
«Fanculo» sbottò chiudendo il libro e lanciandolo con poca grazia sul pavimento, sdraiandosi a pancia in su con gli occhi rivolti verso il soffitto. Lo immaginava accanto a lui: immaginava tutti i baci che si sarebbero potuti scambiare, tutte le carezze, tutti gli sguardi da prima dolci, poi macchiati da una punta di insano desiderio e... scosse furiosamente la testa, diventando dello stesso colore della copertina del romanzo abbandonato sul pavimento. Si posò una mano sul petto, scoprendo il suo cuore battere all'impazzata. Gesù...
Quasi cadde dal letto al suono di due pesanti nocche schiantarsi contro il legno della porta. Si mise ritto in piedi, si guardò allo specchio e si sistemò i capelli, rendendosi conto solo in quel momento di essere impresentabile. Si morse il labbro e posò la mano contro la maniglia fredda, abbassandola.
Era bello come un Dio, come se nei giorni in cui non si erano visti fosse migliorato di aspetto ogni secondo che passava. I capelli ordinati, gli occhi scuri ma che mostravano risentimento e tristezza, e labbra contratte in un sorriso da bambino che deve dire ai genitori di aver rotto un prezioso vaso di porcellana.
Subito dopo notò un fiore. Tanti fiori, dallo sgargiante colore scarlatto. Un mazzo di rose rosse, tenuto da entrambe le mani con imbarazzo. Taehyung rimase a bocca serrata, con gli occhi confusi e leggermente lucidi: lo invitò ad entrare e chiuse la porta, sedendosi sul letto, di fronte ad Jungkook, in piedi e con gli occhi che giravano intorno alla stanza.
«Sono bellissime, sono... per me?» Tese entrambe le mani per prendere il grande mazzo, e prese qualche secondo per fissarle, sorridendo inebetito. Nel suo cuore, che tamburellava di un ritmo furioso, il moro era già stato perdonato. Quest'ultimo annuì, e si sedette di fianco a lui, torturandosi le mani. Si poteva vedere quanto fosse difficile, per il ragazzo, scusarsi. Non doveva essere troppo abituato a situazioni di quel tipo.
«Scusami. Non so bene cosa dirti, mi ero preparato un bel discorso ma ora non lo ricordo più. Però sono davvero dispiaciuto per ciò che ti ho detto, e per averti ignorato, ma vorrei tu prestassi attenzione per capire che, la mia reazione, anche se impulsiva e sbagliata, aveva un motivo, e lo ha tuttora»
Taehyung sorrise, e prese entrambe le mani di Jungkook, stringendole tra le sue, nettamente più grandi, e lo guardò con snaturata dolcezza e compassione. Lo invitò ad andare avanti, e il castano annuì, iniziando a parlare.
«L'ho fatto solamente per proteggerti»
«Eh?» Era questa la spiegazione? Taehyung inclinò la testa.
«Sì, è così. Non volevo tu venissi a quella festa, nemmeno ora lo voglio, perché ti ferirà profondamente, ed io non voglio accada» ammise con tristezza, ora con la voce tremante e prossima alle lacrime.«Vivo una vita che non sto scegliendo io, dettata dalle scelte puramente a scopo di guadagno dei miei genitori» mormorò, e alzò gli occhi facendoli scontare contro quelli di Taehyung, che aveva amaramente capito di cosa stesse parlando. «I signori Choi hanno una figlia, che io sono costretto a sposare»
Furono tanto rapide e secche da lasciare il biondo interdetto per qualche secondo. Lo sapeva, lo aveva capito, ma gli aveva fatto male comunque. Perché in fondo quella non sembrava una visita in cui Jungkook dovesse scusarsi, ma più una sorta di chiarimento, sul perché non si sarebbero più visti. Come se si sentisse in colpa a lasciarlo senza spiegazioni, ma pur sempre lo stava lasciando. Abbassò lo sguardo annuendo con vigore. Stava peggio di prima, e le lacrime che scendevano senza controllo ne erano la netta conferma.
«Capisco»
«Taehyung...» La mano ossuta di Jungkook fu spostata con violenza ancor prima che potesse trovar posto sulla spalla del biondo.
«Quindi mi stai lasciando? Sei venuto qui per spiegarmi il motivo per cui non potremmo mai più vederci? Volevi la coscienza pulita, vero? Ora che mi hai dato spiegazioni ti senti libero di lasciarmi senza sentirti in colpa»«No! No! Non è assolutamente così» Lo afferrò prendendogli il viso a coppa, e Tae, troppo triste per distanziarsi, trovò nelle mani di Jungkook un posto sicuro su cui far cadere le piccole goccioline di acqua salata. «Sono venuto per scusarmi per il mio comportamento, per darti il mio regalo e per spiegarti il motivo per cui non volevo tu venissi alla festa. L'ho detto in modo assolutamente cattivo e per questo mi sono scusato, ma...» Deglutì e gli accarezzò una guancia con il pollice, avvicinandosi a lui «Non ti sto lasciando, non voglio farlo»
«Ma tu ti sposerai, e non potremo più stare insieme»
«Tu sarai qui» gli prese una mano e la poggiò sul proprio cuore. «Senti come batte? Fa così solo in tua presenza, solo se sei tu a guardarmi e a toccarmi. Non batteva così da giorni, piccolo»Il biondo si morse il labbro, con qualche accenno di tristezza ancora ben visibile in viso, prima di avvicinarsi alla bocca di Jungkook ed indugiare un po' su di esse. Le baciò con dolcezza, sentendo il loro sapore dopo giorni, e il pensiero lo fece gemere contro di esse. Fece aderire il suo corpo a quello tonico del castano, che si sdraiò sul letto prendendolo tra le braccia, stringendolo forte e cullandolo.
«Ricordati di me, quando passeranno gli anni. Ricordati di me e sorridi, ti prego» sussurrò Taehyung, con una mano posta contro la guancia di Jungkook, elogiandone la morbidezza.
Continuarono a baciarsi, producendo schiocchi bagnati e sguardi carichi di desiderio. Le mani del moro che lo toccavano con bramosia da sotto la maglietta, generando delle scosse che partivano dal basso ventre, dove le erezioni di entrambi si strofinavano insoddisfatte.Taehyung si allontanò prima che la situazione potesse sfuggire di mano, pentendosi amaramente per averlo fatto, e per aver permesso ai suoi occhi di avere una visuale completa del ragazzo disteso accanto a lui: le guance rosse che richiamavano il colorito delle sue labbra gonfie e lucide. I capelli scompigliati che mettevano in mostra la sua fronte, la maglietta parzialmente alzata che scopriva un po' di pancia i pantaloni che celavano un gonfiore piuttosto evidente. Distolse lo sguardo imbarazzandosi, e Jungkook notandolo sorrise.
«Tu non sei da meno» rotolò dalla sua parte e gli cinse un fianco con la mano. Posò il viso contro l'incavo del suo collo e trasse dei profondi respiri, rilassandosi tanto da prendere sonno. Mentre invece Taehyung era troppo impegnato a frenare i propri battiti del cuore, e l'eccitazione che non lo aveva abbandonato da quando il ragazzo aveva messo piede nella stanza.
Grazie mille, abbiamo superato le 40k e grazie grazie grazie vi voglio tanto bene, davvero :')
Ps. = mi spammo qui per dirvi che mi sono fatta una page spam dove parlo di cose random, se volete seguirmi mi chiamo wthkoxkie.
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Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ❝dove alla morte del padre, taehyung viene accolto nella casa jeon, dove il signor kim lavorava come giardiniere❞ 【kookv】 #978 FANFICTION 26/04/2018 #688 FANFICTION 02/05/2018 #580 FANFICTION 10/05/2018 #365 FANFICTION 27/05/2018 #273 FANFI...