p r o l o u g e

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Con gli occhi gonfi di pianto, posò una rosa sulla bara in legno di ciliegio, promettendosi di non versare ulteriori lacrime.

Suo padre adesso stava bene, si ripeteva, sarebbe stato ancora più straziante per lui rimanere in vita, con tutto il dolore che la malattia gli portava.

Il suo amico Jin posò la mano sulla schiena scossa da singhiozzi che il ragazzo non era più riuscito a trattenere.

Si mise in ginocchio e poggiò la fronte sul legno, prendendosi la testa fra le mani. Sperò fosse un incubo, non poteva aver perso entrambi i genitori in quel modo.

«Taehyung, non piangere. A loro non piacerebbe vederti così triste» Seokjin, con i suoi quindici anni compiuti da poco, afferrò le spalle del migliore amico e lo strinse a sé, cercando di fermare i singhiozzi che echeggiavano nella Chiesa abitata solo da loro due.

«Ti lascio un po' da solo» sussurrò Jin e carezzò lascivamente il collo di Taehyung, che nemmeno fece caso al fatto di essere solo.

Ed era solo per davvero, solo Jin gli era rimasto, niente più, ed era un pensiero triste, crudo e violento per un ragazzino di soli quattordici anni.

«Kim Taehyung» una voce di un uomo echeggiò per tutto il locale, e il ragazzino alzò il capo. Era ben vestito, in abiti neri e capelli lucidi, probabilmente di gel, portati indietro. Rimase composto davanti a Taehyung, non accennando né sorrisi né segni di compassione. Non rispose, si limitò solo a guardarlo.

«Mi conosci?»
Il caschetto castano scosse la testa un po' intimorito, e circondò protettivo il braccio intorno alla tomba di suo padre che tanto amava.

«Tuo padre lavorava per me, nel mio giardino» sorrise freddamente, un sorriso che non rassicurò molto il ragazzo. «Potresti fare lo stesso suo lavoro un giorno»

«C-cosa...»

«Dal prossimo lunedì farai parte della famiglia Jeon»

:)

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