t w e n t y - n i n e

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«Cosa potrebbe andare storto» Un leggero scimmiottio, mentre con la mano sinistra, era impegnato a sistemarsi i capelli biondi, arruffati a causa della giostra, dal quale erano appena scesi. Taehyung barcollava come un ubriaco, e aveva ancora gli occhi strabuzzati, stessa espressione che non lo aveva abbandonato da quando si era ritrovato sul picco della discesa.

«Ma dai, non puoi negare sia stato molto divertente» Jungkook, ancora esaltato dalla situazione, non aveva ancora abbandonato quel largo sorriso, che il biondo si ritrovò perso a guardare: il Signorino Jeon, stato per anni motivo dei suoi pianti, delle sue insicurezze e della sua poca fiducia nei rapporti sociali, si era invece completamente trasformato in un dolce ragazzo tutto zucchero, sorrisi e guance paffute. Era strano, maledettamente bello e affascinante, ma strano.

Per quanto tutte quelle attenzioni e quel repentino cambiamento non potevano fargli altro che piacere, la solita domanda generava lui ancora più dubbi ed insicurezze: chi è davvero? Quali delle due personalità erano uno scudo per nascondere l'altra? E se magari ne avesse una terza, di personalità?

E mentre la mente era impegnata a porsi tutti quegli interrogativi, il cuore la pregava di smetterla, di accantonare per un po' quelle preoccupazioni, non se le meritava, per troppo aveva vissuto solo di quelle: ciò che importava era che lui era lì, che gli teneva la mano, e che lo faceva sentire la persona più fortunata al mondo.

«C'è qualcos'altro che hai voglia di fare?» nelle sue sopracciglia incaricate verso il basso, nel suo broncio contratto e nel suo tono di voce che nascondeva rassegnazione, Taehyung poté capire quanto Jungkook cercasse di rimediare, quanto fosse pentito, e quanto si stesse preoccupando della sua felicità. Era dolce, fin troppo, e nascondere una debole risatina fu inutile.
«Stai ridendo di me?» chiese fintamente offeso, e Taehyung si coprì teneramente la bocca scuotendo la testa. Jungkook alzò le spalle, abbandonando l'idea di chiedergli cosa avesse generato tanta ilarità.

«N-no andiamo a casa per favore» continuò a ridacchiare con ormai l'ombra di un sorriso ad animargli le labbra. Jungkook alzò una seconda volta le spalle, e, tenendogli la mano, si avviò verso l'uscita del Luna Park. Nel moro c'era qualcosa di ridicolosamente accattivante, quel tipo di bellezza sfacciata che ti mette in imbarazzo, quel tipo di bellezza che può possedere il bulletto della scuola per cui tutte le ragazze hanno una cotta, che guardano da lontano rassegnate all'idea di non poterlo avere.

Era un fascino che il giovane portava su con insolenza, sapendo di avere dalla sua parte un potere non indifferente che era quel bel faccino. Dall'altra lo indossava con innocenza, come se non gliene importasse niente di essere fissato, di essere bramato e desiderato. Sapeva di essere bello, ma se ne fregava delle attenzioni che riceveva per questo motivo.

«Mi stai fissando» una lieve risata, e Jungkook posò due dita sotto il mento di Taehyung spingendole verso l'alto, facendogli chiudere la bocca schiusa per la distrazione. «Perché?»
Nella lista delle cose che avrebbe potuto dir lui, da quanto lo ammirasse, da quanto etereo risultasse, da quante sensazioni scombussolassero il suo stomaco, ne uscì un banale «Penso tu sia molto figo»

Il moro aggrottò le sopracciglia, contrasse le labbra in un sorriso confuso prima di lasciarsi ad una risata «Okaaay» Era imbarazzato, e si poteva notare dal sorriso che gli era rimasto sulle labbra rosee e dal timore che aveva di alzare lo sguardo. Bastava così poco per mettere in difficoltà il famigerato Signorino Jeon?

«Lo penso davvero» annuì con vigore, rosso in viso, Taehyung «Non solo sei bellissimo, ma sei anche un vero figo. Non è da tutti essere belli e fighi, ma tu ci riesci alla grande, e sì, togli proprio il fia-» Il biondo venne interrotto dalle labbra del ragazzo, che si lanciò contro di lui prendendogli il viso con entrambe le mani, e infilando una gamba in mezzo alle sue facendolo arrossire ancora di più. Si staccò da quel bacio avventato e sorrise, con il fiato corto e gli occhi languidi di desiderio: «Grazie. Tu non sei figo, ma è un bene. Sei di una bellezza tanto pura e innocente, che essere figo non ti serve. Non ti serve sederti in pose scomposte all'ultimo banco della classe per apparire un ragazzaccio, non importa lanciare sorrisini maliziosi e non importa che tu conquisti miliardi di cuori solo camminando per strada»

Mentre diceva quelle cose, non smetteva di far vagare gli occhi lungo il suo corpo, stringendogli di tanto in tanto i fianchi: «Tu sei bellissimo, Taehyung, sei puro, sei elegante e... non è giusto che qualche ragazzina si innamori di te mentre cammini per strada, come succede con le persone "fighe"» mimò le virgolette «Si innamorerà di te vedendoti sorridere, ascoltandoti parlare e assorbendo minuziosamente ogni tuo particolare, dalle orecchie arrossate quando sei a disagio, al tuo giocare con le mani quando non sai che dire. Non meriti sguardi fuggenti. Meriti occhi che si possano posare su di te e apprezzarti, prendersi del tempo per innamorarsi»

Taehyung abbassò lo sguardo, gettando un'occhiata alle mani coperte di anelli del moro, che lo stringevano per i fianchi con fare possessivo. Chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sulla spalla di Jungkook, sentendo quelle parole che avrebbe voluto vomitare, dolci come lo zucchero sulla punta della lingua, venire inghiottite per diventare amare come il veleno. Avrebbe aspettato. Per lui ci sarebbe riuscito.

Scusatemi tantissimo per la pochissima costanza che ho nel pubblicare, prometto di farmi perdonare nei prossimi giorni.

how are you [kth,,jjk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora